6 marzo 2024

Luglio 1911, quando a San Francisco la signora De Martini vinse la forchetta d'argento per la miglior ricetta con "Il pesce alla cremonese". Gli ingredienti

Avete mai ricevuto un premio? Avete mai aiutato delle persone con idee che si potevano attuare in pochi minuti? Se non avete mai vissuto queste due esperienze da oggi, per ogni domenica, avrete queste possibilità.

La signora E. De Martini, residente a San Francisco e probabilmente di origini cremonesi, era riuscita a vivere entrambi i momenti, ci era riuscita perché aveva partecipato ad un concorso. Nel 1911 il periodico statunitense The San Francisco Call, oggi meglio conosciuto come il famoso The San Francisco Examiner, aveva dato vita ad un concorso molto particolare, un concorso che sarebbe servito per vincere ovviamente qualcosa ma, secondo la redazione, soprattutto per aiutare quelle famiglie che, la domenica a pranzo, si ritrovavano con ospiti in casa senza aver idea di cosa cucinare. Poco tempo, poche idee e pochi ingredienti, era l'idea di fondo del giornale quindi, per ovviare a questa a volte cronica carenza, potevano venire in aiuto le pagine del periodico suggerendo lo sviluppo di ricette proposte da neofiti o anche da professionisti della cucina.

L'idea, oggi, è fin troppo utilizzata dai mass-media, ma più di un secolo non risultava di certo diffusa come oggi anzi, dal punto di vista editoriale, fu un successo enorme per la semplicità con la quale venivano proposte le ricette; non occorreva essere un mago dei fornelli, ma serviva soltanto una buona idea su cosa proporre e come proporla. Il concorso era una specie di incitamento – con premio – a mettersi in gioco e a confrontarsi con le tradizioni culinarie di varie parti del mondo, una sorta di scoperta o valorizzazione di tradizioni culturali le quali, come presupposto, hanno spesso la gastronomia. Nella California di allora, regione dove la corsa all'oro di qualche decennio prima che aveva dato inizio ad una espansione demografica ed economica con un passo molto veloce, l'idea di diffondere ricette di quei minatori o neo coloni che si erano affacciati sulla costa ovest degli Stati Uniti dal XIX secolo sembrava rendere più facile la vita quotidiana.

Nel luglio del 1911 la signora De Martini vinse il concorso, che come premio vedeva una forchetta da carne in argento, proponendo una ricetta dal nome semplice ma che tradiva le sue origini italiane e cremonesi. Il nome della ricetta era “Pesce secondo la tradizione italiana, alla cremonese”. La signora De Martini proponeva un piatto che aveva come base del pesce bianco, spigola o meglio ancora filetto di sogliola, da cucinare con un occhio attento alla quantità di ingredienti. Con una teglia, possibilmente non metallica, tagliare finemente delle cipolle e friggerle fino a doratura con olio d'oliva, aggiungendo un quarto di cucchiaino, per ogni persona, di cannella e noce moscata in polvere. A questo punto accompagnare il tutto con brodo chiaro o acqua, con la immancabile parte di passata di pomodoro, unendo il tutto con prezzemolo e pezzi di aglio tritati. Siamo nelle fasi finale di questa, personalissima ma interessante ricetta cremonese della signora De Martini, perché a questo vanno aggiunti funghi, lasciati precedentemente in ammollo con acqua calda, con carote tagliate finemente e una tazza di piselli freschi.

La disposizione delle fette di pesce e la cottura lenta sono gli ultimi passaggi che hanno garantito un premio alla signora De Martini e, verosimilmente, un po' di ispirazione tra i fornelli a famiglie e magari a qualche ristoratore californiano.

Dopo le “Mele alla Cremona”, ricetta australiana di fine '800 che si ispirava liberamente alla mostarda di Cremona, dall'altra parte dell'Oceano Pacifico un piatto di pesce che, secondo i canoni del concorso del San Francisco Call, doveva essere di facile esecuzione, con pochi ingredienti ma, soprattutto, che potesse essere d'aiuto per un pranzo quando si può disporre di poco tempo e poche idee.

Un volantino del 1911 definiva il San Francisco Call come “libero, senza paura ed equo” e probabilmente sarà stato così ma, di sicuro, aveva buone idee da valorizzare.

Marco Bragazzi


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