Referendum giustizia, a Cremona l'adesione più alta in Lombardia. Ravelli: "Firme importanti dal Pd, speravo si aprisse un confronto"
Si alza l'asticella in vista della scadenza dei termini per la raccolta firme a sostegno del referendum sulla giustizia. L'iniziativa lanciata da Partito Radicale e Lega sta andando a gonfie vele, a Cremona come nel resto del Paese. I termini per la raccolta firme erano fissatati in settembre ma l'iniziativa è stata prorogata fino a metà ottobre. Obiettivo è raggiungere un milione di firme in tutta Italia, ossia il doppio del minimo previsto dalla legge per presentare la richiesta di referendum.
In provincia di Cremona i dati sono decisamente alti. I numeri esatti verranno diffusi in occasione della chiusura della campagna, ma emerge sin da ora che la nostra provincia – in base ai dati forniti dalla sede della Lega di via Bellerio a Milano – ha il numero di aderenti alla raccolta firme più alto della Lombardia, e, di conseguenza, d'Italia, naturalmente in proporzione al numero di abitanti.
Anche questa mattina, in fronte a SpazioComune in piazza Stradivari, era operativo il banchetto. Presente anche Sergio Ravelli, leader storico dei Radicali cremonesi. “Nel 90% dei casi chi firma lo fa per tutti e sei i quesiti – commenta –. Pochissimi cittadini firmano per pochi quesiti: diciamo che l'adesione è sostanzialmente in blocco”.
Due i temi (e quindi i quesiti) trainanti: separazione delle carriere dei magistrati e responsabilità civile e diretta dei magistrati. “Sono i due quesiti emblematici – dice Ravelli –, due temi storici già oggetto del referendum Tortora nell'87. Attualmente i magistrati italiani sono 'irresponsabili', sono l'unico corpo in Italia a non avere una responsabilità diretta sul loro operato”. Quanto al secondo quesito trainante, “la mancanza di una separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante è il nocciolo del malfunzionamento della giustizia in Italia”.
Al di là della grande partecipazione, Cremona conferma un altro dato interessante: è tra le realtà nelle quali il Partito Democratico ha dato i maggiori segnali di interesse sul tema. “Ci sono pochi altri casi in Italia come il nostro – osserva ancora Ravelli –. Qui almeno quattro esponenti di primo piano del Pd si sono esposti pubblicamente aderendo alla raccolta firme. Parlo del parlamentare Luciano Pizzetti, del vicesindaco Andrea Virgilio, del presidente del Consiglio comunale, Paolo Carletti, e del sindaco di Stagno, Roberto Mariani (in passato presidente del Consiglio Provinciale ed esponente del Pd, sebbene attualmente non sia iscritto al partito; ndr)”.
Nonostante questo, incalza Ravelli, “non c'è stata una riflessione interna al Pd di Cremona su questi temi. Ci aspettavamo un riflesso sul dibattito interno ma questo non è avvenuto. La decisione dei vertici locali del Pd è stata quella di non far discutere il partito perché sanno che sulla giustizia c'è un forte dissenso interno, nonostante la presa di posizione di esponenti di primo piano”.
Le prossime tappe prevedono la presenza a Cremona, il 14 settembre alle 17 presso SpazioComune, del segretario nazionale dei Radicali, Maurizio Turco. A metà ottobre chiusura della raccolta firme, che verranno portate in Cassazione, poi il passaggio sulla costituzionalità del referendum, alla volta di gennaio.
“Siamo strasicuri di superare il passaggio di costituzionalità – conclude Ravelli – e siamo altrettanto sicuri che nella primavera del 2022 si potrà tenere il referendum, che contiamo di vincere. Anzi, siamo sicuri di vincerlo”.
Qui, nello specifico, i temi sui quali è stata promossa la raccolta firme.
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