In questi due anni di opposizione alla costruzione di un nuovo ospedale da parte del "movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona" ci siamo sempre chiesti se quanto da noi proposto in alternativa fosse plausibile, non per il nostro limitato punto di vista economico, sanitario e sociale, ma per quanto nel mondo della sanità è avvenuto e sta avvenendo attorno a noi in un'area dell'Italia settentrionale.
Più studiavamo il problema, più ci si informava che cosa stesse accedendo in Lombardia, Emilia, Trentino, Veneto e limitrofe, più scoprivamo che il percorso per l'edilizia sanitaria, con l'opzione riqualificare l'esistente o costruire nuovo, era maledettamente uguale in ogni città.
In ogni situazione simile a Cremona, il percorso è stato:
- valutazione sommaria della possibilità di riqualificare l'ospedale esistente, renderlo sufficiente per le esigenze del territorio e, attuare quanto da decenni si sa sulla ottimizzazione dell' organizzazione sanitaria
- aumentare le strutture territoriali che possano fare da filtro ad un utilizzo indiscriminato dell'ospedale attraverso un utilizzo improprio del Pronto Soccorso.
Gli enormi interessi economici che spingono la sanità pubblica verso altri obiettivi hanno stravolto questa logica ed allora fondi che potevano essere sufficienti per la sola riqualificazione sono stati artatamente dichiarati insufficienti e sono stati proposti ospedali eccessivi nella struttura, giustificando l'indispensabilità della funzione alberghiera (camere singole, paesaggi caraibici con fiori, piante e laghetti) sacrificando altre funzioni ospedaliere.
Così sarà fatto nel riprogettato "progetto Cucinella" per l'ospedale di Cremona.
Ma tutto questo ridimensionamento non è finito, i soldi non bastano.
Allora si è chiesto ed ottenuto dalla Regione Lombardia altri 158 milioni che si aggiungono ai 280 milioni stanziati nella gara internazionale dove l'allora direttore generale Giuseppe Rossi il 30 novembre 2023 garantiva allo stupefatto e incredulo presidente Fontana la fattibilità dell'impresa del secolo con "solo" 280 milioni.
Le ripetute, ma poco rassicuranti, dichiarazioni dell'attuale DG dr Ezio Belleri, che i 438 milioni per il ridimensionato nuovo ospedale saranno sufficienti e non si farà ricorso al project financing, ci hanno insospettito e, alla luce di quanto sta avvenendo in situazioni simili, confermato il triste destino di Cremona.
Avremo un ospedale, aborto del progetto illustrato il 30 novembre 2023 e da tutti voluto (nulla di più falso!), con meno piani e meno posti letto e con la prospettiva di ripagare gli interessi e il capitale al privato per 20 o 30 anni per ripianare il debito di milioni da lui anticipati, tanti milioni, per poter terminare la struttura ospedaliera.
Gli esempi sono molti. In questi giorni ci è giunta notizia del costruendo (da molti anni) ospedale di Cavalese in val di Fiemme...
Le chiediamo per cortesia di far conoscere ai suoi lettori quanto sta avvenendo in Trentino (
leggi qui l'articolo del Corriere del Trentino) e di premettere quanto abbiamo soprascritto con una analisi della nostra situazione cremonese.
La nostra tesi , avendo gli stessi "materiali e metodi" di casi simili sparsi in Italia, trascinerà Cremona alle stesse conclusioni .. o meglio agli stessi continui rimandi .. fino a che negli anni nessuno si ricorderà chi ha deciso e di chi è stata la responsabilità di non aver fatto la cosa più semplice: utilizzare i fondi già disponibili e sufficienti per riqualificare l'attuale Ospedale..
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