13 agosto 2021

Se n'è andato Gino Strada fondatore di Emergency. Il ricordo della cremasca Marisa Fugazza con lui in Africa e Cambogia

L’improvvisa notizia della scomparsa di Gino Strada ha lasciato attoniti milioni di persone che in tutto il mondo hanno conosciuto il suo impegno sia per la tutela della salute  dei più poveri con la creazione di ospedali in vari paesi tra i più colpiti dalle malattie e dalla povertà e la lotta alle guerre che lo hanno portato dal 1994 con la sua associazione Emergency in 18 paesi tra i quali Afghanistan, Cambogia, Sierra Leone, Sudan, Uganda e Iraq così come aveva fatto con l'esperienza in Palestina con la Croce Rossa in Etiopia, in Somalia a Gibuti, in Bosnia.

Emergency  opera anche in Italia con poliambulatori  con progetti  verso i migranti e le persone in povertà 

Facendo proprio il messaggio di solidarietà e di pace ha convinto migliaia di volontari a seguirlo nelle sue idee  e permesso la costituzione di gruppi e a far nascere in tante città italiane e in vari paesi dei coordinamenti per poter così  contare sull’aiuto di milioni di persone sia con le loro donazioni sia con il 5 per mille

Anche sua moglie Teresa Santi  scomparsa dieci anni fa era tra i fondatori della Associazione Emergensy e la figlia Cecilia era oggi su una nave ONG a soccorrere i profughi in mare seguendo gli ideali di solidarietà e di pace che suo padre e sua madre le hanno  trasmesso

Abbiamo voluto sentire Marisa Fugazza, sindacalista e volontaria Emergency di Crema già impegnata nel  Coordinamento nazionale della associazione di Strada che è stata  in Sierra Leone, in  Cambogia, in Sudan a visitare i Centri e gli ospedali creati e lasciati alle istituzioni locali che ha voluto rimarcare il fatto che veniva formato anche il personale in modo che queste strutture potessero poi continuare a funzionare e assistere i malati di quei paesi martoriati dalla poverta e dalla fame e dalle guerre 

Fugazza ha  voluto ricordare anche che in Sierra Leone  il medico italiano creatore di Emergency ha combattuto e sconfitto l’ebola una malattia allora ancora sconosciuta senza poter contare su alcun vaccino così come ha lottato anche in vari paesi contro il Covid e a supporto  dei nostri ospedali ( Brescia e Crotone) specie nei primi momenti di grande difficoltà.

Ha poi  sottolineato ad esempio  come in Sudan ha  conosciuto uno dei più grandi cardiochirurghi americani che il medico italiano aveva convinto a dare il suo contributo di aiuto e di partecipazione.

Ha quindi sottolineato che i suoi ideali, la sua lotta contro le guerre lo hanno portato anche nei giorni scorsi a lanciare appelli per l’Afganistan come la sua lotta alle multinazionali  e per la liberalizzazione  dei vaccini per salvare le popolazioni più deboli ed infine il suo impegno per poter aiutare i profughi di tutte le guerre e la lotta alla fame e alla povertà riuscendo ad unire persone di vari orientamenti politici e religiosi e su questi temi universali.

Gualtiero Nicolini


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