Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 360 milioni per il Po, verranno riaperte lanche e rami abbandonati del fiume
Un investimento da 360 milioni per la rinaturazione del Po. La versione aggiornata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza contiene novità molto rilevanti, in particolare una nuova linea di finanziamento sulla Salvaguardia della qualità dell’aria e della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine. Al suo interno, un investimento specifico, da 360 milioni di euro, per la rinaturazione del Po, “con l’obiettivo di bilanciare i processi morfologici attivi, per garantire la rinaturazione del fiume e contribuire al raggiungimento degli obiettivi delle Direttive quadro acque (2000/60/CE) Alluvioni (2007/60/CE). La proposta si propone di contribuire al recupero del corridoio ecologico rappresentato dall’alveo del fiume e dalle sue fasce riparie, costituito da una notevole diversità di ambienti (es. sponde, isole, banchi di sabbia, ecc.) che devono essere protetti e ripristinati (riqualificazione di più di 1.500 ettari e riattivazione e riapertura di 51 milioni di metri cubi di lanche e rami abbandonati)”.
Un’ottima notizia per il distretto del Po, che si pone ancora una volta all’avanguardia nella gestione dei corsi d’acqua. Lo stesso tipo di azioni, tuttavia, sarebbero necessarie e urgenti anche nel resto dei distretti fluviali del Paese, ma analoghe misure non sono previste nel piano e apparentemente nemmeno all’interno della programmazione complementare al PNRR. Il rischio quindi è che in tutti gli altri fiumi d’Italia vengano realizzati con i fondi del PNRR solo ulteriori interventi di artificializzazione e che le indispensabili azioni di riqualificazione per il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro Acque vengano ancora una volta dimenticati.
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