4 settembre 2023

La bacinizzazione del Po non è solo irrigazione

In questi giorni scopriamo che la Destra cremonese ha subito un improvviso innamoramento per la bacinizzazione del Po. Forse dettato dalle difficoltà create dalla siccità ricorrente agli agricoltori cremonesi? Ma la bacinizzazione del Po non è fortunatamente solo irrigazione durante le siccità: è ben altro, e sarebbe bene fare un po' di chiarezza. Intanto sgomberiamo il campo da un equivoco. Circa un paio di anni fa (ma forse ricordiamo male) il Ministro Salvini aveva riesumato l’idea del Canale navigabile fino a Milano…senza capire che senza un Po navigabile 365 giorni all’anno per chiatte/bettoline fare il canale navigabile fino a Milano sarebbe esattamente come buttar via i soldi (di noi contribuenti). E poi, oggi che l’industria pesante è sparita da Milano e d’intorni, sul tronco CR-MI cosa ci dovremmo portare? L’unica “merce” (ci si passi l’infelice espressione) che compie questo percorso giornaliero sono i pendolari: ci portiamo loro con le bettoline? E poi: a Milano, dove? dopo che le aree destinate ad ospitare il Porto di Milano (è rimasta la denominazione di una fermata della Metro – Porto di Mare – T.I.B.B.)  sono state vendute e l’Ente preposto è stato sciolto? Molto più corretto e producente sarebbe tornare a considerare Cremona meta centro padana della navigazione fluvio-marittima, un nodo di interscambio in posizione baricentrica (BS, BG, MI, PC, PR, RE) raggiungibile dal naviglio rendendo navigabile il tratto del Po tra Cremona e la foce del Mincio. La rimanente parte del percorso fino al mare (Venezia, Ravenna, tutti i porti dell’Adriatico, Jonio, e buona parte del bacino Mediterraneo …. ecc.) sarebbe garantita, con interventi e costi minori sul sistema di canali Fissero Tartaro Canal Bianco. Pochi sanno che la valenza della navigazione sul Po era già chiara al Triumvirato della Repubblica Romana del 1849 (Mazzini ,Armellini e Saffi) che in un documento , non ostante i gravi problemi che incombevano, ebbero modo di dichiararla “ di interesse nazionale”. Ma andiamo per ordine. Perché e cos’è la bacinizzazione del Po. Esistono ancora i progetti della "Idrovia Padana" (edita dalla cremonesissima Comunità Padana delle C.d.C. edizione 1963!) che dimostravano la fattibilità, la convenienza e la lungimiranza della necessità di realizzare le poche opere necessarie a rendere navigabile il Po per almeno 330 gg/anno e salvaguardarne l'alveo .Eminenti e valorosi cremonesi , specie Repubblicani (G.Dolfini, C.Genzini, Michieli, unitamente agli altrettanto valorosi Tecnici del Consorzio del Porto) spesero forze a profusione per dimostrare (convegni di alto livello), chiamare a raccolta (riunioni politiche ed istituzionali), proporre (indagini conoscitive e proposte di legge), sollecitare e promuovere (insediamenti di società logistiche e di trasporti) . Nel suo piccolo, uno degli scriventi (PRI) organizzò, circa 30 anni fa ,un convegno molto partecipato con l'intervento di autorità portuali (TS,BA,BR) e politici anche a livello nazionale per propugnare la navigazione fluvio marittima senza rottura di carico da ogni porto del Mediterraneo fino al cuore della valle Padana.                                                                                                     

COS’E’ LA BACINIZZAZIONE DEL PO

Poiché qualcuno (molti) ci accusarono di voler cementificare il Po chiariamo cosa si intende per “bacinizzazione” L’ultima versione del progetto, prima che fosse affossata (col fattivo concorso delle stesse forze che oggi ne vogliono, curiosamente la primogenitura) prevedeva una spesa di circa 2,4 MLD di euro . Il progetto prevede la realizzazione di quattro traverse, sorta di dighe “ad acqua fluente”, ovvero che lasciano passare una parte dell'acqua per sostenere i livelli idrici di magra del fiume Po, riportandolo mediamente alle quote di circa 50/70 anni fa.                                                                                                                                          Il rialzamento proposto, secondo il curatore Alessandro Paoletti,ordinario di costruzioni idrauliche al Politecnico di Milano, «non produrrà alcuna modifica delle portate fluviali e rimane all'interno dell'alveo inciso, senza interessare le aree golenali e, pertanto, senza produrre alcuna alterazione del regime idraulico di piena». Le quattro dighe sarebbero da situare fra Motta Baluffi, nel Cremonese, e Rocca Bianca (Parma), fra Viadana e Brescello, fra Borgoforte e Motteggiana e fra Sustinente e Quingentole. Ogni diga sarà composta da uno sbarramento con paratie mobili che si abbassano in caso di piena; una conca di navigazione, una centrale idroelettrica ed una scala di risalita per i pesci. «Il volume idrico invasabile, circa 150 Milioni di metri cubi - secondo i progettisti - sarà disponibile in situazioni di deficit idrico per incrementare la portata del Po in occasione di periodi di magra eccezionali. Questo migliora la funzionalità delle derivazioni idriche superficiali ad uso irriguo ed industriale come il raffreddamento delle centrali termoelettriche di Ostiglia e Sermide e contrastare la risalita del cuneo salino nell'area del delta».       PERCHE’ LA BACINIZZAZIONE DEL PO   

1) Il nuovo assetto bacinizzato, e non a corrente libera, dovrebbe garantire la navigabilità per tutto l'anno, contro i 10 mesi attuali (ormai ahimé non più vero).                 

