19 ottobre 2021

Non bastavano le polemiche sulla fusione Lgh-A2A, riesplodono quelle mai sopite su Scrp. E' arrivata la diffida legale da parte di 8 sindaci contro la cessione di ramo d'azienda

Non bastavano le polemiche e per la fusione di  Lgh in A2A. Ora si aggiungono quelle mai sopite su Scrp, la partecipata di Crema e del Cremasco azionista di Lgh.

Per domani pomeriggio è infatti convocato in video conferenza il Comitato di indirizzo e controllo ordinario di Consorzio.it, società prima controllata da  Scrp, adesso  società in house autonoma che dovrebbe assorbire la stessa Scrp, nel frattempo messa in liquidazione e da alcuni anni  gestita da un commissario.   

A far scattare l’allarme  è la convocazione per domani in videoconferenza il Comitato di indirizzo e controllo di Consorzio.it con all'ordine del giorno l'informativa sulla fusione tra Lgh e A2A al primo punto e al secondo richiesta di “parere preventivo vincolante per l'operazione di aumento a titolo oneroso del capitale sociale della società “Consorzio Informatica Territorio Spa, da offrirsi in sottoscrizione al socio Scrp, Società Cremasco Reti e Patrimonio Spa in Liquidazione, da liberarsi in natura con conferimento di ramo d'azienda”. E’ appunto questo secondo punto che ha messo in allarme alcuni sindaci.

Oggi lo studio legale Raffaella Bordogna di Bergamo ha inviato a Scrp e per conoscenza a tutti i soci una diffida per nome e conto di alcuni comuni (SoncinoCasale Cremasco VidolascoCasaletto di SopraPalazzo PignanoRomanengoSalvirolaTicengo e Trescore Cremasco) rappresentati dai loro sindaci in qualità di soci receduti da Scrp e in attesa di una decisione dela Corte d’Appello di Brescia prevista per novembre del prossimo anno. La storia è nota. Scrp si era opposta al recesso e aveva accettato di risolvere la questione con un arbitrato. Ora l’arbitro si è pronunciato a favore dei recedenti, ma  Scrp si è opposta, quindi è una società in liquidazione con un contenzioso aperto.

L’avvocato Bordogna  nella diffida spiega: “I miei clienti sono venuti a conoscenza che S.C.R.P. sta ponendo in essere attività di cessione di ramo d’azienda che esulano dai poteri di una società in liquidazione ed in quanto tali possono essere ritenuti dagli stessi atti assunti in loro danno con la diminuzione patrimoniale della S.C.R.P. nei confronti della quale i citati Comuni sono creditori del valore delle proprie quote, come già definite in causa.

Allo stato, pertanto, i miei clienti, mio tramite, diffidano questa società dal porre in essere qualsivoglia attività di cessione di azienda o di ramo d’azienda, di beni, o ogni altro atto che possa ridurre il patrimonio societario e quindi la possibilità di garantire loro il pagamento delle proprie quote. In particolare i Comuni sopraddetti hanno preso atto con estremo stupore che una simile operazione (che potrebbe configurarsi come riduzione dei fondi o del patrimonio societario, e che potrebbe configurare responsabilità sia civile che eventualmente penale) venga portata in assemblea e sottoposta al voto dei propri colleghi Sindaci, i quali in futuro potrebbero essere chiamati a rispondere di tali eventuali responsabilità”.

L'avvocato Bordogna prosegue poi affermando che “I Comuni miei clienti Vi diffidano, mio tramite, a porre in essere qualunque attività sia essa di cessione beni, di cessione di rami d’azienda o rinunzia a crediti, che possano in qualsiasi modo ridurre la possibilità di vedersi liquidata la somma loro dovuta ormai pari ad oltre 4 milioni di euro, anticipando fin d’ora che essi procederanno a segnalare comportamenti eventualmente in violazione di norme o dei propri diritti ad ogni competente autorità, sia essa di controllo che giudiziaria”.

 

 

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti