15 ottobre 2021

Ore 18,10 si è ripetuto in Cattedrale l'effetto solstizio autunnale con un raggio di luce naturale che illumina il Redentore

Lo spettacolo non si è fatto attendere nemmeno stavolta: l'ultimo raggio di sole illumina il catino absidale del Duomo, e l'oro del fondo sfavilla per un attimo intorno al profilo del grande Cristo Redentore. Un fenomeno che si ripete solo due volte all'anno: alle 17,40 del 1 marzo ed alle 17,10 (18,10 ora legale) del 15 ottobre. La luce, attraverso il rosone centrale, percorre lentamente la parte settentrionale della navata, illumina prima la fascia degli affreschi poi sale verso i matronei e le maestose volte fino a raggiungere l'abside. Allora vengono esaltate le tinte seriche del grande manto che avvolge la figura del Cristo, il profondo blu, l'azzurro del cielo.  Il grande affresco di Cristo Pantocratore nel catino absidale è stato il primo ad essere dipinto del ciclo che avevano in mente i Massari della Cattedrale. Boccaccio Boccaccino nel 1506 era appena tornato da Venezia, e si dedica al catino absidale traducendo la richiesta dei Massari di dipingervi il “nostro Dio e sommo Signore” nella solenne figura del Pantocrator, del Cristo giusto Giudice, ritraendolo in un’immagine che ne coglie il tratto soprannaturale, più che la sua umanità e idealizzandolo nella grandezza della sua divinità al ritorno glorioso alla fine dei tempi. Una solennità, in questa immagine, sottolineata dallo sfondo dorato che Boccaccino porta ancora negli occhi dalle basiliche della Serenissima e dalla presenza dei santi patroni della città: da sinistra, Marcellino, Imerio, Omobono, Pietro esorcista, assieme ai simboli dei quattro Evangelisti. Questo affresco, con la sovrastante Annunsiazione, inaugura quella che sarebbe divenuta, nei quindici anni successivi, la cosiddetta Biblia Pauperum, la “Bibbia dei poveri”, che ancor oggi racconta, con il linguaggio di un’arte che tocca il cuore, le storie della Vergine e di Gesù Cristo, in un succedersi di scene che affrontano gli episodi cardine del Vangelo.

Fabrizio Loffi


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commenti


Ornella

16 ottobre 2021 06:22

Quante belle scoperte mi riservate
Grazie