Rinasce l'ex cinema Tognazzi e diventa centro di studi e aggregazione giovanile. Iniziativa della Fondazione Arvedi Buschini d'intesa con il Comune. Operazione in dirittura d'arrivo
L'ex cinema Tognazzi di via Verdi diventerà un centro di aggregazione giovanile con spazi per lo studio, una biblioteca e servizi dedicati ai ragazzi cremonesi e agli universitari. A tredici anni dalla chiusura del cinema, la struttura nel cuore della città tornerà a vivere. Manca ancora l'annuncio ufficiale e alcuni dettagli sull'operazione ma la storica iniziativa sembra essere davvero in dirittura d'arrivo. L'idea è della Fondazione Arvedi Buschini che in questo modo vuol dare ancora un contributo fondamentale alla rinascita della città dandole il volto di "Cremona amica dei giovani e centro universitario d'eccellenza" già avviata con gli straordinari recuperi del convento di Santa Monica (per i corsi dell'Università Cattolica) e dell'ex caserma Manfredini (nuova sede del Politecnico).
Il recupero del Cinema Tognazzi (due sale e il grande foyer) era da tempo nei sogni del Cavalier Arvedi e diversi incontri si sono tenuti con il Comune per definire al meglio destinazione e finalità. Per lo stesso scopo (centro studi e aggregazione giovanile) si era pensato anche all'acquisto dell'ex Provveditorato agli Studi ma poi si è optato per il cinema Tognazzi, anche per dare un ulteriore contributo al rilancio del centro ( l'ex cinema ha due affacci, uno su via Verdi, l'altro con le vecchie uscite di sicurezza su via Gramsci). Tra l'altro - si apprende - che qui il Comune potrebbe trasferire l'Informagiovani di via Palestro (che potrebbe essere il gestore del centro di aggregazione) e questo permetterebbe in futuro di procedere al rilancio di Palazzo Affaitati come grande sede museale e culturale (allargamento di Museo e Pinacoteca, Museo di Storia Naturale, Biblioteca) unendo nel progetto anche il recupero di palazzo Soldi.
Il cinema Tognazzi era stato inaugurato 16 ottobre 1993. “La casa di papà”, così Ricky Tognazzi chiamò l’ex cinema Enic poi Roxy tornato a nuova vita grazie all’imprenditore piacentino Leopardi, due sale per un totale di mille posti. Leopardi aveva fatto rientrare nel suo grande progetto di rilancio del cinema a Cremona anche la riqualificazione dell’ex cinema Italia, poi tramontata. All’inaugurazione in pompa magna con star del cinema e autorità, tanto che fu necessario transennare via Verdi per contenere i curiosi, arrivarono i tre figli di Tognazzi e Simona Izzo. Presenti anche Paolo Villaggio e Sandra Mondaini. Il film d’apertura fu la prima visione assoluta di ‘Sud’ di Gabriele Salvatores.
Per dare lustro al grande attore cremonese, Cremona si inventò il premio Tognazzi al miglior cabarettista italiano da tenersi nel cinema dedicato proprio al grande Ugo. Per alcuni anni fu una sfilata di star: Verdone, la Wertmuller, Abatantuono. Il premio fu vinto tra gli altri da Max Pisu, Ficarra e Picone, Enrico Bertolino, attori che da lì avviarono una carriera di successi. Poi la crisi e mercoledì 31 marzo 2011 le ultime proiezioni: in sala 1 “Il discorso del Re”, in sala 2 “Amici, amanti e…”.
Quella del cinema Tognazzi è una storia costellata da disavventure. Era stato inaugurato la sera del 31 gennaio 1941 quasi in sordina, senza grandi cerimonie ufficiali, con uno dei film più in voga del momento, “Addio Giovinezza” di Ferdinando Maria Poggioli con Carlo Campanini e Clara Calamai. La nuova sala, in realtà, era nata come “Cinema Littorio”, ed era gestita dall'Enic, l'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche, creato qualche anno prima dall'Istituto Luce nell'ambito di un grande progetto destinato a comprendere i nuovi studi di Cinecittà ed il Centro sperimentale di cinematografia per proporre in Italia l'idea di un cinema di Stato.
