2 ottobre 2024

Borghetti, Piloni, Rozza: è questa la sinistra lombarda?

Il PD: 1, 10, 100 o nessuno? Perché porsi e proporsi 'a geometrie variabili' su territori anche regionali vuol dire 'non esserci' non nel senso che si sparisce ma che si diventa trasparenti o camaleontici all'insegna del 'sono come tu mi vuoi' dove il 'tu' sono i poteri forti economico-finanziari, se a questi e non ai cittadini si presentano i progetti che ne decidono per decenni i destini. Questo spiega perché oggi a Cremona e in Lombardia (non a Brescia, non a Pesaro, non in Toscana ecc.) sia impossibile distinguere la politica di destra da quella di una sinistra che rinuncia ad essere alternativa, si ferma ad astratti assiomi ('Sì agli ospedali nuovi') e sceglie di chiudere gli occhi sulle im-plicazioni di ciò che proclama. Con questa miopia che semplifica artatamente la complessità, ci si vincola a un recinto limitato di azioni che lascia, con un 'inchino', praterie al libero galoppo dei portatori di interesse. Propriamente, l'enunciato-recinto entro cui si chiude il PD è "difendiamo la sanità pubblica", slogan e mission datati 1°marzo 24 e tradotti in una raccolta firme. La miopia volutamente scelta impedisce di vedere tutto ciò che di fatto pezzo a pezzo crea i presupposti perché quell' obiettivo resti un enunciato. C'è un dato ineludibile: la sanità pubblica regge se finanziata a dovere ma se si usa il denaro pubblico per demolire e ricostruire ospedali con i numeri per essere riqualificati a costi più contenuti (perché 'è la bellezza che cura'), dove trovare poi in anni di vacche magre le risorse per far funzionare il SSN? Ci si 'innamora' di progetti di grandeur e si lascia che i territori sguarniti di servizi pubblici si popolino di strutture a pagamento che prosperano sui bisogni sia dell'utenza forte di risorse e polizze sia di quella non attrezzata e, mentre si raccolgono firme a sostegno di ciò che già la Costituzione garantisce pensando al futuro, di fatto il privato alza muri che tagliano la strada a questo futuro.
Il PD lombardo (non quello bresciano) non sa prendere atto che lavorare per la difesa della sanità pubblica è in primis investire su organizzazione, personale, attrezzature e che puntare su muri nuovi e grandi progetti è con-dannare la difesa del SSN a restare un enunciato perché non c'è denaro per tutto, perché così si lascia nel guado l'utenza, perché nel frattempo il privato colonizza il settore e poi riportare al pubblico ciò che il privato ha fatto suo è mission impossible. Ci sono andate senza ritorno come la cronaca di guerra di questi giorni ci insegna: chi colonizza una terra la fa sua e non torna indietro. Dopo un assedio pazientissimo e logorante al 'fortino' del PD regionale durato dall'ottobre 23 a suon di infinite chiamate, mail, invio di documentazione, diamo conto di quello che abbiamo raccolto nel confronto dell'11/09. Il consigliere Borghetti (capogruppo Pd Commissione Sanità) ribadisce ciò che ci ha scritto il 02/08 "Non conosco il progetto del nuovo ospedale di Cremona ma molti esperti di edilizia sanitaria reputano che il ciclo di vita di un ospedale non debba superare i 20-30 anni e la realizzazione del nuovo ospedale è una buona notizia”.

La consigliera Rozza, che estende a 50 gli anni di vita degli ospedali, in forza della sua qualifica di infermiera precisa che gli ospedali 'vecchi' sono ricettacoli di virus e infezioni e che è un plus per il personale lavorare dentro muri nuovi. Il consigliere Piloni conviene su tutto senza se e senza ma, lui che a proposito di grandi opere (il raddoppio della Cremona-Piadena) su cui pesi "la forte preoccupazione circa l'aumento dei costi, il grave mancato coinvolgimen-to dell'utenza, il dato del consumo di suolo” ha eccepito “Ogni decisione va presa avendone presente la fattiva e concreta sostenibilità insieme alla certezza di tempi e risorse", dichiarazione che non può che leggersi come un invito a decidere in tema di grandi opere in maniera ponderata e giustificata numeri alla mano. Come si concilia questa posizione col "Sì comunque agli ospedali nuovi" come all' unisono hanno ribadito i consiglieri, Piloni compreso?
Dire “Sì comunque agli ospedali nuovi" è puntare sull'uovo oggi (con i fondi solo per il 'guscio' cioè i muri), uovo d'oro pagato dai contribuenti, e lasciare la gallina (anch'essa dalle uova d'oro) ai privati. È così che si salva (e con arroganza) il SSN? Mentre il PD raccoglie firme in difesa di un diritto già sancito dalla Costituzione cui i partiti dovrebbero solo dare attuazione, il privato colonizza il territorio. Non c'è posto per gli assiomi, c'è solo il dovere di rispondere ai bisogni degli utenti puntando su personale, attrezzature, organizzazione del Maggiore e magari anche con interventi edilizi, se necessari e dimostrati nero su bianco ai cittadini che sono gli unici legittimi e costituzionalmente riconosciuti stakeholder e finanziatori della sanità italiana.  Cercasi PD (ancora), quello che non si nasconde dietro astratti assiomi ma si misura coi dati di realtà, quello che non ha dimenticato che la democrazia (cui il partito si è vocato anche nel nome) vive del dialogo e del confronto con i cittadini che non vanno messi all'angolo declassati a inopportuni improvvidi disturbatori dei manovratori dei destini comuni. La democrazia non conosce le porte chiuse cui prima o poi ci si stanchi di bussare ma solo le 'piazze' del libero, oltre che dovuto, incontro e confronto. Portando argomenti, non assiomi.

Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell'ospedale di Cremona


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commenti


G.Franzoni- R.Vacchelli

3 ottobre 2024 13:03

Infatti. Cercasi sinistra disperatamente, perché la stalla è già vuota e correre a chiudere le porte quando è tardi è solo un'operazione di facciata. Parliamo della sinistra PD, CGIL ecc. che si dedica alla raccolta firme in difesa della sanità pubblica e finge di non accorgersi che nel frattempo i territori vengono colonizzati dall'arrembaggio del privato. Ed è un dato che ci sono andate senza ritorno. Dire sì ai muri nuovi perché "gli ospedali vecchi sono ricettacoli di virus" (cons. reg. Rozza) è abusare dell' intelligenza dei cittadini. Non sono i muri nuovi che salvano il diritto ad un SSN di qualità e con esso il Paese Italia, come tutti ben sappiamo.

tony

14 novembre 2024 09:44

Il fatto che parlamentari consiglieri regionali in carica o emeriti non abbia mai avuto la forza per esempio di "obbligare" una delle cliniche private del territorio tutte in forte utile ad attivare un P.S. neanche per i casi meno gravi pena la decadenza della convenzione con il SSN. A Brescia, fatte le debite proporzioni, i P.S. sono 6 e il medico decide di volta in volta dove andare in base al problema clinico e all' intasamento degli stessi. A Cremona c'è ne vorrebbe come minimo un secondo, ma secondo l'assioma del "nuovo" che è bello non vedrà mai la luce.