14 maggio 2023

Quel violino cremonese che ha ispirato Vanvitelli per l'armoniosa forma della Reggia di Caserta

La sua forma è utilizzata principalmente per fare musica ma, grazie alla armonia che presenta nelle dimensioni, è stata spesso rivista per costruire palazzi, chiese, barche o altre strutture più o meno conosciute e recenti. Stiamo parlando di Sua Maestà il violino, quello strumento musicale che, coerentemente con il pensiero comune da secoli, identifica la città di Cremona. Nel luogo dove fin dal XVI secolo alchimisti e liutai diedero origine a quelle forme così armoniose e così ben studiate per dare valore a quella forma d'arte in costante mutamento, la musica, si può camminare osservando vetrine o luoghi dove il violino è diventato parte della città. Ovviamente è strano navigare su una barca che abbia la forma del tipico strumento ad arco, così come è di certo particolare seguire una lezione di musica in un edificio che, manco a dirlo, richiama le proporzioni di Sua Maestà ma, davanti alla innovazione musicale e architettonica, ci può stare una visione così moderna degli spazi. Camminare o solcare i canali di Venezia dentro un violino, nel XXI secolo, può avere un senso ma camminare all'interno di un violino vecchio di secoli ha un sapore ben diverso.

La storia di questa camminata immersa nell'arte parte quasi 300 anni fa, all'incirca nel 1750 quando l'architetto l'architetto Luigi Vanvitelli ebbe l'incarico da Carlo di Borbone di ristrutturare l'area intorno ad una villa nei pressi di Caserta che, fino ad allora, era scivolata in condizioni di degrado quasi irrecuperabile. Vanvitelli accetterà ben volentieri, il progetto era enorme ed articolato e, già sulla carta, avrebbe dato origine ad un luogo che verrà celebrato nei secoli, tanto che il suo lavoro verrà portato avanti dal figlio Carlo e da altri progettisti fino al 1845. In quel 1752 cominciarono i lavori per la costruzione della stupenda ed unica Reggia di Caserta, una delle perle nella storia artistica mondiale composta da giardini stupendi e da un Palazzo Reale che, forse, non ha eguali nel mondo.

In quel 1752, dalle idee e dai progetti dell'archetto Luigi Vanvitelli, comincia la storia del nostro violino nella Reggia di Caserta.

Già, quel violino non è semplicemente un affresco dentro Palazzo Reale, non si tratta di un semplice corridoio chiamato “corridoio dei violini” ma è la Reggia in tutta la sua bellezza che rappresenta un violino. Probabilmente alcuni lo sapevano già ma risulta difficile, senza una visione dall'alto, aver idea della incedibile scelta fatta dal progettista quasi 3 secoli fa; il violino è lì, da vedere, nella sua forma più classica, da vivere appieno perché ci si può muovere all'interno tra i giardini e il Palazzo.

La Reggia di Caserta è Sua Maestà nella storia dell'arte e richiama a se l'altro sovrano nel mondo della musica, quel violino il cui manico è rappresentato dal viale d'ingresso, l'incavatura la si trova all'altezza del Palazzo e le due tipiche “effe” della cassa armonica sono ricavate sempre nel giardino posteriore, debitamente più largo, della Reggia.

L'effetto è impressionante e da scoprire; ogni anno quasi un milione di visitatori si presenta davanti a magnificenza nata da un progetto unico e cammina lungo il manico, fotografa le “effe”, si perde della bellezza della struttura che sembra ricavata dall'incavatura e non viceversa. E' un percorso sconosciuto a molti ma unico nel suo genere, ci si immerge all'interno di qualcosa di unico alla scoperta della cappella palatina o degli appartamenti reali per trovarsi, spesso inconsapevolmente, a scoprire le forme di qualcosa di altrettanto unico come un violino. L'effetto “a violino” della Reggia di Caserta si amplifica con la neve perché i giardini rendono più chiare le proporzioni e le caratteristiche tipiche dello strumento cremonese per eccellenza. Ma da dove nasce quella forma unica “prestata” alla Reggia di Caserta? Non si sa, di certo nel 1752 la liuteria cremonese era già ben conosciuta in tutto il mondo, forse lo stesso Vanvitelli aveva la passione per la musica o forse Carlo di Borbone ci teneva alle feste danzanti ma, che sia per caso o per scelta, è impressionante vedere una struttura enorme così attentamente dedicata allo strumento a quattro corde. Dopo i moderni edifici, passando per le barche, si arriva ad un violino che ha un sapore storico diverso, diverso perché ispirato nella città di Cremona dal genio di maestri liutai già secoli fa. 

Marco Bragazzi


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