Quegli acquerelli ritrovati. La cattedrale con la protezione per le schegge delle bombe e vista da un architetto scozzese dell'800
Due periodi diversi, due persone diverse, due tecniche diverse, due momenti diversi ma la stessa, immutata, bellezza. Spiegare così due immagini significa, in termini pratici, non dire nulla ma è chiarissimo che i due acquerelli raffiguranti il Duomo di Cremona sono nati da situazioni completamente differenti. E' giusto così, ognuno di noi ha un modo diverso per ritrarre qualcosa e capire cosa sta osservando, così come potrà valutare i due dipinti con occhio diverso ma la bellezza di un'opera rimane immutata. Maceo Casadei è stato un pittore romagnolo che, nel 1941, girò l'Italia con gli strumenti del mestiere per ritrarre come viveva la penisola mentre i soldati combattevano su diversi fronti in Europa e in Africa. I suoi acquerelli divennero una serie chiamata “Scene di guerra” e raccontavano i colori di quel paese che viveva lontano dal fronte della battaglia ma che temeva di come la guerra avesse potuto trasferirsi nelle città danneggiando un patrimonio unico. A Cremona Casadei vede piazza del Duomo con un ottica differente rispetto a quella classica, lo fa partendo da via Solferino, con la ringhiera del balcone sull'angolo che sembra la stessa, lo spiovente del tetto e la tenda sulla strada tutt'ora presenti e, nel quadro, il Torrazzo si affaccia timidamente come al solito quando si arriva dalla piccola strada che sbuca sulla piazza. Quel timido approccio nasconde per poco la enorme unicità della torre caratterizzata dai colori del cotto cremonese e dall'orologio astrologico che, di solito, diventano unici solo pochi passi dopo. Quello che vuole raccontare il pittore è la bellezza di una piazza segnata dalle strutture messe a protezione dell'ingresso della cattedrale, strutture che raccontano quella guerra ancora, almeno a livello di combattimenti cittadini e bombardamenti, lontana. Poco dopo la visita a Cremona Maceo verrà spedito al fronte, il suo lavoro era quello di fotografare e disegnare quei luoghi, tanto lontani dai colori della Bertazzola e del Duomo, dove i soldati italiani combattevano spesso per trovare immagini o strutture ben diverse dalla piazza che aveva rappresentato così bene.
Colorado Springs è una città relativamente moderna nel bel mezzo dello stato del Colorado. Si è sviluppata alla svelta dalla seconda metà del XIX secolo, uno sviluppo urbano che aveva spazi enormi a disposizione e che guardava con occhio attento alla bellezza di quel parco naturale della Grand Mesa che domina la città. Qui c'erano tribù di nativi americani fino a quando “la corsa all'oro”, che cominciò proprio da quel villaggio chiamato Colorado Springs, non richiamò migliaia di persone che vedevano nel colore rossiccio delle montagne ad ovest una opportunità per enormi ma non facili guadagni. L'architetto scozzese Thomas MacLaren non partecipò a quella corsa, ma venne chiamato nella piccola città per fare in modo che la ricchezza offerta da quelle montagne potesse diventare parte dello sviluppo cittadino. Siamo verso la fine del XIX secolo, esattamente nel 1891 quando, arrivato dall'altra parte del canale della Manica, il giovane Thomas neolaureato in architettura si presenterà in piazza del Duomo a Cremona per capire, ma soprattutto vedere con i propri occhi, la storia e i colori che aveva studiato sui libri. Si sedette vicino all'entrata del Battistero e, con pennelli e colori, decise di rappresentare la magnificenza della porta d'ingresso della Cattedrale, ottenendo un quadro che esalta l'energia di quel luogo. Il suo lavoro è elegante, attento e ordinato e può raccontare anche ai cremonesi del 2022 di come quell'ingresso era, soprattutto in alcuni particolari, un po' diverso a quello odierno. Maceo e Thomas hanno deciso, in modi e tempi totalmente differenti, di descrivere la stessa cosa per poter far vivere la stessa bellezza, due messaggi diversi per lo stesso fine, quello di esaltare il piacere alla vista di ciò che, spesso, i cremonesi danno per scontato. MacLaren, a Colorado Springs, rappresenta buona parte dello sviluppo di quella città all'inizio del XX secolo, città che oggi, sempre sotto l'occhio attento della Grand Mesa, gli ha giustamente tributato scuole, palazzi e strade, anche per Thomas la bellezza era racchiusa in una piazza dai colori unici, così come per Maceo quella bellezza non poteva manifestarsi in tutto il suo splendore per la presenza di una guerra.
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commenti
armando
25 settembre 2022 05:30
Salve, chiedo se questi acquarelli si possono vedere, grazie
marco bragazzi
25 settembre 2022 07:36
Buongiorno,
gli acquerelli, nella versione originale, sono visibili. Il problema riguarda la locazione, uno è a Bologna e viene esposto anche seguendo la serie di opere "Scene di guerra", l'altro è presso la Colorado State University, l'accesso diretto all'opera è consentito dopo la registrazione, come in molte università statunitensi, fatta all'interno della struttura. Le auguro una buona giornata
daniele
25 settembre 2022 08:20
Meravigliosi.