3 marzo 2021

Il teatro nel Cremasco: un breve viaggio nel tempo e nello spazio del mondo teatrale (parte prima)

Il territorio Cremasco è da sempre ricco di realtà teatrali, di laboratori legati alla realizzazione di spettacoli originali. Inizio questa breve sintesi partendo dalla fine degli anni 80, uno dei momenti più esaltanti del mondo teatrale legato alla Provincia di Cremona e al Cremasco.

Esisteva a Cremona, nella sede dell’Amministrazione provinciale, uno specifico ufficio con due eccellenti figure professionali di riferimento, Domenica Denti e Mauro Ferrari, che tenevano le redini di una macchina complessa, costituita da una dozzina di operatori teatrali che, a quell'epoca, operavano nell'ambito del teatro sociale, lavorando in ambiti come aziende ospedaliere, associazioni del mondo dell’handicap, case di riposo, penitenziari, centri di recupero per la tossicodipendenza e centri per giovani madri straniere che hanno detto no alla prostituzione, ma soprattutto istituzioni scolastiche, le quali hanno imparato, proprio in quegli anni e con quella politica culturale che prevedeva la partecipazione economica al 50% del progetto da parte dell’ente fruitore (l’altra metà veniva dalla Provincia, ma parliamo di cifre irrisorie per il bene che comportavano). che il teatro non è solo un ottimo mezzo di comunicazione, ma è anche uno spazio di recupero, di formazione e di costruzione di una sana autostima dell’individuo. Con operatori esperti e motivati nei diversi ambiti si è potuto costruire, così, percorsi creativi, performance e spettacoli, lavorando per cercare di abbattere o almeno contenere i vari disagi attraverso la creatività, capace di regalare produzioni eccellenti ed emozionanti sui palcoscenici dell’intera Provincia. Questa realtà, che è durata una decina d'anni prima di una serie di tagli che ha portato allo sfinimento e alla chiusura dell'ufficio provinciale e della cosiddetta “Officina sociale”, è pure documentata in un volume di qualche anno fa, edito a Roma da Carocci Editore, dedicato a “Il teatro sociale in Italia”, scritto dal professor Claudio Bernardi dell'università Cattolica di Milano. Bernardi seguiva appunto questo splendido e articolato progetto culturale che poi i tempi hanno sepolto, ma non cancellato. Ogni regista ha dovuto tornare nel suo “orticello” e la forza collettiva di un gruppo così attivo si è un poco dispersa. Ma il territorio continua ad essere ricco di eccellenze teatrali.

All'inizio di questo nuovo millennio, tra l'altro, furono organizzati dal sottoscritto almeno tre convegni dedicati al teatro sociale; due di questi si svolsero al teatro San Domenico di Crema, quando non era ancora imborghesito del tutto, un terzo al Sociale di Soresina. Ricordo in modo particolare il titolo di quest'ultimo: “Vogliamo entrare nei teatri!”, anche perché da quel momento in poi, coincidenza volle che diventasse sempre più difficile accedere agli spazi borghesi della cultura. La nostra idea, tra l’altro povera di costi e adatta al un teatro che della povertà si fa vanto, era quella di far diventare la città di Crema e il suo bel teatro a misura d’uomo, il luogo di riferimento di questa nuova e incalzante cultura nazionale legata al teatro sociale. Non era una chimera, eravamo vicini alla meta, anche perché i contatti e i legami importanti c’erano e comprendevano, fra gli altri, l’Università Cattolica di Milano, la Stars di Brescia, l'Università di Pavia, con figure significative come i docenti Fabrizio Fiaschini, Giulia Innocenti Malini e la cremasca Roberta Carpani, poi l'azienda ospedaliera di Crema, diverse associazioni di volontariato sociale e solidale e davvero tanti operatori, diciamo di area lombarda. Eh sì!, Crema avrebbe potuto diventare una piccola grande capitale culturale nel segno del teatro sociale, ma ancora una volta in dirittura d'arrivo tutto è crollato. Peccato!, un'opportunità persa. Ma chi fa teatro non si perde mai d'animo, è abituato alle difficoltà, alle sconfitte, al duro lavoro e calca le tavole del palcoscenico, spesso, con la stessa forza di un uragano. 

Fatta questa sintetica premessa, è chiaro che la voglia di fare teatro in questo angolo di mondo, dove si respira un po’ d’aria metropolitana e un po’ di orgoglio periferico, continua ad essere infinita e originale. Unica differenza con la fine del secolo scorso, per quanto sostanziale, è data dal fatto che ogni compagnia teatrale del territorio lavora un po' per conto suo, pur sapendo che all’occasione l’obiettivo fondamentale resta sempre e comunque il bisogno di unione, soprattutto per far sentire la propria voce al mondo della politica, dell'economia e della cultura, proprio come è successo recentemente, il 22 febbraio scorso, con la manifestazione “Luci accese sul teatro!”, che ha visto l'adesione di molti attori solidali nel chiedere più attenzione e rispetto al variegato universo del teatro. 

Attualmente sul nostro territorio sono attivi molti gruppi, varie compagnie e associazioni, spesso singolarmente quanto necessariamente legate all’utilizzo di uno spazio pubblico. 

I registi e gli operatori teatrali che hanno operato nel recente passato o che operano attualmente sul territorio cremasco vedono i nomi di Celestino Cremonesi con il mondo dell'handicap, il sottoscritto operativo presso l'azienda ospedaliera di Crema, in quel di Rivolta d’Adda, con gli alcolisti in trattamento e i cosiddetti poli abusatori di sostanze, oltre al Gruppo promozione donna che si occupa di aiutare le ragazze madri con il Sacro Cuore di Crema, Rossella Fasano con la teatroterapia alla Comunità Il Cuore di Crema, Cecilia Brambini con i suoi laboratori nel mondo delle case di riposo a Crema, Pino L’Abbadessa e Gigi Ottoni anche con gli studenti degli Istituti medi superiori e, fiore all'occhiello di tutto questo vivace e straordinario movimento, il Faft, Franco Agostino teatro Festival di Crema di Gloria Angelotti, da qualche anno maggiorenne, diretto da Nicola Cazzalini; il gruppo di Alice nella città di Castelleone e poi anche Alberto Branca, il Piccolo Parallelo di Enzo Cecchi e Marco Zappalaglio. E non possiamo assolutamente dimenticare importanti figure come il grande Carlo Rivolta, Danilo Ferrari e Checco Edallo, che ci hanno prematuramente lasciato. 

Questo di seguito è un altro breve elenco di quelle realtà che, con corsi e spettacoli teatrali caratterizzano il Cremasco e che proveremo a individuare: dalle attività del San Domenico di Crema a quelle delle compagnie, gruppi e associazioni che operano nelle varie comunità, e i paesi coinvolti sono molti, da Capergnanica a Romanengo da Postino di Dovera a Vaiano, da Bagnolo a Ripalta Cremasca, da Casaletto Vaprio a Pandino, da Montodine a Castelleone, da Rivolta d’Adda a Vailate…

Fausto Lazzari


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