Scintille futuriste a Cremona. Lo straordinario percorso di libertà di Enzo Mainardi e Gino Bonomi all'ombra del Torrazzo raccontato in una mostra originale
“Scintille futuriste. Storia del futurismo a Cremona” è l’esposizione, organizzata dalla Biblioteca Statale di Cremona e dall’Associazione Culturale Scintille, e curata da Silvia Locatelli, Franco Moschi e Guido Andrea Pautasso con la collaborazione della Casa d’Arte Futurista Depero (Rovereto), dell’Archivio del ‘900 del MART Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dell’Archivio Marinetti di Milano, e di alcune tra le più importanti collezioni private italiane di documenti futuristi, che resterà visibile al pubblico nelle sale storiche della Biblioteca statale fino al 16 giugno. Dieci vetrine con 140 pezzi per raccontare la particolarissima via cremonese al futurismo, animata dalle figure di Enzo Mainardi e Gino Bonomi, frutto di tre collezioni private e del materiale fornito dalla stessa biblioteca, forte di un centinaio di volumi, come spiegato dalla direttrice Raffaella Barbierato, divisi fra alcuni dei fondi più significativi, come Grasselli, Cicogna Argentieri, Bissolati, Benini e Galletti. La mostra è stata presentata nel pomeriggio nella sala Carini Dainotti della Biblioteca satatale alle presemza dei curatori, della direttrice Raffaella Barbierato, con i saluti dell'assessore Luca Burgazzi in rappresentanza del Comune di Cremona. “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!…”, con queste parole di Filippo Tommaso Marinetti pubblicate su “Le Figaro” del 20 febbraio 1909 inizia l’avventura, breve e fulminante, del movimento futurista. “Ecco, oggi 114 anni dopo io, Silvia e Guido - spiega Franco Moschi - non abbiamo alcuna pretesa di lanciare sfide a stelle, pianeti o costellazioni; non lanciamo sfide ma siamo convinti di aver vinto la nostra sfida per essere oggi riusciti ad organizzare un percorso espositivo di assoluta peculiarità e straordinarietà ed a dare alla luce un libro straordinario per tanti aspetti. Tante sfide, anche se apparentemente difficili se non impossibili, con tanta forza di volontà si possono vincere. Ci accomuna la caparbietà, la passione per la storia del Novecento ed in modo particolare del Futurismo e l’amore smisurato ed incondizionato per il documento storico. Abbiamo coinvolto Raffaella, perché il cuore pulsante dell’esposizione è qui. Il libro, oltre ai nostri saggi, è impreziosito dal contributo di Federico Zanoner, direttore della Casa d’arte futurista Depero di Rovereto, e della carissima amica Maria Elena Versari della Università di Pittsburgh, che sarà presente a Cremona mercoledì 7 giugno”.
E’ Guido Andrea Pautasso a tracciare la linea del futurismo cremonese, ad iniziare da una frase di Enzo Mainardi che, seguendo Marinetti, arriva a a sostenere che il miglioratore d’Italia dovesse essere questo e non Benito Mussolini, un’affermazione che spiega come questo futurismo fosse un movimento di portata rivoluzionaria, diversamente aperto ad un orizzonte molto più libertario e non chiuso in uno schema rigido tra destra e sinistra. Un futurismo completamente diverso da quanto conosciuto, frutto di un piccolo gruppo di appassionati che si ritrovano a Cremona, dando vita ad un movimento autonomo, quasi indipendente. La storia dei futuristi cremonesi è una storia di ambiente, di emozioni. Mainardi è una figura che va oltre il poeta, inizia il suo percorso di pittore, si scontra e si confronta con il futurismo politico a cui si avvicina con Gino Bonomi e poi capisce quale sia la magia, che c’è una scintilla e fa nascere una rivista che è la più grande spinta verso la modernità e in questo riconosce Marinetti e il futurismo come il suo leader. Ha una visione politica assolutamente libertaria, che sconfina dal fascismo, l’elemento che lo stava imprigionando e che lo costringerà a fermarsi. In questo suo percorso Mainardi è stato preceduto solo da Nello Lombardo e Ildefonso Stanga. Mainardi prosegue nel suo percorso fino a quando nel 1924 Marinetti lo chiama al primo congresso futurista e lui con Bonomi propone di trasformare