"Palla in curva" con Marco Giandebiaggi:"La serenità e l'entusiasmo di Cremona saranno l'arma in più nella prossima stagione"
'Palla in Curva' ospita uno dei beniamini dei tifosi grigiorossi, che a Cremona ha vissuto sette stagioni (di cui quattro in Serie A), vestendo la maglia grigiorossa per 220 volte (14 reti messe a segno). Nato a Parma, centrocampista classe ’69, Marco Giandebiaggi è stato uno dei protagonisti dei 'magici anni ’90 grigiorossi' guidati da Gigi Simoni - unico allenatore a riuscire a mantenere la categoria per tre stagioni consecutive - e della vittoria a Wembley del 27 marzo 1993.
D: Ciao 'Giande'. Innanzitutto grazie per la disponibilità, comincerei con un tuo giudizio sulla cavalcata dell’ultima stagione.
R: "È stata una stagione non facile, che però ha visto una Cremo solida, capace di dare il meglio nelle partite decisive."
D: Rispetto alla stagione 2022/2023, la società ha deciso di affidare la squadra a un allenatore che conosce bene la categoria. È una scelta che condividi?
R: "Sì. Davide ha fatto molto bene in questi anni nelle squadre prese in corsa e anche con il Cagliari, cominciando la stagione. È preparato e lo stimo dal punto di vista professionale. Sono sicuro che darà la sua impronta a questa Cremo."
D: La prima amichevole pre-campionato persa contro il Torino, al netto del risultato, ha sottolineato la differenza di categoria. Come si può colmare questo gap?
R: "Sicuramente è sempre difficile per una neopromossa il salto di categoria, ma l'entusiasmo e la serenità che regna a Cremona possono essere un'arma in più. La squadra è ancora incompleta un po’ in tutti i reparti, ma c'è ancora tempo per migliorarla."
D: Quello che aspetta la Cremonese è un campionato lungo e difficile. Quali sono gli aspetti e le qualità più importanti per raggiungere l'obiettivo?
R: "La solidità, la consapevolezza di avere le qualità per giocarsela con tutte ed essere compatti nei momenti più difficili."
D: Nato a Parma, vivi a Parma, ma con una carriera che ha il suo apice in grigiorosso. Una storia che mi ricorda quella di Michele Castagnetti, nato a Reggio Emilia e che vive tra Reggio e Parma, che ha appena concluso la settima stagione in grigiorosso. Come te, una 'bandiera' grigiorossa in mezzo a tante altre.
R: "Sicuramente oggi è più difficile essere 'bandiere' o giocare per la stessa squadra per tanti anni. Ai miei tempi c'erano società con presidenti che le gestivano per tanti anni e che avevano una passione che andava al di là del semplice risultato sportivo; c'erano dei valori che nel calcio di oggi non trovi più."
D: Tu sei stato un centrocampista offensivo, come ti sei trovato a giocare con compagni come Dezotti, Tentoni, Florjancjc e Maspero? Tra gli avversari che hai incontrato, chi ti ha dato più filo da torcere?
R: "Nei sette anni che ho trascorso a Cremona ho giocato con tanti bravi giocatori e ho avuto la fortuna di condividere tanti bei momenti con loro. È stato molto facile, perché eravamo molto uniti sia in campo che fuori. Di avversari ne ho incontrati parecchi e nell'era Simoni passavo dal fare l'esterno al marcare i numeri 10. Di questi, sicuramente quello che ho sofferto di più è stato Rui Costa della Fiorentina."
D: Una società solida e la scelta di dare continuità alla dirigenza. Quanto è importante per la Cremonese avere ancora una proprietà che è parte del territorio?
R: "Che ci sia ancora il Cavalier Arvedi è molto importante per la città, perché in questo periodo dove la maggior parte delle società sono in mano a cordate o presidenti stranieri, essere ancora una delle poche che ha il presidente della propria città è un motivo in più per i tifosi per stare vicino e seguire la squadra."
D: Per compiere un'impresa come può essere una salvezza, quali sono i valori, sul campo e negli spogliatoi, che possono fare la differenza e come era stata la vostra stagione della storica salvezza in Serie A?
R: "L'allenatore e il gruppo sono fondamentali per provare a ottenere i risultati sperati. Il cammino è lungo e se hai delle buone fondamenta avrai più possibilità di superare i momenti difficili."
D: Chiudo con una curiosità. In una recente intervista a Mario Montorfano, mi ha parlato di un'amichevole a Spiazzo nel 1992 con il Manchester City. Ricordi qualcosa in merito a quella sfida?
R: "Sì, certo, e se non sbaglio abbiamo pareggiato o vinto. Ma naturalmente non era il City attuale!"
Saluto e ringrazio Marco a nome di tutti i tifosi grigiorossi. E’ vero, quel Manchester City non sarà quello attuale, ma di fatto quella Cremonese in quella stagione, nello stadio di Wembley, è salita sul ‘tetto d’Europa!’.
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