6 settembre 2022

Se n'è andato "Peppone" Ricciotti Tagliani, uno dei pionieri della Fiera di San Pietro. La camera ardente nell'area delle piscine

Per l’ultimo viaggio Ricciotti Tagliani ha scelto di tornare su quel piazzale che per tanti lo ha visto protagonista nel regalare divertimento a migliaia di cremonesi. Per questo motivo la vedova ha voluto che la camera ardente di uno dei pionieri degli spettacoli viaggianti, scomparso lo scorso 4 settembre a 89 anni di età, fosse allestita proprio di fronte alle piscine comunali, tra i camion che trasportano le autopiste elettriche e le variopinte roulotte dei giostrai. Il suo mondo, quello dei Luna Park e delle fiere di paese, che lui in vita ha strenuamente difeso. Alla fiera di San Pietro non poteva mancare, e con la famiglia Piccaluga (ma anche con Degli Innocenti e Barbera) ne è stato uno degli indiscussi protagonisti fin dall’avvento dell’energia elettrica che, sul finire degli anni Venti, aveva rivoluzionato il mondo degli spettacoli viaggianti, quelli dei carrozzoni e dei fenomeni da baraccone. La fiera si teneva allora sul piazzale di porta Po e nel 1927 forse Felice Piccaluga portò a Cremona la prima pista per auto elettriche anche se la richiesta iniziale di posteggio in piazza dell'anno precedente è per un padiglione sportivo. La cosa è particolarmente interessante perchè tradizionalmente si attribuisce l'introduzione della prima pista elettrica a due meccanici di biciclette veneti, nonché venditori di dolci casalinghi alle fiere, Umberto Favalli e Umberto Bacchiega di Bergantino in provincia di Rovigo, che il 24 aprile 1929 erano in grado di presentare sulla piazza di Bergantino, per la Fiera di San Giorgio, la prima autopista interamente italiana e tutta in legno, mutuando l'idea dall'americana Dodgem Corporation, capace già nel 1922 di sfornare ben 800 vetturette. La trovata si basava ovviamente sull’elettricità e soprattutto sulla sua tecnica di distribuzione, attraverso una rete sospesa alla quale attingere con un trolley tipo quello dei tram, idea brevettata sempre negli Stati Uniti addirittura nel 1890. Ricciotti Tagliani fiutò la novità e non se la fece scappare. Figlio d’arte, ultimo erede di una famiglia di giostrai che il padre Luigi, accanito fan dell’eroe dei due mondi, aveva voluto chiamare con il nome di uno dei figli di Garibaldi. E lui stesso non rispondeva se non lo chiamavano Giuseppe. Tagliani era nato a Lograto, in provincia di Brescia “per puro caso” come raccontava lui, in quanto nella vita nomade della famiglia, la madre lo aveva partorito lì, tra un calcinculo e una pista per automobiline. Tagliani a quel mondo è sempre rimasto legato e nel 2007 è stato anche protagonista della prima rivolta dei giostrai a Melegnano, quando si sono incatenati davanti al municipio per protestare controlli divieto dell’amministrazione comunale che aveva negato l’utilizzo dell’area in occasione della Festa del Perdono, dove l’autista Tagliani era presente da 40 anni. «Non è solo questione di lavoro perso - aveva spiegato - abbiamo una trentina di bambini che devono andare a scuola e che non abbiamo potuto iscrivere». Perché ovviamente i figli dei giostrai vanno a scuola, seguendo il ritmo degli spostamenti. «Ma non è che puoi arrivare una mattina e presentare il figlio in classe, bisogna iscriverli una settimana prima e quindi devi essere sicuro di dove sarai». Tagliani aveva quattro figli, due lavorano in proprio ed uno lo ha seguito nel suo lavoro. ««La nostra è una vita affascinante, senza vincoli e orari fissi, ma se piove o tira vento, se bisogna liberare la piazza, devi smontare tutto e rimetterti in marcia». La moglie Maria Antonietta, conosciuta a Pescara, lo ha sempre accompagnato: «Facevo il militare - sorride -. Sono partito da solo e siamo tornati in tre». Ma una casa fatta di mattoni e muri a Tagliani non manca. «La mia roulotte è piuttosto comoda. Sì, una casa ce l’abbiamo, a Cremona, ma non ci andiamo mai. E mi sa proprio che alla fine la venderemo». Ed invece per il suo ultimo viaggio nomade Ricciotti ha voluto tornare proprio qui, nel piazzale della “sua fiera”. Dove a salutarlo ci sono ancora gli amici giostrai di sempre, che così lo ricordano: “L’onestà fu tuo ideale, il lavoro la tua vita, la famiglia lituo amore, lo spettacolo viaggiante gli amici e i colleghi il tuo mondo…resterai sempre nei nostri cuori e nella memoria e nella memoria di tutti noi. Ciao Peppone”.

 

Fabrizio Loffi


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commenti


claudio

6 settembre 2022 19:49

Ho conosciuto Tagliani nel 1974 per motivi di lavoro e nel corso degli anni ho pienamente apprezzato la Sua correttezza professionale, anche se a volte un po' irruente. Approfitto di questa sede per partecipare ai figli le mie più sentite cordoglianze, accomunando la memoria della Moglie, Signora Maria Antonietta.