26 ottobre 2023

Tradizione e fede nelle nostre campagne: da Ca' de Soresini a Stagno Lombardo passando per Brancere, un viaggio fra le santelle

Si chiamano santelle o cappellette, sono luoghi di preghiera perlopiù dedicati a Maria e le nostre campagne ne contano a decine, di diverse epoche, architetture e fattezze. Sia private che pubbliche, spesso le troviamo agli incroci, lungo le strade di campagna e spesso sono legate ad eventi particolari o sono ex-voto per grazie ricevute.

Oggi ne raccontiamo qualche esempio, alcune incontrate per caso nella campagna, altre facilmente visibili lungo le principali direttrici della bassa.

La fede, la guerra e le preghiere di una madre per il figlio caduto prigioniero.

Siamo a Stagno Lombardo.

Nella campagna di Brancere, in località Gerre del Pesce lungo la strada che si srotola seguendo la linea degli argini e dei campi, ad un certo punto incontriamo un tempietto semplice e ben curato. Si trova lì da poco più di un secolo, da quando fu eretta dopo la prima guerra mondiale. 

Pur essendo nella campagna, la santella è ben curata, ci sono fiori freschi e sul cancelletto che protegge l’altare al suo interno si trovano appesi numerosi rosari, fiori ed un foglio con stampata una preghiera manoscritta.

Al suo interno troviamo un quadro di una Madonna un po’ diversa da quelle che troviamo solitamente nei luoghi sacri: la Vergine viene ritratta come una giovane ragazza in un contesto agreste, con un campo di frumento ed un filare di alberi sul fondo, da dove sbuca anche la sagoma di un cascinale; ha un viso da ragazzina, diverso dalle sembianze quasi eteree a cui rimanda l’iconografia classica. Stringe teneramente in braccio un Bambin Gesù ed entrambi sembrano essere ripresi in un momento di riposo sotto un albero da frutto.  

La scena propone una Madonna molto calata nella realtà contadina locale e quello che il quadro mette in risalto è proprio la tenerezza della madre col figlio in braccio. E fu proprio una mamma a volere la costruzione di questa cappelletta: come detto poco sopra, durante la prima guerra mondiale una madre, come tante altre purtroppo, aveva visto il giovane figlio partire per il fronte. L’angoscia era diventata ancora più grande quando era giunta la notizia che il suo ragazzo era stato catturato ed era finito in un campo di prigionia austriaco. Per sopravvivere alla disperazione di sapere il figlio in pericolo di vita, non potendo fare altro per salvarlo, ogni giorno la madre rivolgeva le sue preghiere a Maria. 

Il figlio si salvò e fece ritorno a Brancere, nella sua campagna. La madre poté così riabbracciare il suo ragazzo dato ormai per disperso e per questo motivo decise che doveva dare un segno concreto della sua riconoscenza alla Vergine che aveva ascoltato le sue preghiere di madre disperata. Così volle far erigere quella cappelletta con l’immagine di una Maria che prima di tutto è madre e che ancora oggi testimonia la devozione e la fede di quel mondo contadino che popolava le nostre campagne e che spesso non aveva altre speranza se non rivolgersi alla Madonna o ai Santi. 

‘Nostra Signora della Strada’

Sempre in territorio di Stagno Lombardo, ci spostiamo in località Forcello, che deve il suo nome al fatto che la strada qui si biforca dall’asse Cremona-Casalmaggiore per andare verso Stagno.

