16 maggio 2021

Quando Cremona era Siena, la contrada dei cavalli del Palio di S.Sofia. Da via Palestro al Duomo. I resti delle vecchie stalle in via Fondulo

Questa storia parte intorno al 1300 da quando iniziò a corrersi il Palio di S.Quirico o di S.Sofia. Il Palio inizialmente si chiamava di S.Quirico perché partiva dalla omonima Chiesa, costruita al termine della salita di Via Palestro, dalla parte destra della strada. Attraversava per intero questa via, denominata strada RECTA , fra S. Quirico e S. Vincenzo (ancora oggi esistente ) e correndo poi in discesa. Proseguiva scavalcando il Ponte di Preda ( pietra ) e oltrepassando la Cremonella, ovvero il limite fra Civitas Nova e Civitas Vetera. Qui il tragitto cambiava, correndo verso Corso Campi davanti a S.Elena (zona Libreria il Convegno ), proseguendo verso S.Faustino (ex Farmacia Centrale ) fino a superare S.Nicolò (Poste Centrali).

Il Palio entrava quindi in Platea Parva ( Piazza Stradivari ) e svoltava bruscamente a sinistra della Chiesa di S. Sofia, l’attuale bar Flora, presso il “Cantone del Roberto” ( probabile storpiatura del toponimo Ariberta che indicava la ubicazione della Vecchia Porta Ariberta del 1000 dc). La corsa proseguiva verso Piazza Grande (o del Duomo) e per chi vinceva in premio un Gallo e un Maiale. Il Palio si teneva ogni Pasquetta (definita lunedì di Pasqua ) ed era una festa per tutta la città. Diventò poi usanza fare il Palio il 25 ottobre, dopo il 1441, per volere di Francesco Sforza e per ricordare la data del suo matrimonio con la signora della città, Bianca Maria Visconti.

La festa fu abolita dai Veneziani (non amanti degli Sforza Milanesi ) nel 1499, appena occuparono la città.

A metà del tragitto appena raccontato, di fronte a palazzo Stanga, ci si trova davanti a un Vicolo, nel Medioevo detto Contrada di S.Vincenzo e ora trasformato in Via Fondulo. Percorrendolo si giunge sul fianco della Chiesa di S. Vincenzo e, quasi in corrispondenza delle absidi si nota un vecchio portone in legno. Guardando attraverso le fessure del portone, compare un vicolo in grado di catapultare indietro nel tempo di almeno 300 anni…si tratta della Contrada Equina.

La contrada era aperta nel 1583 e lo si evince dalla Carta di Campi. A metà vicolo si notano delle scuderie con almeno 16-20 posti cavalli, disegnate da Campi e scoperte dopo un’attenta osservazione della carta e utilizzate probabilmente prima e dopo del Palio. Testimonianze e documenti sono molto espliciti: Bordigallo (vissuto prima di Campi ) afferma che la Contrada Equina avesse tale nome proprio per il Palio, poiché qui si potevano vedere i cavalli che poi correvano la gara. In documenti del 1528 la strada si menziona con Strada China (equina ).

Nel 1608 un atto notarile evidenzia la vendita di Galeazzo Gerolamo Pallavicino di una casa posta in “S.Vincenzo verso la Contrada Equina”.

Nel 1734 la strada è ancora aperta e praticabile, nonostante sia considerata via di fuga per i furti in loco.

Nel 1751 la strada, verso la Via Ugolani Dati, è assorbita da Palazzo Affaitati ( biblioteca ) e nel 1759 viene definito come Strettino Otturato e quindi definitivamente chiuso. Le chiese di S.Quirico e S.Sofia spariscono alla fine del 1700 con la riforma Teresiana.

Cremona, resta una città che silenziosamente fra le vie, racconta anche di un Palio medioevale, durato più di 200 anni, con i suoi fantini, le sue scommesse e le emozioni, derivanti dal brivido e dalle insidie della gara, alla discesa di Strada Recta e al curvone di S.Sofia.

Maurizio Mollica


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commenti


PATRIZIA

16 maggio 2021 08:41

Ma quanto sono interessanti questo articoli. Bellissimo percorso. Grazie

enzo

16 maggio 2021 16:35

Una non inutile jntegrazione al penultimo capoverso dello scritto : la scomparsa della porzione meridionale della Contrada Equina avvenne appunto a metà Settecento, quando dopo aver acquisito Palazzo Affaitati il marchese Cesare Clemente Magio diede il via al raddoppio della sua dimensione cjnquecentesca, incluso lo scenografico scalone che da una ventina d'anni ha preso a dare accesso alla sola Pinacoteca del Museo Civico "Ala Ponzone".

Michele de Crecchio

16 maggio 2021 20:25

Le chiavi del vecchio portone in legno che impedisce l'accesso a quello che resta della antica "contrada equina", ancora utilizzata praticamente solo per la manutenzione delle facciate che vi prospettano, credo siano custodite in Comune.