18 ottobre 2022

Le antiche legature della Biblioteca Statale in mostra fino al 30 novembre, 50 pezzi di arte tipografica da tutta Europa

Il primo contatto con il libro si verifica sempre guardando la sua veste esterna. Spesso il suo successo, ancor prima del contenuto, viene decretato dalla copertina più accattivante. Questo accade oggi, come tanti secoli fa, agli albori dell’arte tipografica. A questa curiosità risponde nelle eleganti sale della Biblioteca Statale di Cremona la mostra “Le legature antiche della Biblioteca Statale di Cremona”, visitabile fino al 30 ottobre: una selezione di una settantina di pezzi tratti dalla collezione di 393 esemplari dal XV secolo ai primi anni del ‘900, che costituiranno il catalogo di un’opera in più volumi, di cui questa esposizione, curata da Federico Macchi, costituisce il primo step. Nelle vetrine è documentato, attraverso l’esposizione di una cinquantina di esemplari del XV e XVI secolo provenienti da una ventina di botteghe sparse in tutta Europa, il passaggio dai volumi tardo medievali a quelli rinascimentali. I primi sono caratterizzati dal formato in-folio, dalle borchie, dal decoro a secco (non in oro), supporti lignei e fermagli, mentre nei secondi si diffondono i formati minori (in quarto, in ottavo in dodicesimo) su quadranti in cartone decorati a secco e in oro oppure in oro. Queste produzioni non sono solitamente firmate in area mediterranea: il periodo, il luogo e l’area in cui sono state realizzate sono quindi attribuiti in base alla tipologia dell’impianto ornamentale congiuntamente a quella dei ferri impressi. Esse sono presentate secondo la collocazione assegnata; se la proposta così formulata sfugge, da un canto, alla rigida presentazione cronologica e topica, essa, dall’altro, consente di sfruttare appieno l’alternanza e la varietà delle componenti strutturali e ornamentali realizzate.

Il censimento delle legature antiche presenti nelle biblioteche lombarde è stato iniziato da Federico Macchi a partire da 1994 presso le milanesi Braidense, Sormani, Trivulziana, seguito negli anni da altri istituti di questa regione (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Monza, Pavia), a cui si è affiancata a partire dal 2009 l’indagine delle principali biblioteche emiliane: avviata a Piacenza, si è via via snodata lungo le città di Parma, Reggio, Modena, Bologna, per approdare più recentemente nel Veneto, in particolare a Verona e a Padova.

Dopo la prima mostra del 2010 durante la quale la Biblioteca Statale ha presentato le proprie legature del XIX secolo tra le quali i numerosi lavori del celebrato legatore milanese Luigi Lodigiani, prosegue l’interesse nei confronti di questo argomento, orientato oggi dalla ricerca effettuata tra le produzioni più antiche delle collezioni possedute. La doverosa indagine estesa a tutti i fondi mai sistematicamente realizzata, si è svolta nel periodo ottobre 2009 – marzo 2010, intervallo durante il quale i volumi prescelti sono stati estratti secondo il progressivo ordine di collocazione, fotografati e quindi riposizionati. Le legature provenienti da tutta Europa sono state scelte in quanto di interesse per la storia della legatura, in relazione alla struttura e al decoro che si completano vicendevolmente, per potere rispondere a tre interrogativi: quando, dove e a quale legatore, nominato oppure connotato in base al prestigioso committente oppure a un caratteristico fregio, sia riferibile il manufatto considerato. Può meravigliare a volte la modesta attenzione riservata finora alle legature, visto che il primo contatto con il libro si realizza proprio attraverso la copertina, e solo successivamente con il contenuto con cui si identifica invece tradizionalmente il libro.

Fabrizio Loffi


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