A realizzare la nuova sala, che ha sede nel palazzo della Previdenza Sociale, è l'ingegner Nino Mori, che ne dirige anche i lavori di costruzione. Il cinema “Littorio” è destinato a gareggiare in magnificenza e soluzioni tecniche con il “Supercinema”, inaugurato nemmeno tre anni prima, il 9 aprile 1938, su progetto del perito industriale Guido Tarsetti. Ed in effetti il regime non bada a spese: l'atrio è completamente rivestito in marmo cipollino verde delle Alpi Apuane e pavimentato di porfido sanguigno, le scale di accesso alla platea ed alla galleria hanno gli zoccoli realizzati in travertino antico e le due sale sono dipinte in modo uniforme in tinta giallo chiara.
Nell'atrio spiccano due altorilievi marmorei realizzati da Dante Ruffini su disegno di Mario Busini, che rappresentano due allegorie del genio artistico e dell'arte drammatica. Sui fianchi del palcoscenico sono incastonati due rilievi in terracotta di Aldo Andreani. Ma questa magnificenza viene cancellata: la notte fra il 1 ed il 2 febbraio 1957 scoppia un incendio che distrugge gran parte della sala. Sembra che il fuoco si sia sviluppato da una griglia dell'impianto di riscaldamento situata presso la conca dell'orchestra, dove potrebbe essere caduta della segatura utilizzata dalle inservienti per le pulizie su cui sarebbe finito accidentalmente il mozzicone di una sigaretta. Un'ipotesi un po' traballante alla quale non crede nessuno.
Poi dopo molte traversie la ricostruzione.Si decide anche di scegliere un nuovo nome, dopo “Littorio”, “Delle vittorie” ed “Enic”. Le proposte si sprecano: si va, con scarsa originalità, da ”Stradivari” a “Luigi Carini”, proposto da Umberto Sterzati, a “Centrale”, “Orfeo”, “Alle Muse”, “Parnaso” ed “Euterpe”, da “Torrazzo” a “Giuseppe Cremonini”, fino a quando un bel giorno, verso la metà di aprile 1958, compare la scritta “Roxy” con l'annuncio della riapertura sabato 26 aprile. Il film scelto per l'inaugurazione è “Domenica è sempre domenica” di Camillo Mastrocinque. Le maestranze hanno lavorato giorno e notte per arrivare puntuali all'appuntamento, trasformando l'atrio con pareti in legno pregiato e pelle, un nuovo soffitto ed un'illuminazione fluorescente. Il Roxy chiude per ferie nel 1980, senza più riaprire. Poi la rinascita come Tognazzi e di nuovo chiusura.
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commenti
ANTONIO SIVALLI
28 aprile 2024 07:46
l'ex cinema Tognazzi di via Verdi, dopo tredici anni di chiusura, finalmente ha trovato la sua destinazione come centro di aggregazione giovanile. Questo luogo, nel cuore della città, presto ospiterà spazi per lo studio, una biblioteca e servizi dedicati ai giovani cremonesi e agli universitari.
Questa iniziativa, promossa dalla Fondazione Arvedi Buschini, segna un colpo da stordimento perla Fondazione . La Fondazione, con la sua visione lungimirante, si impegna a dare un contributo fondamentale alla rinascita di Cremona, trasformandola in una città accogliente per i giovani e un centro universitario d'eccellenza.
Il recupero del Cinema Tognazzi, con le sue due sale e il grande foyer, era un sogno a lungo coltivato dal Cavalier Arvedi. Grazie ai suoi sforzi e ai numerosi incontri con il Comune, questo sogno sta per diventare realtà, portando nuova vita e vitalità a uno spazio che per troppo tempo è stato lasciato in abbandono.
Questa iniziativa si inserisce nel contesto di altri importanti progetti di recupero urbano, come il convento di Santa Monica e l'ex caserma Manfredini, che hanno già contribuito a trasformare Cremona in un centro culturale e formativo di rilievo.
