19 ottobre 2025

Ottomila abitanti, il Quartiere Po in assemblea fa sentire la sua voce: criticità (strade, cantieri, sicurezza) e proposte per un quartiere più vivibile

Si è svolta sabato pomeriggio,presso la palestra dell’oratorio di Cristo Re, l’assemblea pubblica del quartiere Po, organizzata dal comitato di quartiere. Il Quartiere con i suoi 8mila abitanti (l'11% della popolazione residente in città, il secondo quartiere più abitato dopo il Centro) ha più volte fatto sentire la propria voce sui tanti problemi della zona, anche in diversi incontri avuti con l'Amministrazione comunale. 

L’assemblea, molto partecipata, si è aperta con l’intervento della presidente, Gianpaola Costanzo, che ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto grazie alla mobilitazione dei residenti: la raccolta firme che ha permesso di evitare l’abbattimento del muro dell’area Frazzi. “Un segno concreto – ha sottolineato – di come la collaborazione tra cittadini e istituzioni possa portare a esiti positivi.”

Nell’occasione, la presidente ha anche anticipato che si sta lavorando all’organizzazione della prossima festa di Sant’Omobono, pensata come momento di svago, socialità e partecipazione. 

Sono state presentate inoltre due proposte, che il comitato intende sottoporre al Comune per migliorare la vita del quartiere:

• l’istituzione dei “custodi di quartiere”, volontari con competenze specifiche incaricati di segnalare criticità legate a manutenzione, sicurezza, verde pubblico e decoro urbano;

• la creazione di unfondo per il bilancio partecipativo”, che consentirebbe ai cittadini di proporre e votare progetti da realizzare con risorse pubbliche, rendendo più trasparente il rapporto tra amministrazione e territorio.

                                                                               Le criticità: strade, cantieri e sicurezza sotto accusa

Dopo l’introduzione, l’assemblea ha affrontato i numerosi problemi irrisolti del quartiere, che alimentano ormai da tempo il malcontento dei residenti.

Tra le segnalazioni più pressanti figurano i marciapiedi dissestati e pericolosi, l’uso improprio del parco giochi di via dei Classici da parte di adulti e il ponte sul Morbasco non ancora riparato, definito “una vergogna eclatante”. L’opera, il cui rifacimento costerebbe complessivamente 240.000 euro (di cui 40.000 destinati alla sola progettazione), attende da anni il rifacimento; alcuni residenti si sono domandati se esistano ancora le pregevoli decorazioni ottocentesche in ghisa che, si ricorda, rimasero a lungo incustodite e abbandonate sul posto all’epoca del violento nubifragio. 

Sul fronte della manutenzione ordinaria, il bilancio è stato giudicato negativo: nessun riscontro concreto alle segnalazioni dei cittadini, punti luce su viale Po mai abbassati come richiesto e alberi poco curati lungo le principali arterie urbane.

Ampio spazio è stato dedicato al caso del cantiere di largo Moreni, dove – denunciano i residenti – “le scadenze non sono state rispettate, il cantiere è rimasto a lungo fermo con periodi in cui erano visibili appena due operai al lavoro e la rotonda, anziché migliorare la viabilità, sta provocando dalla riapertura code di due chilometri negli orari di punta”.

Tra le altre criticità discusse: la vasca di laminazione del sottopasso della tangenziale, ritenuta inefficace; l’assenza di illuminazione in via dei Classici e l’inagibilità del campo da basket, troppo scivoloso e pericoloso; la richiesta di riqualificare il parco Sartori, la cui fruibilità è peggiorata dopo il suo rifacimento, e la segnalazione di intervenire sull’incuria del parco del Morbasco.

I cittadini hanno inoltre segnalato il grave problema dell’inquinamento acustico fino a tarda notte durante i numerosi concerti nella zona del piazzale Atleti Azzurri d’Italia e la necessità di installare più telecamere nelle zone sensibili. 

Non sono mancate richieste puntuali: più controlli del vigile di quartiere anche in orario serale, la revisione del tempo di attraversamento del semaforo di via Vittori e un sopralluogo congiunto alla rotonda di largo Moreno delle istituzioni preposte, del direttivo del Q10 insieme a RUP e progettista, per verificarne le criticità.

Il sentimento generale emerso dall’assemblea è stato di forti dubbi per l’inerzia dell’amministrazione e per l’uso dei fondi pubblici, spesso impiegati in opere che in diversi casi si sono rivelate peggiorative dello status quo ante. 

Il quartiere Po, hanno ribadito i partecipanti, non chiede promesse ma risposte concrete: “La città cresce solo se la costruiamo insieme – ha ricordato il comitato – ma serve la volontà di ascoltare davvero chi ci vive ogni giorno.”

Nelle foto: il viale Po, l'assemblea di quartiere di ieri e il Comitato del Quartiere Po

r.c.


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commenti


Innominato

19 ottobre 2025 08:38

Monumento alla incapacita: evidente di personaggi spocchiosi sordi e addirittura dannosi cui è stata affidata la cura ( si fa per dire) della città

Valentina

19 ottobre 2025 19:28

Finalmente una buona notizia ,e bravi i cittadini della zona Po che sono riusciti ad evitare che si compresse un'altra vavolata da parte dell Amm.Comunale ,l'abbattimento del muro che al contrario di quello di Berlino non divide nessuna città ma consente a chi porta i bimbi a giocare che possa godere di una certa sicurezza dal traffico

Mirco

19 ottobre 2025 22:43

Il quartiere po è abbandonato da hanni,il parco morbasco è abbandonato a se stesso.La viabilità in tutta la città è problematica ,tombini buche, ovunque l'inquinamento è diventato insopportabile.

Michele de Crecchio

21 ottobre 2025 00:24

Il quartiere Po costituisce per Cremona quello che, per l'Europa, è l'Olanda (non a caso detta anche "Paesi bassi"), Il suo territorio, geologicamente problematico, infatti, quasi tutto, negli ultimi secoli, è stato progressivamente urbanizzato sospingendo sempre più verso mezzogiorno il corso del fiume Po. Questa sua particolare origine ne ha determinato caratteristiche particolari, non sempre adeguatamente e tempestivamente considerate nel corso delle molteplici operazioni che ne hanno, progressivamente, alterato l'assetto geologico invero singolare, assetto al quale si sono dovute adattare le progressive e diverse storiche utilizzazioni, da quello naturalistico, all'agricolo, all'industriale, al residenziale, al commerciale ed ai relativi servizi. Anche le tipologie edilizie e le urbanizzazioni si sono nel tempo evolute. La complessa storia naturale, economica, sociale ed ambientale dell'intero quartiere meriterebbe di essere oggetto di uno studio multidisciplinare, studio che, per ora, è stato episodicamente effettuato solo parzialmente.