14 giugno 2024

Sir John Eliot Gardiner ha incontrato i cremonesi e dato il “la” al Monteverdi Festival 2024. Il direttore si è concesso in aneddoti, ricordi e una grande ode alla musica del Divin Claudio

Un incontro dalle mille sfumature, quello tenutosi questa mattina nel ridotto del Teatro Ponchielli di Cremona. Protagonista di questa incursione, o meglio “MonteverdINCURSIONE”, Sir John Eliot Gardiner. Il celebre direttore d’orchestra monteverdiano per eccellenza ha incontrato il pubblico del festival con aneddoti sulla propria vita musicale e interessanti episodi sul Divin Claudio. “Sono rimasto rapito dalla musica di Monteverdi a 8 anni, quando Nadia Boulanger mi ha mostrato quanto ci sia da ammirare e venerare in questa musica e quanto essa sia intrisa di un potente senso di umanità e drammaticità. Ho scoperto che la musica di Monteverdi pulsa di vita e colore. Mi meraviglio di come il figlio di uno speziale formato poi da Ingegneri abbia potuto sfondare nella scena mondiale e superare tante delusioni e tragedie personali.” ha aperto il musicista inglese, deciso a fare una parte del proprio intervento in italiano. “Sicuramente conoscete molte cose della vita di Monteverdi, ma sapevate che una volta venne rapito e derubato mentre era in viaggio da Mantova per prendere servizio a Venezia?” racconta Gardiner “Viaggiava a cavallo con i suoi due figli e la sua domestica. Gli hanno puntato dei fucili alla testa, tre banditi, e lo derubarono di tutto. A parte le perdite finanziare (oltre 100 ducati), fu costretto ad arrivare a Venezia senza il soprabito che si era appena fatto confezionare a Cremona.” Il direttore ha raccontato quindi la trasformazione di Monteverdi da “servitore di corte” a Mantova a grande musicista nel servizio di Venezia, ove ebbe la libertà di guadagnare denaro anche privatamente, di avere allievi privati e di dedicarsi a progetti che gli stavano a cuore. ”Non v’è gentiluomo che non mi stimi e onori” scriveva Claudio Monteverdi da Venezia ai suoi amici in servizio a Mantova. Il maestro Gardiner non ha mancato di ripercorrere anche le diverse esperienze cremonesi. “Ricordo di quella volta che venni a fare il Vespro in Cattedrale (ndr. nel 1993) e faceva così freddo che ogni volta che i soprani del coro esalavano una nuvola di vapore dalla bocca, mi facevano ricordare le mucche della mia fattoria” ricorda sorridendo. L’intervento del direttore si è chiuso sulla memoria della gradita cittadinanza onoraria cremonese, per la quale si è detto orgoglioso e riconoscente. Il suo monologo si è chiuso, come immaginato, con un folto applauso tributato dal pubblico in piedi. Alberto Mattioli, moderatore dell’incontro, ha poi dato la parola al direttore principale del Monteverdi Festival Antonio Greco che ha a sua volta ripercorso il proprio cursus studiorum ricordando quanto la musica di Gardiner abbia davvero segnato la via per intraprendere con totalizzante concentrazione il percorso fatto nella musica antica. Anche Greco non ha risparmiato racconti ed aneddoti, soprattutto legati allo stesso Gardiner con cui ha collaborato diverse volte e il cui livello è l’evidente stella polare per chi si occupa di Claudio Monteverdi. A contorno di questo interessante incontro anche alcuni solisti e strumentisti dell’Orchestra Monteverdi Festival-Cremona Antiqua che hanno eseguito brani da Orfeo e dalle raccolte madrigalistiche. 
Soddisfatto per questo inizio scoppiettante anche il Sovrintendente del Teatro Andrea Cigni che a fine incontro si è lasciato sfuggire di aver a lungo parlato col maestro Gardiner in questi giorni. Chissà che l'anno prossimo... 
foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12

l.b.


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