Cordani e Lonardi, un dialogo emozionale sul 900 cremonese
Un libro sull’arte cremonese nella seconda metà del Novecento, che non è una storia dell’arte e non vuole esserlo. Una storia emozionale, aneddotica e non didascalica, che lascia spazio al ricordo e fornisce una ritratto assolutamente anticonformista e fuori dagli schemi dell’ambiente e dei protagonisti di un’età irripetibile. E’ questo “Schizzi cremonesi. L’arte e gli artisti a Cremona nella seconda metà del Novecento, una dialogo per non dimenticare” di Tiziana Cordani e Fabrizio Lonardi, che verrà presentato in Sala Quadri del palazzo comunale il 26 novembre alle 16. Il libro è scritto in forma di dialogo tra gli autori per rispettare il carattere memoriale e nel rispetto di un percorso attraverso la storia artistica locale che è forzatamente anche quello di Tiziana Cordani. Esperienze, memorie e documenti forniscono un quadro non esaustivo ma ampio della vita artistica cremonese nella seconda metà del secolo scorso e consentono di individuarne i profili di maggior emergenza anche in rapporto al secolo successivo. Un’ampia selezione di opere e documenti scritti e fotografici fornisce al lettore materiali ulteriori di confronto e di ricerca del tutto nuovi in quanto frutto del ricco archivio privato degli autori. Altrettanto interessante è il materiale iconografico che è spesso inedito e che per la maggior parte appartiene alle raccolte private dei due autori. Una variegata riflessione critica si mescola all’aneddotica ed alla storia minuta di uno dei periodi più vivaci dell’arte cremonese evidenziando i collegamenti artistici tra Cremona e la realtà italiana e straniera contemporanea, in particolare con Milano, Roma, Torino e tutta l’area del Surrealismo Padano. A questo si aggiunge il valore di memoria attiva nei confronti di una generazione di artisti che ha segnato con forza il percorso dell’arte del nostro territorio.
“Mi chiedevano da tempo un libro sul Novecento - spiega Tiziana Cordani - ma fatto a modo mio, pensando ad un dialogo tra me e me, ma era troppo difficile, serviva una dialogo efficace. Mi sono dunque rivolta a Fabrizio Lonardi ed abbiamo iniziato a raccogliere idee, a stuzzicarci a vicenda con le domande e le risposte, analizzare i materiali. Proviene tutto dalle nostre risorse personali, da raccolte e documenti dell’archivio di Cordani, come quasi tutte le fotografie dei vari personaggi. Il libro ha una forte impronta autobiografica. Per questo mi hanno anche accusato di presunzione, ma in realtà il libro vuole essere un riconoscimento ed un atto di considerazione per persone che godevano di una fama non solo locale, che con cultura, entusiasmo e creatività avevano il coraggio di confrontarsi con il mondo. Non è la supina accoglienza a quanto viene da fuori ma una realtà che si confronta alla pari, che ha il coraggio di creare e mettersi in gioco”.
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