16 aprile 2022

Misteri a Palazzo Raimondi: dalle rappresentazioni del potere alle scritte simboliche di cui una in inglese. La contrada dei "fotti in piedi"

C'è un palazzo in città ricco di simboli e di alcune magìe. Infatti nelle vicissitudini di Palazzo Raimondi, oggi sede dell'Università di Pavia, esiste qualcosa di magico ed altamente simbolico a partire dalla sua costruzione.

Il Palazzo venne costruito nei due decenni a cavallo tra fine 1400 ed inizio 1500 (1495 – 1511 ) nella Strada Magistra, l'attuale Corso Garibaldi.

La costruzione era stata voluta da Eliseo Raimondi e da suo fratello Tommaso, nella vicinia di S.Silvestro, chiesa che era ubicata a lato del palazzo sul lato ora chiamato Vicolo S.Martino. Tale chiesa, ora inesistente, va tenuta in considerazione per quanto concerne la nostra storia.

Il Palazzo viene costruito da una “società di artisti/architetti costruttori” tra i quali spicca l'autoctono De Lera ( Bernardino Bocoli De Lera ), Riccio della Torre, Giovanni Pietro da Rho e Francesco Pampurino.

La certezza di alcuni nomi, coinvolti a vario titolo nella costruzione del palazzo, è certificata da un atto processuale del 1509 che fa riferimento ad una controversia per usura, speculazione e bestemmia durante il cantiere di edificazione.

Anche Gaspare Pedone partecipa alla costruzione decorando i capitelli del colonnato del cortile, nel 1499.

Eliseo Raimondi, nel 1494 stipula un contratto con i marmisti di Rezzato, detti fratelli De Molinari per assicurarsi colonne, bugnato e lastre per pavimentazione.

Una pietra posta all'angolo del palazzo verso sud-ovest (lato dove era ubicata la chiesa di S.Silvestro ) indica tutt'ora l'anno di costruzione in 1495.

Stiamo parlando di un Palazzo sicuramente voluto tenacemente con l'elite artistica del tempo per dare impatto simbolico alla famiglia committente.

Ad inizio del 1500 i Raimondi sono infatti gli ambasciatori che discuteranno a Venezia l'entrata della Serenissima nella città di Cremona che resterà dominio dei Veneti per circa 10 anni.

Sarà lo stesso Eliseo a recarsi a Venezia dal Doge Agostino Barbarigo per sollecitare l'annessione.

I Raimondi, mentre finiscono il loro bel palazzo, entrano in contatto con un artista veneziano Marco Marziale al quale commissionano una tela da donare alla chiesa di S.Silvestro.

Intanto fanno stuccare e affrescare il loro splendido palazzo circondandolo di scritte simboliche poste alla altezza delle gronde. 

Sono scritte latine, decorate da putti o demoni alati, che inneggiano alla loro famiglia , esaltando la dimora , specificando il nome della consorte.

Le scritte sono leggibili anche ora e circondano il palazzo su due lati :

amo la bellezza della mia casa

non pentirti

a mia moglie Lorenza

Ma torniamo al al dipinto di Marziale che probabilmente viene eseguito nel 1500 o nel 1501. Potrebbe sembrare un omaggio, un dono ma è una commissione altamente simbolica.

Si tratta della Circoncisione di Gesù ma nel quadro figurano tutti i Raimondi attorno al bambino e al sacerdote.

Eliseo ha in mano persino il suo tomo appena pubblicato (il De Re Aedificatoria), a lato ha la sua consorte Lorenza Degli Osii.

Figurano poi Tommaso Raimondi e la moglie Doralice Cambiaghi e, seduto sulle scale dell'altare, il figlio quindicenne Marco Raimondi (che morirà di peste).

Il quadro serve a ricordare a chiunque entri in chiesa che quelle persone sono vicine a Dio e sono lì, proprio di fianco, in quel palazzo, e sono i padroni della città.

Il popolo asservito ai nobili tramite l'arte di un artista Veneziano asservito ai nobili della città asserviti ai Veneziani occupanti.

Il popolo asservito ai Veneziani.

Il palazzo in quasi 400 anni passa di proprietario in proprietario , si allarga verso sud ovest assorbendo la Contrada settecentesca Tuttimpiedi.

