Nessuna illegittimità nel comportamento di Angela Cauzzi: fu tutta una vicenda politica. Ecco le motivazioni della sentenza di assoluzione
Nessun profilo di illegittimità nell'operato dell'ex Soprintendente del Teatro Ponchielli, Angela Cauzzi. La vicenda che ha coinvolto la stessa Cauzzi, poi completamente prosciolta da ogni accusa, prende origine unicamente da questioni "politiche”. C'era, insomma, la volontà di screditarla per favorire il suo accantonamento. In dieci pagine, ecco le motivazioni con le quali il Tribunale di Cremona, attraverso il giudice Elisa Mombelli, ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Angela Cauzzi per insussistenza del fatto.
La sentenza di proscioglimento è del 13 gennaio, come noto, ma le motivazioni sono state depositate l'11 febbraio. L'accusa mossa contro la ex soprintendente era di abuso d'ufficio nell'assegnazione di alcuni lavori al teatro Ponchielli. Il procedimento trae origine dall'esposto presentato in data 19 maggio 2020 da Andrea Rurale, che, come ricordano le motivazioni della sentenza, era stato “nominato consigliere del Cda della Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona”. Ebbene, Rurale nell'esposto aveva segnalato “il fatto che fra i principali fornitori della Fondazione vi fosse la ditta individuale (…) di titolarità del (un parente; ndr) della Sovrintendente della medesima Fondazione, Cauzzi Angela”.
Annota il giudice: “Anche a volere ritenere sussistente un comportamento contra legem dell'imputata, nel caso concreto, difetta, ad avviso del giudice, l'elemento dell'ingiusto vantaggio che potrebbe profilarsi unicamente laddove risultasse provata l'ingiustificata esosità dei compensi erogati (…) ovvero laddove risultasse che l'ente abbia retribuito prestazioni solo fantasiosamente esposte ma mai rese in concreto”.
Più avanti il giudice osserva come “non vi sia in atti alcun elemento concreto che consenta di ritenere che i compensi richiesti da dette ditte per le prestazioni delle stesse effettivamente rese non fossero congrui rispetto ai prezzi di mercato”.
“Significativo – si legge ancora nelle motivazioni – è poi che, rispetto alla congruità dei prezzi praticati da dette ditte, nulla sia mai stato eccepito dal Collegio dei Revisori dei Conti che ogni novanta giorni effettuava le debite verifiche contabili e fiscali”.
I lavori e le assegnazioni, insomma, erano soggetti a puntuali controlli da parte dei vari organi preposti. “Parimenti indicativa – osserva infatti il giudice – è la circostanza per cui i bilanci preventivi e consuntivi siano sempre stati approvati sia dal Cda sia dall'Assemblea dei soci senza contestazioni di sorta. Ed, ancora, va rilevato, come la Fondazione, non abbia mai lamentato alcun danno, nemmeno a seguito degli esiti delle indagini svolte nell'ambito del presente provvedimento”.
Anche alla luce di questo, annota il giudice, “Si ritiene in ogni caso che la condotta della Cauzzi non sia nemmeno sorretta dal dolo richiesto per la configurazione del delitto in contestazione”. "Appare allora – osserva ancora il giudice – francamente difficile sostenere che la condotta della Cauzzi fosse sorretta dalla consapevolezza e dalla volontà di violare la disciplina di cui al D.L.vo 56/2016, avendo la stessa agito in assoluta buona fede”.
Una brutta vicenda, dunque, che ha visto coinvolta e infine del tutto prosciolta l'ex soprintendente, che per tanti anni ha guidato il teatro di Cremona ai massimi livelli e che il sindaco Gianluca Galimberti ha voluto ad ogni costo sostituire con modalità che la sua stessa maggioranza non ha mai condiviso.
Adesso, alla luce delle motivazioni della sentenza, si tratterà di capire se e in quale modo Angela Cauzzi, assistita dall'avvocato Isabella Cantalupo, intenderà rivalersi per il grave danno d'immagine patito a causa della vergognosa vicenda.
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commenti
Enrico Bresciani
4 marzo 2022 20:26
Brava Angela. 2 a 0
Pierpiero
4 marzo 2022 20:37
Ora chieda adeguata ricompensa, anche se nessuna ricompensa sarà adeguata.
Giulio
4 marzo 2022 23:07
Mi aspetto le scuse di Galimberti e della sua truppa in primis dal sig. Carletto
Pasquino
5 marzo 2022 19:41
Le scuse non bastano
Pasquino
5 marzo 2022 19:39
Alla luce della sentenza sarebbe più che giusto che l'interessata facesse valere il suo diritto al risarcimento del danno subito ingiustamente e portasse in tribunale chi l'ha denigrata e diffamata così risulterebbero chiari anche i motivi di questo " pasticciaccio brutto" che non fanno certo onore a chi dovrebbe gestire la cosa pubblica seriamente e correttamente