Oreste Perri ricorda Maurizio Cozzoli: "Lui e l'acqua del Po, una cosa sola. Ha lasciato un grande vuoto in tutti, ma restano valori importanti come l'amore per il fiume che non dobbiamo dimenticare"
Quando ho deciso di contattare Oreste Perri per offrire ai lettori un ricordo di Maurizio Cozzoli, per tutti i cremonesi ‘il Caimano del Po’, non è stato per avere una testimonianza di una persona conosciuta da tutti i cremonesi -anche se questo la avvalora molto- ma perché ero certo, e sono felice di averne avuto la conferma, che i valori e le passioni che hanno condiviso attraverso un’amicizia semplice e genuina, ci restituisse, anche solo per poche righe, quella persona che ha lasciato un grande vuoto, ma anche bellissimi ricordi ed importanti insegnamenti.
Oreste Perri ha accolto la mia proposta con la gentilezza per cui tutti i cremonesi lo conoscono e lo apprezzano, ma questa volta nella sua spontaneità, era tangibile anche la sofferenza e lo smarrimento di chi ha perso qualcosa di più di un amico.
“E’ stato un fulmine a ciel sereno, una notizia inaspettata. Ero a casa e stavo leggendo le notizie di Cremona sul cellulare e la sua scomparsa mi ha preso alla sprovvista, in contropiede. Sapevo che non stava bene, ma non mi sarei mai aspettato che finisse cosi. Sono rimasto incredulo soprattutto perché lo avevo sentito qualche giorno fa per telefono per un saluto”.
“Lui sempre ottimista, non si è mai lamentato della sua malattia, mi diceva 'Quando guarisco torno a fare le mie attraversate, le mie nuotate', questo era il suo unico desiderio. Era una persona straordinaria, aveva un entusiasmo ed una umiltà che lo faceva stare bene in mezzo a tutti. Con lui era piacevole parlare di tutto, perché riusciva a mettere tutti a proprio agio, una persona dolce, gentile e buona”.
“Ovunque andasse, portava la sua ‘cremonesità’, ne andava fiero ed era orgoglioso di rappresentare la sua città e la sua gente. Una persona, che con la sua passione, ha saputo a termine delle imprese incredibili. Spesso quando ci ritrovavamo a pranzo, me ne raccontava: la Gran Fondo sul Rio del Paranà in Argentina, dove aveva nuotato per quasi 10 ore, oppure l’attraversata dello Stretto di Gibilterra, che divide Spagna e Marocco, il primo italiano a concludere l’impresa”.
“Un giorno mi raccontò che quando era bambino, una signora gli aveva letto la mano, predicendogli del legame che avrebbe avuto con l’acqua. Lui è nato nel Po e lì tornava ogni volta. Ricordo di quella quando, ero ancora sindaco di Cremona, ha voluto percorrere qualche chilometro di fiume fino alla canottieri Baldesio. Faceva un freddo tremendo, lo seguivamo in barca ricordo che l’abbiamo aiutato a salire sulla zattera, era intirizzito dal freddo dell’acqua e nonostante gli battessero i denti, raccontava con entusiasmo di questa esperienza, mentre noi, sul pontile della canottieri imbacuccati con cappotti, sciarpe, guanti, lo invitavamo ad andare a farsi una doccia calda. Questo era il suo legame con il fiume, la sua passione per il nuoto, la sua vita era l’acqua. Questa era la sua forza”.
“Ci univa la passione e l’amore per il Po, anche per le sfide personali di quando riesci a fare qualcosa che ti fa arrivare al limite, attraverso le gare per sfidare se stessi. Maurizio è stato il Presidente del ‘Lions Cremona Lido Po’ e mi ricordo di quando mi invitò a parlare della canoa, della mia esperienza ed intanto che parlavo, vedevo i suoi occhi sorridere, perché riviveva la sua stessa passione, quella che ci univa”.
“Penso che se fossi nato in un’altra città, non sarei riuscito a fare quello che sono riuscito a fare qui con i cremonesi, con la gente di Cremona, con le Canottieri. Gente laboriosa e buona, che sa darti la pacca sulla spalla se sei bravo, ma anche se hai bisogno. La nostra città è sempre stata attenta a chi ha bisogno e a chi rimane indietro. Cremona è una bella città e non solo per la sua storia e la sua arte, ma per la gente”.
“Pensando all’amore di Maurizio per il Po, mi piacerebbe che i cremonesi gli si riavvicinassero, come è stato in passato. Ora invece viene osservato più da lontano, ma è un patrimonio che abbiamo la fortuna di avere e non ce lo dobbiamo dimenticare. Non lo vorrebbe neppure Maurizio lui che, devoto alla Madonna di Brancere, per molti anni ha seguito la processione dei barcaioli sul fiume dalle canottieri al Sales. Pochi chilometri rispetto a molte altre imprese concluse, ma forse i più emozionanti, i più importanti, i più amati”.
“Questo amore per la nostra terra ed il nostro fiume, legame che ha rappresentato fino alla sua scomparsa, è il messaggio che ci ha voluto donare per riempire il vuoto incolmabile che ha lasciato. Un vuoto in chi l’ha conosciuto e soprattutto in chi l’ha vissuto da vicino come me. Mi commuovo a parlarne e a pensare di non vederlo più in giro. Manca già davvero tanto”.
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