13 ottobre 2021

Si stanno sfaldando gli splendidi affreschi della chiesa di San Pietro, galleria del manierismo cremonese, solo consolidati, mai restaurati

Rischiano completamente di sfaldarsi gli splendidi affreschi della navata centrale della chiesa cittadina di San Pietro al Po, vera culla del manierismo cremonese. Alcune parti sono diventate del tutto illeggibili, altre stanno per essere cancellate dall’umidità. Alcuni anni fa gli affreschi erano stati oggetto di un semplice consolidamento con fondi messi a disposizioni dalla Soprintendenza di Brescia, ma non sono mai stati oggetto di un restauro vero e proprio. Ora il loro stato di conservazione precaria imporrebbe un intervento risolutivo, ma la parrocchia a suo tempo si era già impegnata nel restauro dei tetti e dell’organo, ed attualmente l’unità pastorale che comprende Cattedrale, sant’Imerio e San Pietro al Po, non ha altri fondi a disposizione. Per cui, ad esempio, è rimasto al palo il progetto a suo tempo pensato del soprintendente Luca Rinaldi per il recupero degli intonaci originali.

L’apparato decorativo della chiesa di San Pietro è il più ricco del manierismo cremonese e riveste interamente le superfici con affreschi e stucchi, sviluppando il tema dello sfondato architettonico con l'uso di cornicioni prospettici sorretti da cariatidi monocrome, festoni, figure allegoriche. La chiesa custodisce numerose e rilevanti opere della pittura cinque-seicentesca cremonese che ne fanno una vera e propria galleria: sono di Antonio Campi gli affreschi del transetto con le Storie di S. Pietro, mentre le decorazioni che si svolgono nella navata maggiore sono progettate nel 1587 dal Cremonese Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso, ed eseguite dai suoi allievi nel 1614-17; all'incrocio della navata centrale con il transetto si eleva la cupola interamente affrescata con la rappresentazione del Giudizio Universale, opera del 1608 di Giorgio Lamberti che esegue anche gli affreschi nella volta del presbiterio e dell'abside. Un complesso decorativo che, come ricorda Franco Voltini, “crea un effetto di festosa esuberanza che risponde puntualmente al gusto dell’epoca, tra fine ‘500 ed inizi del ‘600, in cui fu concepito e realizzato”. E che, rischia, purtroppo, di andare perduto.

foto di Gianpaolo Guarneri-Studio B12

Fabrizio Loffi


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commenti


R. Daguati

13 ottobre 2021 07:11

E vogliamo parlare della sussidiaria chiesa di S. Lucia. E la diocesi tace! Povera CRemona....citta' d'arte ?????

Enzo

13 ottobre 2021 07:48

Un grosso peccato che nessuno abbia provveduto a pilotare fino alla chiesa di S.Pietro , dopo la solenne inaugurazione della Stauffer Academy, l'iperattivo ministro della Cultura Franceschini.

Vittorio Foderaro

13 ottobre 2021 23:22

Questo è parte preziosa dell'autentico museo di Cremona. Non l'accumulazione insensata, costata quanto non sappiamo, nel palazzo vescovile, deturpato a sua volta nelle sue funzioni e precisioni architettoniche. Temiamo purtroppo il peggio, poiché a questo non c'è limite.

Annamaria

15 ottobre 2021 08:14

Completatmente d'accordo!!! D'altra parte quando si "vende" il proprio ruolo istituzionale, questo è uno dei risultati. E non c'è davvero limite al peggio.