10 marzo 2023

Aneddoti e ricordi di trent'anni di storia del "Subbuteo Club Stradivari". Domenica 19 Marzo la VII edizione del Trofeo 3T

Il 19 Marzo alle 9.30, presso il Bocciodromo comunale di Cremona in Piazzale Atleti azzurri d’Italia, prenderà il via il VII° Trofeo delle 3T, organizzato dal Subbuteo Club Stradivari di Cremona, torneo di calciotavolo valido per il ‘Trofeo delle Regioni 2023’.

Il Subbuteo Club Stradivari di Cremona nasce, come spiega la sezione dedicata del sito www.scstradivari.eu, nel 1990 grazie all’amicizia, dei poco più che ventenni, Maurizio Brillantino e Carlo Ciraolo. Un’amicizia rinsaldata poi nel tempo proprio dalla passione per il calcio tavolo, che si protrae fino ai giorni nostri e che rappresenta l’anima di questo sodalizio.

Il ‘Table Soccer’ (denominazione primordiale inglese del Subbuteo) nasce a fine anni ‘60 in Inghilterra nel Kent ed esportato, ancor prima che dai commercianti, dai fortunati appassionati che, una volta acquistato, lo portavano con sé, oltre il canale della Manica.

In Italia arriva come ’il calcio a punta di dito’, attraverso il quale ritrovarsi allenatore/avversario di se stesso, in lunghe sessioni di partite, con il campo srotolato sul tavolo della cucina o del salotto. 

Ricordo che, non so come, anche a me finì tra le mani un'edizione, un pò malconcia per la verità, del mitico ‘Subbuteo World Cup 70’ che oggi, se in buone condizioni, vale una fortuna. Campo squadre, impianto di illuminazione, transenne, panchine, tabellone punti e tutte le miniature che ti facevano sgranare gli occhi e salire a mille il desiderio di rinchiudersi per un pomeriggio in casa a sognare di giocare la partita della vita con l’amico di turno. 

Il nome di Cremona appare nei polverosi archivi della FICSM nel 1975, grazie al Club Emiliano Mondonico di cui era garante Massimo Ansoldi con sede in città e che partecipò al primo Campionato Italiano, con degli ottimi risultati peraltro.

Da li, come detto, sono passati una ventina di anni prima che l’attuale sodalizio vedesse la luce. Ed è proprio con uno dei suoi fondatori Maurizio Brillantino, che affrontiamo questo lungo viaggio a ritroso che si porta sino ai giorni nostri, con la consapevolezza di poter fare riaffiorare nella mente qualche ricordo sbiadito dal tempo, per tornare per poco alla spensieratezza di quando eravamo tutti ragazzini.

D: Prima di salire sulla ‘macchina del tempo’ che ci porterà agli albori della storia del club, parliamo del ‘VII° Trofeo delle 3T’, che si svolgerà a Cremona il prossimo 19 marzo e delle aspettative avete come organizzatori.

M: “Ciao Daniele. Il torneo è un regionale che si pone in una data un po’ “sfortunata”. La settimana prima e la settimana successiva ci saranno dei tornei nazionali abbastanza vicini e questo farà ridurre la presenza di appassionati a Cremona. In ogni caso crediamo che una ventina di giocatori ci saranno, Speriamo anche in qualche giocatore non agonista che venga a giocare nel torneo dedicato agli amatori”.

D: Quante saranno le squadre che parteciperanno ed in quali categorie.

M: “Il 19 marzo sarà un torneo individuale. Pensiamo che avremo rappresentanti dello Stella Artois Milano, S.C. Brescia, S.C. Master Sanremo, S.C. Pavia e S.C. Piacenza. Poi un elenco preciso lo avremo mercoledì prossimo, appena prima della domenica del torneo”.

D: Qual è l’obiettivo che vi siete posti per questa edizione come squadra partecipante e quali saranno i vostri top player.

M: ‘Bè, speriamo in un buon piazzamento della nostra punta di diamante Carlo Ciraolo (nonché presidente attuale dell’Associazione). Carlo, cofondatore del Subbuteo Club Stradivari, è da sempre il nostro miglior giocatore. Pensa cha abbiamo iniziato a giocare a casa sua, nel suo garage ad onor del vero, quando compivamo 17 anni. Oggi siamo a 50 entrambi! Ebbene lui era già capace grazie al fratello che era parte di quel gruppo con Ansoldi, che citi nel tuo articolo, ed altri e quindi all’inizio per me erano pallonate da ogni parte. Con il tempo ho affinato la fase difensiva, perché lui era troppo forte e solo successivamente ho cominciato ad imparare ad attaccare anch’io. Ti stupirai se dicessi che ancora oggi è così? Io e lui giochiamo sempre, ci piace, ci diverte e ci rilassa. Lui attacca ed io difendo e gioco di contropiede! Purtroppo, sul totale delle 4/5mila partite degli ultimi 34 anni è decisamente in vantaggio lui come vittorie, ma io rincorro senza mai demordere!.

D: Come si evolverà il programma agonistico in questo 2023.

