Due storie antitetiche racchiudono, questo mese, gli antipodi della liuteria: una sentenza della Cassazione che pone fine ad una vicenda, durata ben 17 anni, legata alla vendita di un "falso" violino e l'annuncio di un nuovo record per un "vero" violino, ovvero la cifra più alta mai pagata per acquistare uno strumento di liuteria italiana.
La prima vicenda, iniziata nel 2008, si è conclusa in Cassazione nel febbraio 2025, ed ha riguardato un caso di vendita di un violino rivelatosi non autentico per il quale è stata richiesta la risoluzione contrattuale per vendita di aliud pro alio. La vicenda, travagliatissima anche sotto il profilo umano, è passata attraverso un sequestro conservativo, una prima sentenza del Tribunale del 2013, una ordinanza di efficacia esecutiva del 2014 impugnata in Corte d'Appello e rigettata nel 2019 e, infine, un rigetto del ricorso in Cassazione che ha riconosciuto la consapevolezza del venditore circa la non autenticità del violino, dimostrata sulla base di presunzioni (tra cui il rinvenimento nell'abitazione del venditore di numerosi violini, rivelatisi contraffatti; lo scarso valore di mercato del violino venduto ad un prezzo elevatissimo con la causazione di un ingiusto e rilevantissimo profitto a favore del venditore; l'apposizione di una targhetta posticcia che indicava il nome di un famoso liutaio con la conseguente induzione del compratore in errore attraverso un palese artifizio). Lo strumento, compravenduto a suo tempo per 650mila euro e proposto come strumento di liuteria italiana di pregio, si è rivelato non autentico essendo una mera imitazione tedesca (portante un cartiglio apocrifo) di poco valore. L'incauto acquirente ha ottenuto dopo 17 anni la risoluzione del contratto ex art. 1453 c.c. e la restituzione del prezzo a titolo d'indebito oggettivo.
La seconda vicenda, invece, riguarda un violino "vero": il "Baron Knoop" del 1715 di Antonio Stradivari che è stato venduto per 23 milioni di dollari (17,8 milioni di sterline; 21,1 milioni di euro), la cifra più alta mai pagata fin ora per un violino italiano. Una somma che ha quasi decuplicato l'investimento fatto dal collezionista statunitense David L. Fulton, che lo acquistò nel febbraio 1992. Uno strumento senz'altro di primissimo interesse, che porta il nome del barone Johann Knoop (1846-1918) che fu un collezionista di dozzine di grandi violini, viole e violoncelli di liuteria italiana.
Queste due storie antitetiche mostrano, ancora una volta, che il mercato della liuteria, per i valori importanti che molti strumenti musicali ad arco rivestono, necessita di professionalità per non incorrere nei delitti di falso, sempre più frequenti.
The 1717 “Baron Knoop”. Photo courtesy David L. Fulton per "Strad"
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