11 giugno 2025

Referendum, le battaglie giuste si fanno anche se le puoi perdere

Le battaglie giuste si fanno anche se le puoi perdere.
Ed è stato più che giusto riportare al centro del confronto politico problemi rilevanti come quelli del lavoro e della cittadinanza.
Io voglio ringraziare la CGIL, per avere imposto a tutto il Paese un confronto sui temi del lavoro, e i Comitati per la Cittadinanza, insieme ai Radicali, per il coraggio nel mettere nell'agenda politica un tema così importante e delicato come quello del diritto di cittadinanza.
Dopo il voto, ho letto e ascoltato tanti commenti. Come sempre, alcuni a sproposito, altri interessanti, 
Ma le posizioni di Italia Viva e le considerazioni di alcuni cosiddetti riformisti del PD, secondo cui i referendum sul lavoro erano una cosa rivolta al passato, un regolamento di conti, un'abiura, sostenendo che il PD non avrebbe dovuto aderire, ancora una volta mi hanno sconcertato.  
Ho provato a riflettere, e se il PD non avesse aderito?
Immaginate la frattura con la parte del mondo del lavoro più vicina alla sinistra, la frattura che ancora si sarebbe riprodotta con i lavoratori che vedono ripetersi, per anni, contratti a tempo determinato senza una vera motivazione, con quei lavoratori oggetto di licenziamento ingiusto, coi lavoratori dei subappalti. Pensate alla frattura con i giovani stagisti, gli apprendisti, gli studenti.
In televisione, nelle convention ci bombardano con notizie che sostengono la precarietà, che grazie al JobsAct c'è più occupazione. Mi chiedo, ma dove vivono? Con chi parlano? Chi frequentano? 
Ogni giorno leggiamo di morti sul lavoro, di licenziamenti singoli, collettivi, di contratti di un solo giorno lavorativo, di tempi determinati senza fine.
Penso a cosa sarebbe successo nella relazione tra chi intende porsi come un'alternativa al Governo delle destre, con tutti quegli elettori che hanno votato Si. Quegli elettori cosa avrebbero pensato del PD, dell'Alleanza Verdi Sinistra, del Movimento 5 Stelle, se non ci fosse stato l'appoggio ai referendum presentati dalla CGIL?
Le battaglie giuste vanno fatte, a prescindere. E vanno riproposte, anche se in forme diverse. 
Perché dal mondo del lavoro è emersa con chiarezza una richiesta di diritti e protezione.
Così come è sempre più urgente dare una risposta matura al problema della cittadinanza di milioni di persone che vivono, studiano e lavorano nel nostro Paese, rimanendo però esclusi da un patto di cittadinanza fatto di diritti e doveri.
Il lavoro e i diritti dovranno essere il primo pilastro del nuovo centrosinistra che va costruito insieme a questi 13 milioni di cittadini, per dare prospettiva e futuro al Paese.
 
 

 

Franco Bordo


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commenti


Manuel

14 giugno 2025 19:09

Le battaglie giuste si fanno anche se le puoi perdere!
Sono d’accordo.
Ora, i chiacchieroni, non potranno dire che il sindacato, i partiti, la società civile non si siano dati da fare.
Era, forse, da calibrare meglio il periodo di raccolta firme in modo da costringere il governo ad affiancare i referendum (referenda?) ad una tornata elettorale corposa (es. regionali di fine anno).
L’inserimento del quesito sulla cittadinanza, a mio avviso, è stato una coglionata, ma, in effetti, non ha inficiato sul risultato finale, considerato quanto sia stato lontano il quorum.
Senza star qui a discutere sui motivi, in parte comprensibili, del quesito cinque, consiglio, la volta prossima di gestire, assemblare meglio le tematiche referendarie, poiché bisogna essere strategicamente più incisivi: anche più cinici, se occorre. La formula iniziale, ribadisco, è assai condivisibile, ma qualche volta è piacevole pure vincere, non solo partecipare.
“Il lavoro e i diritti dovranno essere il primo pilastro del nuovo centrosinistra...”
Caro Bordo, devi aggiungere necessariamente l’AMBIENTE! Ineludibile!
Quando, più di quarant’anni fa, a livello locale, rivendicavo, con altri, la necessità di affrontare le emergenze ambientali, il PCI, il PSI, la DC, etc., mi ascoltavano stralunati, poi mi mi mandavano aff...
Io, di conseguenza, mandavo aff... loro.
Dato che abbiamo avuto ragione noi, tale dimenticanza non te la puoi più permettere.