Sulla "cittadella della sicurezza" è botta e risposta tra opposizione e maggioranza: "Intervento monco", "Non capite il progetto"
Confronto serrato, dopo il passaggio in Consiglio comunale, sulla "cittadella della sicurezza" che si andrà a realizzare in via Sesto spostando le sedi di Questura e Polizia Stradale. Il centrodestra ha definito il progetto "monco" perché non comprende anche Prefettura e Carabinieri, e oggi torna sul tema con un intervento dei consiglieri di Forza Italia Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi. L'intera operazione, lo ricordiamo, prevede il recupero della Caserma Manfredini come sede universitaria e convitto per studenti e il trasferimento della Questura e della Polizia Stradale presso l’attuale sede del Politecnico in Via Sesto (qui il nostro approfondimento).
FORZA ITALIA - Ebbene, "Abbiamo ascoltato pazientemente per due ore gli interventi degli esponenti di maggioranza - commentano i consiglieri di Forza Italia - tutti tesi esclusivamente ad intestarsi la regia dell’operazione, riducendo il ruolo della Fondazione Arvedi Buschini a mero finanziatore, ignorando per di più tutti gli apporti forniti dagli altri soggetti coinvolti nel protocollo. E’ giusto a questo punto chiarire che il voto proposto al Consiglio Comunale si riferiva al complesso dell’operazione che ha tentato, non riuscendoci, di tenere insieme due interventi aventi livelli di progettualità e di attuazione molto differenti. Il recupero della Caserma Manfredini come sede universitaria e convitto, che noi giudichiamo molto positivamente, è un progetto concreto, dotato di un piano architettonico, urbanistico, finanziario e cronologico reale, e completa una visione di restituzione dell’intero comparto, iniziata, con grande lungimiranza, dalla Fondazione Arvedi Buschini con la splendida ristrutturazione dell’ex convento di Santa Monica".
La seconda, aggiungono Malvezzi, Fasani e Simi, "invece è un’operazione evidentemente di ripiego di cui si colgono gli evidenti limiti. Non esiste alcun progetto urbanistico, non vi sono certezze in merito alla copertura economica, e conseguentemente alla tempistica di esecuzione dei lavori, e gli spazi esistenti sono insufficienti ad ospitare Questura e Polizia Stradale, tanto che si prospetta la realizzazione di nuove edificazioni. In compenso vi sono alcune certezze che tutti hanno davanti agli occhi, a partire dal tramonto del progetto della cittadella della sicurezza. Infatti nell’immobile di via Sesto non troveranno ospitalità gli uffici della Prefettura né quelli del Comando Provinciale dei Carabinieri, destinato a rimanere ancora per anni nella Caserma Santa Lucia. Per questi immobili il Demanio dello Stato continuerà a pagare costosi canoni. Per comporre un quadro così complesso servirebbero idee chiare, autorevolezza per attuarle e tanto lavoro".
"Se è vero - conclude Forza Italia - che i cremonesi non possono che manifestare la propria gratitudine alla Fondazione Arvedi Buschini per il grande contributo, non solo economico, che da anni sta offrendo alla nostra città, nessuno può negare la responsabilità dell’Amministrazione Comunale di aver rinunciato, per ignavia e mediocrità, alla possibilità di trovare una diversa soluzione per realizzare la cittadella della sicurezza, lasciando così ancora irrisolte importanti questioni urbanistiche e di organizzazione dei servizi".
LA MAGGIORANZA - L'intervento dei consiglieri di Forza Italia è volto a replicare a quanto dichiarato ieri dai referenti della maggioranza: Roberto Poli (Pd), Enrico Manfredini (Fare Nuova la Città) e Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona). "Nell’ultimo Consiglio comunale - hanno detto i capigruppo del centrosinistra - è apparsa del tutto incomprensibile la decisione delle minoranze di centrodestra che non hanno votato a favore del progetto di recupero della caserma Manfredini e dello spostamento in via Sesto, presso la sede attuale del Politecnico, di Questura e Polizia stradale. Una decisione dettata solo da contrapposizione politica, perché le motivazioni addotte nel dibattito sono state fumose e inconsistenti. Appoggiare il recupero della caserma Manfredini e non appoggiare quella di via Sesto significa infatti non avere capito che i due progetti sono strettamente connessi ed interdipendenti: ciascuno dei due può essere realizzato se lo è contemporaneamente anche l’altro".
"La minoranza - hanno aggiunto Poli, Manfredini e Pasquetti - è quindi invitata a spiegare ai cittadini per quali ragioni non intendono sostenere il progetto complessivo, finanziato dalla Fondazione Arvedi Buschini, che grazie ad una visione condivisa con l'Amministrazione e alla regia dell’Amministrazione Comunale stessa consente di sviluppare la vocazione della città a corsi universitari collegati alle specificità e alle eccellenza del territorio, nel settore musicale e liutario e nel filone agroalimentare; recuperare un edificio fatiscente e creare un’area della città dedicata all Università e ai suoi servizi; giovarsi dei riflessi economici derivanti dalla presenza degli studenti universitari, in particolare in riferimento a servizi abitativi, locali pubblici, attività commerciali; adibire la sede attuale del Politecnico a sede della cittadella della sicurezza (Questura e Polizia Stradale)".
Nelle foto a scorrimento, la sede del Politecnico e la caserma Manfredini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Michele de Crecchio
11 agosto 2021 18:04
Il problema di fondo è che, a mio parere, nessuno ha sino ad ora saputo ben spiegare alla cittadinanza cremonese per quale misteriosa motivazione il Politecnico dovrebbe abbandonare la sua attuale splendida sede, immersa nel verde di via di via Sesto, sede che, tra l'altro, è anche, in gran parte, di recentissima ed efficiente realizzazione. Come al solito, ormai da parecchi anni. il Comune di Cremona ha purtroppo rinunciato a svolgere la sua funzione amministrativa più importante che dovrebbe essere quella di fondamentale "regista" delle trasformazioni urbanistiche, piccole o grandi, che interessano il suo territorio e si limita, come un diligente notaio a trascriverne le non sempre convergenti volontà!