Quando in Duomo c'era la sagrestia vecchia o canonicale. Venne demolita nel 1928. La sua storia. La costruzione fu del De Lera che volle lì l'armadio intarsiato del Platina
Nel 1928 si completava la seconda fase delle demolizioni per l’isolamento del Duomo; l’ultima costruzione ad essere demolita fu la Sagrestia Vecchia o Sagrestia Canonicale, una costruzione rimarchevole dovuta all’estro di Bernardino de Boccoli detto De Lera. I canonici nella seconda metà del 1400, non sapevano dove conservare i preziosi paramenti liturgici, i bellissimi corali miniati, gli argenti e gli altri oggetti preziosi del Duomo, per cui incaricarono il più importante architetto del momento, il Maestro Bernardino de Boccoli detto De Lera di costruire una nuova canonica dove riporre quelle preziosità. Fu scelto di edificarla subito dopo le abitazioni dei canonici, proprio dietro l’abside maggiore del Duomo, molto probabilmente prima del 1477 ed era costituita da due ambienti, uno al piano terreno col soffitto a volte unghiate ed uno al primo piano. Il De Lera stesso insistette perché sia i codici miniati che gli argenti venissero custoditi in un armadio intarsiato e chiese espressamente di incaricare Giovanni Maria Platina per l’esecuzione di detto armadio, assicurando che avrebbe sovrainteso alla costruzione e garantendo per il Platina che forse non aveva raggiunto la maggiore età.
Con l’armadio (ora al Museo Civico in deposito) il Platina eseguì anche un bancone intarsiato firmato e datato, come riporta l’iscrizione, nel 1483. Ora è custodito in Sala Bolognini del Palazzo Vescovile. L’arredo risulta pesantemente danneggiato da una pulitura drastica e dallo smontaggio di alcune parti.
Questi arredi erano posti al piano terreno, ma altre esigenze sorsero ben presto che nell’anno 1535 richiesero l’intervento dei maestri muratori Giovanni Antonio de Cornetti e Giovan Francesco della Torre. La richiesta dei canonici era chiara: rinforzare o rifare il pavimento tra il piano terreno ed il primo piano e il tetto della sagrestia. I due maestri muratori proposero una colonna grossa che sostenesse il pavimento ed il tetto. Fu aggiunto anche un passaggio sopraelevato tra la sagrestia ed il Duomo, appoggiato ad un arco, che finiva dietro al coro del Platina, dove tramite una porticina ricavata in uno stallo, si accedeva al presbiterio. Nel primo piano vennero posizionati degli armadi per contenere soprattutto i preziosi paramenti liturgici ed un bancone regalato dal Platina ed eseguito dai suoi allievi; questi arredi ora sono conservati nell’archivio sopra l’attuale Sagrestia dei Canonici. Purtroppo il bancone versa in una situazione precaria, avrebbe bisogno di un restauro che ne metta in luce le tarsie.
Nella fotografia di Aurelio Betri si vede quell’edificio alto dietro l’abside del Duomo è la Sagrestia Vecchia; si può anche vedere il passaggio tra detta sagrestia ed il Duomo.
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