Maturità 2025: Il giovane Pasolini tra gli autori della tipologia A, una poesia poco distante dagli anni cremonesi
Spunta il nome di Pier Paolo Pasolini tra le tracce degli Esami di Stato conclusivi dell'Anno Scolastico 2024/2025: presente una poesia in cui riecheggiano gli anni cremonesi. Questo momento, tanto atteso quanto iconico, segna un vero e proprio rito di passaggio tra la fine dell'adolescenza e l'inizio dell'età adulta. Oltre mezzo milione di studenti si sta ora confrontando con la prova scritta di italiano che, più di ogni altra, lega studenti di ieri e di oggi creando un vero e proprio ponte generazionale: chi di noi non ha fatto il toto tracce, scongiurato gli autori più insidiosi e sperato in un colpo di fortuna che innescasse quell'idea originale che convincesse la commissione? Insomma, cambiano i tempi ma non certe attitudini. Come ogni anno la prova propone sette tracce divise in tre tipologie, tra i saggi brevi sono stati proposti autori quali lo storico Piers Brendan (un estratto da “Gli anni Trenta, il decennio che sconvolse il mondo”), un articolo dell'ex capo redattore de "L'Avvenire" Riccardo Maccioni incentrato sul tema del Rispetto e un testo di matrice filosofica di Telmo Pievani (“Un quarto d’era (geologica) di celebrità“).
Tra le tracce che affrontano temi sociali ed estremamente attuali compaiono testi di Paolo Borsellino (“I giovani, la mia speranza“) edi Anna Meldolesi e Chiara Lalli (“L’indignazione è il moto del mondo social. Ma serve a qualcosa?“).
Per quanto riguarda l'analisi del testo, forse la tipologia che più si presta a previsioni in genere negative, sono apparsi estratti da "Il Gattopardo" di Tomasi da Lampedusa e la poesia "Appendice 1" tratta d'opera "Dal Diario" di Pier Paolo Pasolini, autore indissolubilmente legato alla nostra città.
Cremona lo ricorda con una targa sulla casa d'angolo tra via Platina e via XI febbraio, al numero 3 dove aveva abitato tra il 1933 e il 1935 frequentando il Liceo Classico Manin. Era arrivato in città dopo il trasferimento del padre, tenente di fanteria, a Cremona. “Da questa casa dove terminò la sua infanzia dal 1933 al 1935 Pier Paolo Pasolini dispiegò la sua avventura artistica” è inciso sulla targa. La poesia risulta infatti scritta nei primi anni '40, non distante quindi dagli anni del suo soggiorno cremonese. La poesia, in realtà priva di titolo, così recita:
Mi ritrovo in questa stanza
che non è la mia stanza,
e vedo intorno a me
un’aria nuova, ignota e abbandonata,
e una muta campagna, e non muta
perché non vi sia chi parli, ma muta
come il cuore di chi non ha più
nulla da dire, perché tutto è stato
detto, e tutto è passato.
Non basterà a difendermi un tempo
che non sia il mio tempo,
né una stanza che non sia la mia stanza.
Io sono solo, e intorno a me
la campagna è come me, sola,
e la luna è come me, muta.
E sento che la mia vita, come
la campagna, come la luna,
è senza ricchezza, senza pace,
senza rimpianto.
E la mia vita è come la campagna
che gira muta su se stessa,
e la luna gira con lei,
e io con la luna e con la campagna,
giriamo senza parlare,
senza saggezza, senza pace,
e la notte è finita.
In questo componimento giovanile non sono ancora presenti tematiche di stampo politico e sociale ma si esplorano tuttavia temi più intimi e personali: una vera e propria analisi introspettiva e una ricerca del proprio io a dimostrazione che insicurezze e turbamenti dell'età giovanile colpiscono indiscriminatamente ragazzi di ogni epoca.
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