Mi soffermo su questo anticho vicolo stretto ora sparito ma esistente fino al 1700.

Il toponimo strano, nella carta di Campi del 1586 ha un nome leggermente diverso, figura come C.FUTIMPEDI ( c = contrada ).

Contrada del Fotti in piedi del 1500.

“Fottere” è un termine usato il lingua volgare con attinenza però meno volgare di quella che le diamo noi ora. Era semplicemente una via del meretricio,ove a causa della sua angusta strettezza, si esercitava  “consumando in piedi”.

Tornando al quadro, resta nella chiesa fino al 1788 e cioè sino alla chiusura della chiesa stessa per opera della Riforma Teresiana .

Purtroppo il quadro non è più patrimonio Cremonese poiché venduto nel 1869 al National Gallery di Londra ( numero inventario NG803).

Ma la stessa opera, se pur non sul luogo, non smette di esercitare la sua funzione di monito e controllo di chi la osserva.

Dopo 400 anni , ancora l'opera d'arte è asservita al potere. Infatto, nel 1929 il Palazzo dopo vari passaggi di proprietà e, non senza ruberie ( come quella del lancere Ulano della Croazia colonnelo Zaccaria Pommer che trafuga nel suo paese importanti marmi del palazzo nel 1837) passa nella mani dell'avvocato Tullio Bellomi che fa dipingere alcune stanze da Guido Bragadini.

Ed ecco che il pittore immortala i gerarchi fascisti dell'epoca (Farinacci compreso), ma in abiti cinquecenteschi e con tanto di dame (le loro mogli), intenti ad ammirare il dipinto di Marco Marziale appena dipinto.

Dunque un quadro del 1930 che raffigura personaggi importanti di quel periodo che ammirano un quadro del 1500 che raffigura personaggi importanti di quel periodo, gli ex proprietari e fondatori del palazzo stesso.

Resta un mistero irrisolto per completare la magia di Palazzo Raimondi. Si era parlato dei decori con scritte latine e motti della nobile famiglia.

Tali decori sono arrivati dal 1500 al 1900 non senza qualche ristrutturazione. L'ultima fu probabilmente di Carlo Gremizzi del primo 900. Non ci è dato sapere cosa il Gremizzi abbia esattamente ristrutturato .

Ma ponendosi oggi il passante di fronte al portone del nostro palazzo e con un potente mezzo fotografico mirato al lato verso S.Luca, non potrà che immortalare la sequenza delle scritte e dei fregi in latino...tutti tranne uno, uno solo.

"A THING OF BEAUTY IS A JOY FOREVER"

LA BELLEZZA E' GIOIA ETERNA

La frase è di John Keats , poeta Inglese romantico del 1800. Perchè una frase romantica del 1800 tra frasi latine del 1500 ? La mia ipotesi fantaromantica è che il restauratore del 1900 fosse positivamente suggestionato dalla poesia di Keats. Keats trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma dove visse in Piazza di Spagna e vi morì il 23 febbraio 1821 a soli 26 anni.

Ha forse un senso la “romanità” ed il Fascismo che si occupa della ristrutturazione del palazzo ?

Dopo tutto l'avvocato Bellomi, ultimo proprietario dell'antico palazzo, era asservito al potere e rappresenta nei suoi dipinti il Farinacci ed altri gerarchi, ma è anche un sovversivo del partito, come Illemo Camelli , sacerdote e critico d'arte locale che ha a che fare con le ristrutturazioni .

Dopo tutto lo spirito umanista rinascimentale, magari opera di un Pampurino del 1500, si rivede in un romantico inglese del 1800 che inneggia alla bellezza eterna contro la bruttezza del ventennio.

Nelle foto il palazzo Raimondi, le vecchie carte che indicano dove il palazzo è stato costruito, la pietra d'angolo con la data, le decorazioni, la scritta in inglese, il quadro di Marziale con il trionfo della famiglia Raimondi e i nuovi signori di Cremona nel 1930

Maurizio Mollica


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commenti


Enrico

16 aprile 2022 16:46

Purtroppo si è dimenticato del bellissimo fondale dipinto dal Motta con le montagne, visibile ancora una decina di anni fa e che come tutto il palazzo ,è mancato di restauro

emmedi

16 aprile 2022 19:52

"Manutenzione" è un termine che a Cremona suona come bestemmia !