Musica e bellezza, lo straordinario concerto dei grandi virtuosi Giuseppe Gibboni e Miriam Prandi nel giardino incantato di Palazzo Stauffer
Prendi la bellezza di un giardino romantico dell'Ottocento nascosto tra i muri dell'antica Cremona, ci metti la storia dell'Accademia Stauffer e dei suoi grandi docenti e allievi, ci aggiungi i giovanissimi Giuseppe Gibboni e Miriam Prandi, due tra i più grandi talenti di violino e violoncello in giro per il mondo, un po' di Bach e Paganini e alla fine anche un pizzico di aria fresca che spazza via l'afa terribile di questi giorni. E avrai la ricetta della serata perfetta. E' quella vissuta martedì sera allo Stauffer Summer Music Festival. Un concerto straordinario fatto di musica e bellezza, di virtuosismo e capacità comunicativa di due artisti di cui andare orgogliosi perchè qui, a Cremona e alla Stauffer, si sono formati e dove hanno lasciato il cuore. Lei, Miriam Prandi, trentaduenne mantovana già allieva di Rocco Filippini, ha colpito per la bellezza e l'ampiezza del suono del suo violoncello sia nella Sonata del compositore ungherese Kodàly e ancora di più nella suite n.6 di Bach in re maggiore di Bach. "L'ho voluta dedicare a Rocco Filippini - ha detto comossa Miriam Prandi - Io avevo appena finito le medie e venivo a Cremona nella vecchia sede dell'accademia in piazza Lodi. Quando ho provato a suonare questa Suite, Filippini mi ha detto: guarda che è molto complicata perchè è stata scritta per un violoncello a cinque corde. Proporla in un ambiente bellissimo come il giardino di questo palazzo mi emoziona e mi fa desiderare di tornare ad essere quella ragazzina e frequentare di nuovo i corsi della Stauffer in questi spazi".
E' stata poi la volta di Giuseppe Gibboni, 21 anni, salernitano. Il padre violinista, la madre pianista, ha iniziato a suonare lo strumento a tre anni. Anche lui uscito dall'Accademia Stauffer. Ha vinto l'ultima edizione del premio Paganini, una sorta di campionato mondiale di violino con cadenza triennale. E Gibboni l'ha vinta a distanza di 21 anni dall'ultimo italiano (Stefano Angeleri). La giuria era presieduta da Sergei Krylov. Prima di lui i grandi nomi mondiali del violnio si erano aggiudicati quel premio: Gidon Kremer, Leonida Kavakos, Massimo Quarta, Isabel Faust e nel 1958 Salvatore Accardo. Proprio Accardo, uno dei fondatori della Stauffer e docente dei corsi ai quali Gibboni ha partecipato, ha detto: "E' uno dei talenti più straordinari che abbia conosciuto. Possiede un’intonazione perfetta, una tecnica strabiliante in tutti i suoi aspetti, un suono molto affascinante e una musicalità sincera. Sono sicuro che avrà tutti i successi che merita”. E l'esecuzione di martedì sera ha dimostrato il talento e la straordinaria facilità di esecuzione dei complicati passaggi delle variazioni sul tema op.15 di Wieniawski o dei Capricci (1,5, 24) o, accompagnato dalla brava pianista Yevheniya Lisohor, ne "la campanella" di Paganini.
A completare la serata magica alla Stauffer, un ospite eccezionale, il designer e grafico di fama mondiale Armando Milani, presentato da Paolo Petrocelli direttore generale della Stauffer, che ha proposto sotto il portico alcuni suoi manifesti sul tema della pace e della solidarietà (commovente il suo "Ubuntu" di Desmond Tutu e Mandela o l'immagine della colomba della pace che strappa la A alla parola war, guerra) diventati ormai simboli planetari di umanità.
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commenti
Primo Luigi Pistoni
13 luglio 2022 07:54
Serata magica caro Mario. Che bravi quei ragazzi !!!