10 gennaio 2022

Spazi per la musica e la cultura, ci sono i progetti mettiamo insieme le idee

La signora Alessi, nota professionista della musica cittadina, pone attraverso una lettera su CremonaSera alcune questioni importanti legate agli spazi – fisici ma ancor prima culturali – dedicati alla proposizione di musica in città da parte di formazioni locali e, più in generale, sul ruolo di progettazione e stimolo, da parte dell’ Amministrazione Comunale, di una crescita dell’ambiente musicale in generale . 

La questione degli spazi dove fare cultura in città è certamente importante: Fondazione Ponchielli e Museo del Violino hanno spazi adeguati e programmazioni indirizzate al pubblico, con progetti importanti di caratura nazionale e internazionale. 

Al di fuori dei due grandi teatri cittadini, vanno ricordati gli appuntamenti costanti promossi dalla Camerata con i propri concerti nonché Spazio Novecento promosso da Taglietti: proposte di altissima qualità. 

Allo stesso modo, è fondamentale l ’azione portata avanti dall’Amministrazione Comunale per stimolare la crescita del Conservatorio, fino al suo riconoscimento quale entità statale e la sua definitiva collocazione in Palazzo Grasselli, con il  seguito di iniziative anche di gestione degli spazi interni al Conservatorio stesso ed alla proposta alla città di eventi aperti al pubblico . 

Quello che sicuramente manca è la gestione di spazi altri, dedicati a nuov i ensemble e, in prospettiva, ad una auspicabile formazione orchestrale cittadina di qualità professionistica . 

Dare vita a formazioni che fondino sulla professionalità il proprio essere implica capacità di gestione, capacità organizzativa, conoscenza degli aspetti legati alla tutela previdenziale ed alla copertura economica dell’attività stessa. Sotto questo aspetto, vanno segnalate le diverse esperienze di produzione musicale maturate nell’ambito delle iniziative estive: hanno una loro ricorrenza e, aspetto quanto mai importante, una autonomia gestionale che va al di là del singolo evento e sostengono tutto un settore tecnico – anche in termini di formazione professionale - che raramente viene citato pur essendo fondamentale nel fare Spettacolo.

Va detto che il tema si presenta simile anche nell ’ambito della prosa e della danza, dove sono quasi assenti approcci professionali dello Spettacolo dal Vivo in termini di organizzazione del lavoro (versamenti contributivi, tutele contrattuali ed altro); forse più evidente nella musica. 

Ma è indubbio che solo attraverso la verifica costante col pubblico la qualità professionale può crescere.  Sono quindi essenziali le occasioni di esibizione e verifica davanti ad un pubblico. 

D i spazi in realtà ve ne sono, a partire dai citati San Vitale per passare per Sala Rodi, il Monteverdi o il Filo, ( dove nelle ultime due stagioni - malgrado le difficoltà legate alla pandemia – si è comunque attivata una importante stagione autunnale di Teatro Professionale). 

Palazzo Cittanova , risultato inagibile per l’esigenza di una serie di ammoderna menti strutturali e di tutela infortunistica, è stato di recente candidato ad un bando regionale per la sua messa a punto: solo a quel punto diventerà luogo principale di proposizione culturale. 

Il vero problema è la messa in rete di forme di coordinamento ed una reale programmazione: in pratica, è possibile in ogni momento fare richiesta al Comune di utilizzo di tali spazi; quello che manca sembra essere la capacità di creare programmi e continuità di proposta da parte dei richiedenti . 

Risulta peraltro un’ intensa attività dell’Assessorato competente nel tentativo di creare coordinamenti che promuovano iniziative non estemporanee e con progettualità a lungo termine. 

Ma le organizzazioni presenti sul territorio sembrano muoversi con criteri legati all’amatoriale, ovvero in assenza di una progettualità professional , il che riduce le occasioni a esibizioni estemporanee . 

A quando la organizzazione di appuntamenti ricorrenti e facilmente riconoscibili, sia in termini di date che in termini di proposta, da parte di queste organizzazioni locali? 

A quando l’assunzione di responsabilità nell’organizzazione del lavoro di spettacolo? 

È certo che la proposta di una “stagione” di nuove proposte, con appuntamenti definiti sul lungo periodo, sarebbe ottimamente vista e supportata dall' Ente Pubblico e, soprattutto, dal pubblico locale. 

Il ruolo dell’Assessorato può essere quello di stimolo e di accompagnamento, non certo quello di Direzione Artistica o di Organizzatore: si creino ed attivino le proposte, si attivino realtà di progettazione e programmazion , ci si accrediti com e soggetti di riferimento. Di questo un Assessorato ha bisogno. 

Altro tema è la costruzione di spazi per prove e per nuovi allestimenti, la creazione di una sorta di “Casa della Musica” (e, forse, anche del Teatro) come già esistono in altre città; su questo va ricordato l’ impegno dell’ Assessorato ai Beni Pubblici all ’attivazione della propria squa dra tecnica per l’accesso ad importanti risorse per il recupero di ambienti ed aree, per esempio tutto il comparto legato all ’ex ospedale maggiore fino a ridosso di piazza Lodi: nei progetti dell’ Assessorato, in tutto questo comparto dovrebbero essere creati spazi destinati proprio all'associazionismo culturale. 

I tempi sono quelli dei lavori, ma l’ adesione ai progetti leg ati al PNRR impongono il rispetto di tempistiche che portano a ridosso del 2026: è necessaria pazienza e fiducia. 

Nel frattempo, si attivino le risorse umane e culturali esistenti in città: non si aspetti la calata dall ’ alto, ma si confidi nella volontà di ascolto degli assessori competenti. 

Nella foto Palazzo Grasselli, presto sede del Conservatorio

 

Alceste Ferrari


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