2) La realizzazione delle traverse per innalzare i livelli idrici permetterà di ottenere, in corrispondenza delle stesse, dei dislivelli idrici di circa 3 metri che potranno essere utilizzati, per produrre energia idroelettrica stimata in 920mila MWh/anno, pari al 3% della produzione idroelettrica nazionale. Altri vantaggi diciamo collaterali ma di grande peso economico ed ambientale, ad esempio:

3) la salvaguardia del fondo dell’alveo , le sponde e tutte le opere connesse col fiume  come argini, ponti(!) costantemente soggetti all’erosione delle sponde e delle fondazioni;

4) verrebbero evitato le piene disastrose e la carenza d’acqua irrigua nei periodi di secca con grande sollievo deli’agricoltura, appunto; 

5) permetterebbe la navigazione fluvio marittima fino al centro della pianura padana togliendo dalle strade ed autostrade migliaia e migliaia di carichi pesanti (con grande sollievo delle nostre martoriate strade) .  Facciamo solo una piccola considerazione: se una chiatta o bettolina porta parecchie decine di containers per ogni viaggio, se ogni container corrisponde ad un camion o autoarticolato quante centinaia/migliaia di TIR toglieremmo dalle nostre autostrade/strade statali? Dai nostri ponti (!!!)? Con tutto ciò che ne consegue (usura, incidenti, intasamenti del traffico,…).

6) I trasporti speciali troverebbero una via naturale e libererebbero strade ed autostrade  dal loro ingombro/pericolo;

7) Abbattimento dell’inquinamento dell’aria (quante miglia di tonn. di Co2, particolato, polveri ecc, risparmiate da migliaia di TIR circolanti in meno?) E questo vale per la rete nazionale in senso N/S ed in senso E/W… e per la rete locale di S.S. e S.P.  Aggiungiamo l’inquinamento acustico…

Quando si deve valutare la valenza di questa opera (ma dovrebbe essere una regola generale) bisogna ragionare in termini di Bilancio Ecologico /Ambientale generale, non dell’impatto della singola opera, per altro migliorabile con mitigazioni da eseguire sulle rive, sui manufatti, ecc…

Abbiamo sott’occhio numerosissimi esempi sparsi in tutta Europa ed oltre; praticamente tutti i maggiori fiumi europei (Rodano, Reno, Danubio, Mosa e Mosella, Senna, …) sono bacinizzati da secoli ormai, ed hanno contribuito fattivamente allo sviluppo delle rispettive nazioni (ambientalmente più avanzate dell’Italia) e a trasportare milioni di tonn. di merci in modo ecologico anche da un mare all’altro (il “canal du Midi”, in Francia, permette di collegare Sète, sul mar Mediterraneo con Bordeaux sull’oceano Atlantico mediante la Garonna dal 1770 circa per non parlare del complesso Reno, Mosa, Mosella, Schelda che interessa Francia, Germania, Belgio e Olanda… Noi, oggi 2023, stiamo ancora a grattarci il mento pensierosi e dubbiosi, mentre a Milano e Roma non sanno se esistiamo…

La Storia insegna, i documenti ed i progetti ci sono, basta aggiornarli…. Manca la politica, come sempre in volontà e qualità. Il PRI cremonese c’é…

 

la foto dal drone è di Riccardo Maverick Rizzi

Per il PRI Cremonese Sez. A. Ghisleri

Anselmo Gusperti


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commenti


Mariateresa

8 settembre 2023 12:00

La bacinizzazione del Po mi sembra un'ottima proposta, sia dal punto.di vista economico che ambientale.
L'eventuale intervento è stato spiegato bene ed è comprensibile anche per i non esperti.
Il progetto deve essere valutato concretamente, in sinergia con le altre amministrazioni (oltre a quella cremonese) interessate.
Ma qui purtroppo il problema diventa politico e, come spesso accade, finisce nel nulla.
Spero non sia così anche in questo caso

Emiliano Zasa

23 gennaio 2024 18:54

la bacinizzazione del Po è un'opera che guarda al futuro, come lo furono l'Autostrada del Sole A1, il Mo.SE di Venezia (che ha già salvato più volte la città patrimonio dell'umanità), il ponte sullo Stretto e altre... Bacinizzare il Po significherebbe realizzare un sogno che dia opportunità alle prossime generazioni e non solo alla nostra!