Proprio in prossimità di questo incrocio si trova una cappelletta dedicata a Maria ‘Nostra Signora della Strada’, nome chiaramente dettato dalla posizione di questo edificio di cui si trova traccia già dalla metà del 1800 su una mappa tracciata a mano dove era indicata una ‘santella’ all’incrocio tra la ‘Motta Bassa’ e la strada per ‘Stagno Pagliaro’ (nome che il Comune mantenne fin verso la metà dell’ottocento, quando divenne Stagno Lombardo dopo che i territori di Brancere e Porto Polesine passarono dal Ducato di Parma e Piacenza alla Lombardia su decreto Napoleonico). E’ però verosimile che questo luogo di culto fosse già presente ben prima del 19° secolo in quanto da alcuni disegni del Campi del 1571 si evince la presenza di una chiesa proprio a Forcello; potrebbe trattarsi di un preesistente edificio sacro abbattuto e poi ricostruito a dimensioni ridotte, la cappelletta della Vergine della Strada, appunto. Al suo interno in origine gli affreschi raffiguravano Maria nell’atto di offrire pane e conforto ai pellegrini o ai viandanti, richiamando la funzione originaria della santella, come punto di ristoro e protezione per chi, intraprendendo un viaggio a piedi, avesse avuto bisogno di un luogo di riparo e di riposo lungo la strada.

Oggi gli affreschi all’interno riportano invece scene del Vangelo: il battesimo di Gesù, la crocifissione ed una scena dove Maria è in preghiera sul corpo del Cristo appena deposto dalla croce. L’interno è molto semplice ma curato, con un tavolino che funge da altare su cui è presente un’immagine di Padre Pio circondata da numerosi vasi e vasetti di fiori. Ad accogliere il moderno pellegrino ci sono due sedie su cui è possibile sedersi e riposare o pregare. Una volta all’interno, complice le tende che proteggono e schermano dalla luce e dalla polvere, l’atmosfera si fa intima e persino il rumore della strada che corre proprio a fianco si fa lontano e quasi ovattato, favorendo il raccoglimento e la preghiera, ancora oggi come nei secoli passati.

‘O passeger non ti sia grave rallentar il passo e recitare un ave’

Siamo sempre ad un crocevia, ma cambiamo zona: stavolta è la Via Giuseppina, all’incrocio per Scandolara Ravara e Ca’ de Soresini.

Qui da una decina di anni si impone per la sua ampiezza il Cremona Circuit, ma l’osservatore attento non potrà non cogliere quella piccola cappelletta che si nota a fianco dell’ingresso del circuito, poco distante dal camposanto. 

Questa santella ha una storia singolare da raccontare perché poco più di una decina di anni fa venne ‘traslocata’ dalla sua sede originaria.

Ma partiamo dall’inizio: la santella è dedicata a Maria Vergine e, come la maggiorparte delle cappellette lungo le vie di comunicazione, rivolge una preghiera particolare ai viandanti ed a chi passa lungo la strada.

Dopo che fu costruita, rimase al suo posto a ‘guardia’ dell’incrocio per decenni, fino al 2011. In quell’anno, per agevolare l’ingresso al nuovo circuito motociclistico di recente realizzazione, si decise di realizzare un’ampia rotatoria proprio in sostituzione del vecchio incrocio. Che fare quindi di questa cappelletta che si trovava esattamente all’interno dell’area della rotonda? Non essendo in alcun modo possibile lasciarla dov’era, l’unica soluzione fu quella di traslocarla un po’ più in là, sempre a lato della carreggiata e sempre a custodia dell’incrocio, ma in una zona che fosse più defilata.

Con non poco sforzo l’intera cappelletta fu quindi traslocata a lato della nuova rotonda, all’ingresso del circuito, dove può sembrare un po’ singolare trovare una santella, luogo di raccoglimento e preghiera. Ma ancora più bizzarro è che, entrando, troverete una lapide in marmo con l’iscrizione ‘O passegger non ti sia grave rallentar il passo e recitare un ave’. Certo il ‘passegger’ a cui in origine si rivolgeva chi incise la lapide non era il motociclista impegnato in gare di velocità, ma l’esortazione può sempre ritenersi valida anche in questo nuovo contesto.

Le tre santelle in campagna: quella di Cà de' Soresini, del Forcello di Stagno Lombardo e di Gerre del Pesce. E poi i particolari delle tre cappellette: quella lungo la Giuseppina, quella di "Nostra Signora della strada" al Forcello e nelle campagne di Brancere

 

Michela Garatti


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