Controreplica del Movimento: “Il PFTE non esiste”? La giurisprudenza dice il contrario. L’ASST smentita dal Consiglio di Stato
- Il Consiglio di Stato (Adunanza Plenaria 10/2020) ha chiarito che anche atti non ancora definitivi sono accessibili, se esistono e sono stati protocollati o trasmessi tra enti.
Il PFTE è in fase di valutazione presso più enti pubblici, quindi non può non esistere. Se fosse davvero “inesistente”, come sostiene l’ASST, nessuno lo starebbe esaminando.
Inoltre, il riferimento al nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) è del tutto inappropriato: l’articolo 35 si riferisce a procedimenti di gara e non è applicabile all’accesso civico generalizzato previsto dal D.Lgs. 33/2013. Questo diritto riguarda la trasparenza amministrativa, e non può essere limitato da norme pensate per la tutela della concorrenza nelle gare.
Anche le più recenti linee guida ANAC e numerose sentenze del TAR confermano che l’accesso civico prevale, salvo rischio concreto e attuale per interessi giuridicamente tutelati – rischio che l’ASST non ha mai dimostrato.
È lecito domandarsi se non vi sia, da parte dell’ASST, un utilizzo strategico dello stato di “bozza” per evitare il protocollo formale dei documenti e, conseguentemente, sottrarli al controllo civico.
Tale comportamento, pur forse formalmente legittimo, risulterebbe in evidente contrasto con i principi di trasparenza amministrativa stabiliti dalla legge e ribaditi dalla giurisprudenza.
Per questo motivo riteniamo indispensabile che le autorità di controllo, a partire dalla Corte dei Conti e dall’ANAC, verifichino se le modalità di gestione del PFTE siano compatibili con il diritto dei cittadini ad essere informati prima dell’adozione di decisioni irreversibili.
Chiediamo quindi:
1. Che l’ASST smetta di confondere il pubblico con dichiarazioni contraddittorie;
2. Che le istituzioni regionali e la Corte dei Conti si esprimano su una situazione che rischia di vanificare ogni controllo civico e istituzionale.
L’accesso civico generalizzato è un diritto previsto dalla legge, non una concessione discrezionale. La trasparenza non può iniziare nel 2026, quando i giochi saranno fatti.
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