12 novembre 2024

Omaggio a chi ha perso la vita nelle missioni di pace: la commemorazione questa mattina al parco Caduti di Nassiriya

In occasione della Giornata nazionale della memoria per i caduti civili e militari nelle missioni internazionali per la pace questa mattina, al parco Caduti di Nassiriya, presenti le autorità civili, militari cittadine e i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, tutte con i loro labari, si è tenuta la cerimonia commemorativa davanti al cippo che ricorda i civili e i militari morti a causa di un attentato terroristico che devastò la base italiana Maestrale a Nassiriya, in Iraq, il 12 novembre del 2003. 

La cerimonia è iniziata con la lettura dei nomi dei Caduti di Nassiriya. Dopo l'Onore ai Caduti, il Sindaco Andrea Virgilio con la Vice Prefetto Teresa Gandolfo, il Comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Paolo Sambataro, il vice Comandante del X Reggimento Genio Guastatori, Tenente Colonnello Giovanni Petrocelli e il Questore Ottavio Aragona, hanno deposto una corona di alloro, portata da due carabinieri in alta uniforme, al cippo commemorativo collocato nel parco di via Trebbia. 

Presenti, tra gli altri, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Massimo Dell'Anna, Graziella Locci in rappresentanza della Provincia di Cremona, il Maggiore Gabriele Schiaffini, Comandante della Compagni Carabinieri di Cremona, i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, e gli alunni della classe III C della scuola secondaria di primo grado "Antonio Campi", accompagnati dalle loro docenti.

Dopo la lettura della Preghiera per i caduti, a nome del Comune che, come da tradizione, ha organizzato la cerimonia in collaborazione con la sezione cremonese dell'Associazione Carabinieri in congedo, ha preso la parola il Sindaco: "Ci ritroviamo oggi uniti nel ricordo dei caduti di Nassiriya, per onorare la memoria di quei 19 italiani - carabinieri, soldati e civili - che il 12 novembre 2003 persero la vita in un vile attentato mentre erano impegnati in una missione di pace. A vent'anni di distanza, il loro sacrificio ci parla ancora con forza, richiamando valori profondi di solidarietà, dedizione e servizio. Quel giorno, uomini e donne coraggiosi erano in una terra lontana per portare un messaggio di speranza e stabilità a una popolazione duramente provata. La loro missione non era di conquista, ma di sostegno. Erano lì per rappresentare i valori più nobili della nostra Patria, per aiutare chi soffre e chi è stato privato della sicurezza, e per costruire le basi di un futuro di pace. Questa missione, che oggi ricordiamo con orgoglio e commozione, è il simbolo di un'Italia che crede nel dialogo, nella cooperazione e nel rispetto dei diritti umani.

Oggi, in un mondo ancora scosso da conflitti, tensioni internazionali e nuove minacce alla sicurezza globale, il sacrificio di Nassiriya ci richiama alla nostra responsabilità di continuare a sostenere la pace, ovunque essa sia messa a rischio. Le loro vite ci ricordano che la pace non è mai scontata, ma va costruita e difesa con impegno costante. Oggi più che mai, in un mondo complesso e spesso diviso, abbiamo bisogno di tenere saldo il loro esempio, che ci insegna il coraggio di credere in un futuro di cooperazione, di rispetto tra i popoli e di giustizia. Inoltre, non possiamo ignorare le sfide che affrontano oggi le nostre forze armate e di pace. Viviamo un periodo di grande instabilità geopolitica, con la minaccia sempre più diffusa di conflitti asimmetrici, terrorismo, crisi umanitarie e migrazioni forzate. Gli uomini e le donne che, come i caduti di Nassiriya, scelgono di servire all'estero sono chiamati a operare in contesti estremamente complessi, lontano dalle proprie famiglie, e spesso con grandi sacrifici personali.

A loro va oggi il nostro ringraziamento e la nostra vicinanza. Ricordiamo anche che la sicurezza non è solo una questione di difesa militare: è un valore che si costruisce anche attraverso la diplomazia, la cooperazione internazionale e lo sviluppo. Dobbiamo investire nella comprensione reciproca e nella collaborazione tra i popoli, perché solo in questo modo possiamo sperare di prevenire le cause profonde di conflitto.

E infine, il nostro pensiero va alle famiglie dei caduti di Nassiriya, che portano ogni giorno il peso della loro assenza. Il loro dolore ci ricorda che dietro ogni divisa ci sono volti, storie e affetti. Che il loro sacrificio sia un monito e una guida per le nuove generazioni, per costruire un Paese e un mondo in cui la pace non sia solo un ideale, ma una realtà concreta e condivisa".

Oggi, con rispetto e profonda gratitudine, rendiamo omaggio ai caduti di Nassiriya, impegnandoci a non dimenticare mai il prezzo che hanno pagato per un mondo più giusto e sicuro".


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