Ospedale, perché non ristrutturare, tenuto conto anche della nuova sanità?
Egregio Direttore
Ho avuto altra volta occasione di riflettere, anche sul suo giornale, su quanto danno porti in generale la cementificazione; ancor di più quando si creano nuovi edifici per sostituirne altri vecchi, che spesso rimangono lì, senza più una ragione, carcasse prive di vita.
Eppure spesso è necessario rinnovare, per essere al passo coi tempi, soprattutto oggi che tutto invecchia molto più velocemente che in passato; e il modo più ovvio è quello di costruire, quindi cementificare.
Tuttavia c’è anche chi ricerca soluzioni meno banali e più coraggiose. E che potrebbero essere prese come esempio.
E’ notizia di questi giorni che la dirigenza Rai, trovatasi al bivio, ha avuto il cosiddetto colpo d’ala. L’edificio di viale Mazzini, costruito nel 1957, definito ora vecchio, malsano, gonfio di umidità, dove pare che in alcuni locali piovesse dentro e gli ascensori spesso si bloccassero, nella cui struttura è presente una massiccia quantità di amianto, è stato chiuso.
Ma non verrà demolito. Verrà ristrutturato. Proprio così. Per cui io mi domando; perché non essere più coraggiosi anche noi, e riguardo al nostro vecchio Ospedale (bello quanto pochi altri in Lombardia, e forse non solo) perché non intraprendere una strada meno ovvia e più conforme alle nuove esigenze dei tempi?
Perché non ristrutturare, tenuto conto anche della nuova sanità, nella quale ad essere importante sarà soprattutto la scienza con la tecnologia e molto meno il contorno esterno essendo la degenza del malato sempre più breve? Non abbiamo già cementificato anche troppo?
Ivana Brusati
Sostenitrice del “movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona”
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