6 agosto 2025

Quel Carroccio dimenticato nelle cantine del Museo, il caso sollevato dal quotidiano Libero. Esposto durante la Giunta Perri (con l'entusiasmo di Maroni), venne poi rimosso

E’ diventato un caso nazionale la ‘sepoltura’ nei magazzini del Museo Comunale del Carroccio medievale di Milano conservato a Cremona prima nelle soffitte del Duomo poi negli spazi espositivi delle collezioni pubbliche di Palazzo Ala Ponzone. Infatti dopo il restauro, nel 2013, e una breve esposizione, l’importante manufatto è svanito nel nulla. Ricordiamo la visista di Roberto Maroni in quella occasiopne. A far scattare l’interesse del quotidiano Libero oggi in edicola l’interrogazione a risposta scritta firmata da Alessandro Portesani, Cristiano Beltrami (Novità a Cremona) e Jane Alquati (Lega) .

Di fatto il reperto fu confinato nelle segrete del palazzo allorquando il comune di Cremona passò da un’amministrazione di centro destra a quella di centro sinistra guidata da Gianluca Galimberti. Una coincidenza politica che di certo non è sfuggita al quotidiano milanese.

Del resto, anche l’interrogazione dei consiglieri cremonesi mettono l’accento su questo voler oscurare un simbolo storico che, negli anni, è diventato un’icona politica probabilmente non gradita al centro sinistra.

“Il carroccio rappresenta un unicum storico e simbolico per la città di Cremona e per l’intera regione Lombardia”, scrivono Portesani, Beltrami e Alquati. “Il suo stato di abbandono costituisce un grave danno per la memoria storica locale e un’occasione mancata in termini di valorizzazione culturale e turistica”.

Messa in chiaro la situazione incalzano il sindaco su "dove si trovino esattamente oggi i resti del carroccio di Milano e in quali condizioni siano conservati. Se il Comune intenda adottare iniziative per il recupero, l’eventuale restauro e il riallestimento pubblico del reperto. Se esistano progetti predisposti per tale scopo, e quali siano state le motivazioni per cui non sono mai stati attuati. Se non si ritenga opportuno, anche simbolicamente, restituire alla città questo importante cimelio, garantendone l’accessibilità e la dignità espositiva che merita”.

Negli anni passati, il conservatore Mario Marubbi avrebbe predisposto alcuni progetti di recupero. Purtroppo però il finanziamento che doveva attuarli era stato spostato prima da Luca Burgazzi, poi da Rodolfo Bona su altre iniziative più vicine alla sensibilità del centro sinistra. E il simbolo del nostro medioevo è rimasto desolatamente rinchiuso nelle cantine del palazzo. Solo l’assessore Paolo Carletti ha parlato, qualche settimana fa, di un possibile recupero: ma tutto è rimasto lettera morta. Ora la polemica è scoppiata.

Nelle foto il Carroccio durante l'esposizione, il libro che ne ricorda la storia e la visita di Roberto Maroni


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