il futurismo in movimento politico, abolire il fascismo e proporre Marinetti imperatore d’Italia. Ma quando due giorni dopo raduna tutti i futuristi in una birreria di Milano Marinetti dirà “fermi tutti, la politica non ci interessa”. Bonomi e Mainardi pubblicano allora “La Scintilla”, facendo seguito all’esperienza de “Il faro”, definita però troppo passatista. C’è il salto di qualità: scatta quel movimento futurista per riportare l’Italia al centro ideale della cultura europea internazionale, con una rivista che si apre al mondo. Il percorso di Mainardi e Bonomi finisce con i due candidati futuristi a Casalmorano, ma limitati da Roberto Farinacci. Il percorso futurista cremonese sembra finito, ma viene alimentato dallo stesso Marinetti, che ha per Cremona un certo interesse facendo stampare i suoi libri all’editore Costantino Ghelfi, e trova l’appoggio dell’architetto Aldo Ranzi, che si prenderà l’onere di modernizzare gli edifici cremonesi, come la Baldesio, la Casema dei Vigili del fuoco, Borgo Loreto e la sede del negozio di moda Rescaglio. Organizzano anche un corso di messa in scena per modernizzare il teatro ed un evento straordinario, la conferenza di Fortunato Depero. Negli anni Trenta Marinetti si accorge che sta nascendo un nuovo fascismo e l’idillio si interrompe: scende in campo e si fa inserire nella giuria del Premio Cremona del 1939. Farinacci se ne accorge e liquida Marinetti, in quanto non antisemita e vicino alle sue idee, e lo sostituisce con Ardengo Soffici. Si chiude con questo ultimo atto il percorso della mostra, che segna un vissuto cremonese, unico e forse irripetibile, legato al mondo culturale italiano ed aperto a quello europeo.
fotoservizio di Gianpaolo Guarneri-Studio B12
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commenti
Gianni
5 maggio 2023 01:09
Mostra che ci voleva a Cremona, dopo che la stessa non aveva celebrato il centenario nel 2009 se non grazie solo ad una simpatica due giorni di appassionati. La mostra è affascinante, ricca di libri, manifesti, documenti e storia. A dar ancora più lustro il catalogo stampato dall'associazione Scintille.
Delude l'articolo di cui sopra, che coglie degli aspetti politici fra l'altro minoritari e non cita dei romanzi di Bonomi, uno fra l'altro raro è esposto alla mostra : "Romanzo vegetale", ma importante è anche "L'uomo d'aria" o lo scritto "Il villaggio" ripubblicato recentemente da una casa editrice locale.
Oltre a non dare giusto tono al futurista di Trigolo, non vengono minimamente introdotte le tele di Mainardi, che per fortuna sono state ben riprodotte in un agile, ma sarebbe più opportuno scrivere dinamico opuscolo dall' Adafa, che ha sempre sostenuto e collezionato i lavori di Mainardi tanto da prestare per esposizione, i migliori pezzi ai ragazzi del Cantiere Futurista che celebrarono il centenario nell'ormai lontano 2009.
L'articolo sbanda in partenza citando la pubblicazione del manifesto Futurista sul quotidiano francese "Le Figaro'" del 20 febbraio 1909. Non è così, in quanto la prima volta viene pubblicato sul più nazionale "Quotidiano dell'Emilia" almeno due settimane prima. Sempre l'articolo, allineato alla sintassi passatista si dimentica oltretutto di citare anche solo quegli aspetti che resero il Futurismo la più importante avanguardia del '900, ovvero la fotogrammetria, il teatro sintetico, quello plastico, il tattilismo, il rumorismo, le ceramiche, l' aeropittura, le poesie, le tele e le sculture. Capisco che l'articolo spaziava principalmente sul futurismo locale ma non si può esimersi dal parlare di un Futurismo a più ampio raggio.
In ultimo limitante anche l'aspetto politico con frasi un po' di circostanza del tipo "Negli anni trenta Marinetti si accorge che sta nascendo un nuovo fascismo e l'idilio si interrompe.." Non si interrompe nessun idilio; pur vero che Marinetti nel 38 non accetta le leggi razziali, nel 43 partirà volontario per la campagna di Russia, dove tornerà malato ai bronchi e morirà qualche mese più tardi non prima di aver scritto, nell' ultima sua notte di vita il poema "Ode alla decima MAS".
Tanto era dovuto!