Sant'Antonio Abate sul territorio: le iniziative del territorio per celebrare il Santo taumaturgo protettore degli animali. Tutte le stalle avevano un altarino con la sua effigie
Il 17 gennaio è Sant'Antonio Abate, santo di origine egiziana, taumaturgo e protettore degli animali. La sua festa cade il 17 gennaio in ricordo della data della sua morte, a Tebe nel 356, dopo aver vissuto ben 105 anni. Siccome l'iconografia cristiana lo ha sempre rappresentato con un maialino accanto a sè, la sua figura è diventata quella del protettore degli animali. Ma perchè quella insolita presenza? E qui si spiega il 'potere' taumaturgico di guaritore dell'Abate: oltre a rappresentare la potenza del santo sul male (il 'porco' appunto), va ricordato che con il grasso di questo animale venivano preparati unguenti per la cura di numerose lesioni cutanee, che per estensione erano chiamate 'fuoco di Sant'Antonio' (scientificamente herpse zoster).
Tornando alle nostre campagne, il Santo protettore degli animali era molto venerato in quanto gli animali da allevamento e da cortile erano la principale fonte di sostentamento nelle cascine (per chi poteva permetterseli a tavola -per gli altri c'era solo polenta e fame- ma anche perchè davano lavoro ai 'bergamini' nelle stalle). Quindi l'effigie del Santo col suo saio marrone, la lunga barba canuta e una schiera di animali da cortile era sempre presente e per il 17 gennaio veniva ripulita dalle ragnatele, si metteva un fiore se c'era, una tovaglietta bianca per ingentilire l'altarino e una croce per rendere più sacro. Il prete arrivava a benedire gli animali e spesso anche a celebrare la messa.
Nei paesi poi era tradizione bruciare il falò, che segnava anche l'inizio del periodo del Carnevale: per questo motivo la tradizione si Sant'Antonio si lega agli gnocchi, che venivano preparati e cucinati dalle donne in questa occasione.
Una testimonianza di fede e di tradizioni tra le più significative del territorio e del mondo contadino e agricolo, quella di Sant'Antonio. Anche oggi la sua ricorrenza e la sua celebrazione è ancora molto radicata, seppur con riti più 'pagani', in un certo qual modo. Non mancano però le celebrazioni religiose, come ad esempio la benedizione degli animali o la celebrazione della messa direttamente in cascina e nelle stalle, come ad esempio .
Nei paesi poi non mancheranno i momenti conviviali legati alla festività, con pranzi e cene dove non potranno mancare gli gnocchi, affiancati da pietanze e dolci della tradizione: per esempio, venerdì 17 a Ca' de Bonavogli, alle 16.00 la messa sarà celebrata nella cascina Bozzetti, come da tradizione che ogni anno richiama numerosi fedeli mentre a Vescovato alle 18.00 la messa nella parrocchiale con benedizione dei piccoli animali al termine della celebrazione e quindi cena presso l'oratorio 'La Rocca' dalle 20.00; inoltre da segnalare ad Ostiano alle 20,30 il rito del falò in località Croce, con anche vin brulè e degustazione di dolcitipici. Domenica 19 pranzi a Derovere, Scandolara Ravara, Pieve d'Olmi, e in molti altri comuni del cremonese, tutti rigorosamente a base di gnocchi e dolci della tradizione.
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