1 aprile 2025

Omaggio a Evelino Abeni, ovvero il tributo alla forma più alta d'amore per il melodramma di tutti

Omaggiare la passione per il teatro lirico di Evelino Abeni è un’operazione di grande interesse. Perché l’amore di Evelino per il mondo operistico è sceso fin dentro le radici di quella cultura musicale trasversale alla nostra società locale quanto meno dai primi anni dell’ Ottocento e per tutto il ventesimo secolo. E il Concerto in memoria di Evelino Abeni andato in scena al teatro Filodrammatici di Cremona è stato lo specchio di questo suo modo di concepire e vivere il melodramma. Sul palco il Coro Lirico ‘Ponchielli Vertova’: complesso riproducente esattamente questa visione ‘popolare’ delle opere liriche. Fuori dai fasti dei teatri e vicina all’animo e al senso estetico, e perché no patriottico, dei grandi amanti del genere. Con l’ensemble vocale, guidata da Loris Braga, i componenti dell’Accademia di Canto lirico della Società Filodrammatica Cremonese di Nadiya Petrenko. Al pianoforte, maestri accompagnatori, si sono alternati Marco Brunelli e Giampietro Storti.

Significativo, proprio a tracciare questa parabole del valore sociale e umano della musica, il programma. Fitto di pezzi celeberrimi da Verdi a Bellini, da Mascagni a Bizet. Tutti tratti da altrettante opere idolatrate dai musicofili, anche quelli meno incalliti. Melodie che fino ad almeno cinquant’anni anni erano la colonna sonora non solo di chi poteva economicamente permettersi un palco all’opera. Ma da tutti. Dal semplice artigiano. Al panettiere. Al barbiere, con bottega sotto il Torrazzo, che nel suo tempo libero andava a rimpinguare  le fila dei coristi del Teatro Ponchielli. E allora ecco il’ Nabucco’ verdiano con Arredi festivi. Poi Celeste Aida e Ritorna vincitor. L’indimenticabile Casta Diva dalla ‘Norma’ belliniana. Il potentissimo Regina Coeli dalla ‘Cavalleria Rusticana’ di Mascagni. Per chiudere con La vergine degli angeli pezzo forte de ‘La Forza del destino’. Nel mezzo il celeberrimo Habanera  dalla Carmen di Bizet, e l’altrettanto celeberrimo Parigi o cara dalla verdiana ‘Traviata’.

Tra quelle note, in quel contesto corale e tecnico, sono ripassati tutti gli ‘amori’ di Evelino per questa forme sublime d’arte vocale. La sua passione per una musica che non era solo un divertimento per poche élite privilegiate ma che era per tutti. E al contrario di quanto si possa pensare, Evelino ha sovrapposto proprio in questo modo popolare e egualitario di intendere il fatto artistico , il suo credo politico con l’elemento artistico e storico. 

E nelle note di stasera questo si è sentito perfettamente. La musica spoglia dai fasti della messa in scena per farsi pura rappresentazione di un atto artistico. 

Tutti bravi gli interpreti. 

Ricordo iniziale del politico e musicofilo cremonese da parte di Roberto Codazzi, Giorgio Mantovani e di un visibilmente commosso Luciano Pizzetti

Roberto Fiorentini


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