2 settembre 2022

Teleriscaldamento, una stangata. Il caso: aumento del 236% per un condominio del centro di Cremona. Rincaro di oltre 90mila euro da dividere tra chi ci abita

Prendi un grande condominio in pieno centro a Cremona, proprio nel cuore della città del Torrazzo. Tante famiglie, uffici, studi professionali. Nella ristrutturazione di alcuni anni fa ha scelto una tecnologia verde, il teleriscaldamento: costi ridotti, energia da fonti rinnovabili, il green come filosofia. Cornuti e mazziati, a conti fatti. E' infatti di ieri la stangata e la beffa. Per famiglie, artigiani e imprese. L'amministratore del condominio ha notificato a tutti i proprietari e inquilini un aumento delle tariffe A2A per il teleriscaldamento del 236% su base annua. Una cifra da capogiro e che riguarda la sola voce "consumi teleriscaldamento" per le bollette ricevute da febbraio in poi. E, pur essendo i consumi, seppur di poco, inferiori a quelli dell'inverno precedente la quota per far fronte agli aumenti delle bollette di teleriscaldamento gli ottanta condomini dovranno far fronte al versamento di 93 mila euro per il caro bollette. Insomma il rispetto ambientale di cui tanti amministratori pubblici si fanno vanto, penalizza chi lo ha scelto. E a Cremona si tratta di oltre 600 edifici i cui residenti sono imprigionati nella loro scelta "ambientale".

I sindaci di diverse città (Cremona no, ma quelli di Milano, Brescia, Varese e Torino sì) hanno scritto al governo e ai ministri Franco, Cingolani e Giorgetti sulle misure prese per la riduzione dell'Iva al 5% sul gas naturale mentre niente è stato fatto per il teleriscaldamento. I primi cittadini hanno scritto sottolineando la disparità di trattamento di famiglie, imprese ed enti che somno penalizzate rispetto ad altri utenti, oltretutto per aver fatto una scelta "verde" ma è anche una disincentivazzione del teleriscaldamento in contratto con gli obiettivi del Pnrr.

E' vero che A2A ha reso noto nel giugno scorso di aver ha congelato il prezzo anche per il quarto trimestre dell’anno "bloccando la componente del prezzo legata al Pun (Prezzo unico nazionale) e che valorizza l’utilizzo del calore generato da fonte rinnovabile, fissata ancora a 200,721 €/MWh rispetto al valore di 368 €/MWh che sarebbe incorporato nella formula considerati gli andamenti di giugno-luglio-agosto" ma è poca roba, rispetto all'entità delle bollette forse 50 euro per teleriscaldato. E la politica tace. 


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