La gratitudine non è mai sufficiente alla Fondazione Arvedi Buschini per il suo straordinario contributo alla rinascita della nostra città negli ultimi dieci anni.
Attraverso il loro impegno e la loro visione lungimirante, la Fondazione Arvedi Buschini ha restituito alla comunità cremonese numerosi edifici che erano stati abbandonati per anni dalla politica locale. Questi edifici, una volta trascurati e in disuso, sono stati trasformati in spazi vitali e vibranti che arricchiscono la vita culturale, sociale ed economica della nostra città.
Grazie alla Fondazione, oggi possiamo godere di luoghi come le Colonie Padane , il convento di Santa Monica e l'ex caserma Manfredini, che sono diventati centri di eccellenza per la formazione e la cultura. Ora, con il progetto di recupero dell'ex Cinema Tognazzi, la Fondazione continua a dimostrare il suo impegno nel trasformare Cremona in una città accogliente e vivace per i suoi cittadini.
La loro dedizione e il loro sostegno hanno reso possibile la rinascita di spazi storici e la creazione di nuove opportunità per la comunità cremonese. Siamo grati per il loro contributo e riconosciamo il loro ruolo fondamentale nel plasmare il futuro della nostra città.
Marco
28 aprile 2024 11:18
Non dimentichiamo che tra aiuti della Fondazione Arvedi Rebuschini e aiuti finanziari personali del Cav.Arvedi figurano anche il polo sportivo in via Postumia, il rifacimento della pista d'atletica, il finanziamento del
Museo del
Violino, la gestione della Cremonese ,il restauro delle colonie padane restituite alla città fruibile sicure e belle, il museo diocesano, la ristrutturazione dell'oratorio della parrocchia di San Pietro oltre all' aiuto ad altri oratori, le borse di studio ai figli dipendenti , il nuovo organo del duomo e il restauro dello stesso e così via.
Che dire se non un enorme Grazie!!!!
Anna Maccabelli
28 aprile 2024 09:23
Era ora il suo recupero, ma un centro per l'arte temporanea che a Cremona non ha ancora casa, no eh?
Stefano
28 aprile 2024 14:56
No, è una scelta lodevole sotto ogni punto di vista. E mi stupisco pure che ci sia qualcuno che abbia il coraggio di lamentarsi...
Patrizia Signorini
28 aprile 2024 11:48
Io mi domando spesso cosa sarebbe Cremona senza il Cav. Arvedi. Non è che lui , banalmente, ha più mezzi: è che , denaro a parte, ha più cervello e cuore di tutti i cremonesi messi insieme. Perché per fare le cose o per cambiarle il denaro non è l'unica cosa che serve.
Gianluca
28 aprile 2024 12:18
Senza il Cavaliere la città sarebbe stata in default da anni.
Manuel
28 aprile 2024 19:33
Scusate tutti: non è che ci stiamo sbagliando in massa?
Se dovesse candidarsi sindaco il cavaliere, non saremmo tutti più felici?
Siamo ancora in tempo! Raccogliamo le firme per una lista Arvedi-Buschini e vedrete che botto!
Secondo voi non sarebbe più capace di Virgilio e Portesani? Anzi, se la darebbero a gambe con la sua discesa in campo.
Francesco Capodieci
28 aprile 2024 20:04
Trovo singolare che la benemerita Fondazione Arvedi Buschini intenda trasformare l'ex cinema "Tognazzi" in un centro di aggregazione giovanile, a pochi mesi dall'accordo fra il Comune di Cremona, l'Università di Pavia e la Soprintendenza archeologica, volto al recupero dell'ex chiesa di San Francesco per l'utilizzo dell'edificio come spazio destinato a produzioni culturali giovanili, laboratori e prove dei gruppi musicali, nell'ambito del progetto "Giovani in Centro". Avranno senso due luoghi di aggregazione giovanile assai vicini fra loro?
Marco
30 aprile 2024 05:51
E quindi cosa vi sarebbe di così singolare? Penso che nessuno lo abbia capito.
Io personalmente non vedo nessun secondo fine.
Anzi, almeno i giovani avranno DUE luoghi dove esprimersi.