M: ‘Quest’anno siamo partiti con grandi progetti! Lo stop dovuto alla pandemia ci ha lasciati davvero a terra. Eravamo in più di trenta giocatori con la squadra Juniores e la ‘squadra primavera’. Abbiamo giocato in giro per l’Italia e in tante città europee fino al 2020 quando tutto si è spento e, praticamente, tutto questo ci ha lasciato con dieci soci, nessun under e sei agonisti. Giocatori, al giovedì sera, tre o quattro. Con Carlo ci siamo seduti a tavolino ed abbiamo deciso di riprovare a costruire di nuovo il club. Stiamo cercando giocatori, appassionati, amatori, che vengano a giocare con noi il giovedì sera. Poi come è sempre stato ci sarà chi si fermerà al club (che è la parte dove il divertimento la fa da padrona) a fare campionati interni, amichevoli e sfide varie e chi proseguirà sulla strada dei tornei ufficiali, agonismo e campionati nazionali. Ognuno nella sua dimensione. Spesso ci sentiamo rispondere da appassionati che troviamo alle fiere o nei centri commerciali che non vengono perché siamo troppo bravi! Ma quello che non riusciamo a trasferire è che la vittoria o la sconfitta, in una dimensione di club non sono nulla. Il tutto è stare insieme, conoscere nuove persone e veder nascere nuove amicizie. Basta venire una volta ad una cena sociale o partecipare ad una serata per capire chi siamo davvero e quanto contino per noi il gruppo, la compagnia, le persone’.

D: Ora che abbiamo scoperto che anche gli anni ‘70 avevano il loro ‘nerd’, raccontaci come e dove è nata la tua passione per il Subbuteo.

M:’ Il Subbuteo mi venne regalato che ero troppo piccolo per capirlo. Avevo 10 anni ed era una Santa Lucia. Io e mio fratello, di due anni più piccolo, provammo a giocarci. Ci mettevamo sul tappeto, stendevamo il campo di gioco e giocavamo con le nostre regole. Veniva anche qualche amico del quartiere, ma non era ancora il momento e dopo pochi mesi lo mettemmo da parte. Probabilmente, però, inconsapevolmente qualcosa mi aveva conquistato e quando lo riscoprii nel garage di Carlo, sette anni dopo, mi venne la voglia di riprovarci. Lui  lo conosceva già ed iniziammo per scherzo a fare qualche partita. Ecco, qualche partita che è diventata una consuetudine che non si è più fermata tanto che anche oggi, ogni settimana, si gioca. Il giovedì sera è diventato il nostro “giovedì del calcetto”!’.

D: Cantine, garage, sale di oratori. Dove è nata ed hai coltivato la tua passione per il Subbuteo e come facevi a fare convivere (e giustificare!) questa passione a fidanzate e compagnie di amici che ai tempi in moto si spostavano di discoteca in discoteca.

M: ‘Non era facile. Infatti, i primi anni tenemmo nascosta questa nostra passione. Un po’ per evitare di essere presi per dei bambini e poi perché era difficile da spiegare. Ad un certo punto, superati i diciotto anni e già patentati, quando portavamo a casa le rispettive morose ci trovavamo poi in garage da Carlo. Erano anni in cui i telefonini erano agli albori e ci si doveva mettere d’accordo prima sperando che non ci fossero intoppi. Verso mezzanotte, mezzanotte e mezza appuntamento in garage in via Ciria (tutto il condominio sapeva cosa facevamo!!) e sotto a giocare almeno fino alle due o anche le tre, a volte, quando si giocava la bella delle belle. Erano anni spensierati, ci si divertiva ed i problemi erano ancora relegati esclusivamente ai genitori’.

D: I diversamente giovani come noi, legano i loro ricordi adolescenziali a negozi di giocattoli sparsi per la città dove si passava spesso anche solo per ammirare ‘i nuovi arrivi’: ricordo Parmini in Piazza Stradivari o i piani inferiori di Standa e UPIM stracolmi di giochi. Dal tuo punto di vista cosa si è perso e cosa si è guadagnato rispetto al giorno d’oggi.

M: ‘Per quanto riguarda il calciotavolo si è perso tutto! Io ricordo con grandissimo affetto “Il sogno del baby” in via Ruggero Manna che era rivenditore di materiale subbuteo. È stato il negozio che più mi ha visto andare e venire, un po’ per sognare di avere tutte le squadre ed ogni tanto per comprarne qualcuna. Passavo delle mezzore a scegliere quale perché, ovviamente, non potevi comprarne quante ne volevi, ma solo una e dovevi sceglierla con cura! Non dimentichiamo che all’epoca le squadre ed il subbuteo in generale era abbastanza costoso. Nella seconda parte della mia vita di giocatore, invece, ci siamo sempre appoggiati al MIG3 di Via Mantova. Avevamo fondato il club, da ventenni squattrinati, e la signora del MIG3 ci ha sempre sostenuto. Ci comprava le coppe, ci regalava ogni tanto qualche squadra e i cartelloni del gioco per fare pubblicità. Lo faceva con affetto perché in verità non ci guadagnava nulla e sapeva che avremmo comprato sì qualche squadra, ma non sarebbe mai rientrata dei costi per i nostri tornei. Forse aveva visto in noi l’ultimo baluardo prima dell’elettronica sfrenata e ci aiutava disinteressatamente. Ancora oggi il MIG3 ha un posto speciale nel nostro cuore’.

D: Il calcio tavolo, è nato in un periodo della storia ludico/sociale dove i videogame erano ancora allo stato embrionale ed i giochi da tavolo, quali potevano essere soldatini ed in scatola, la facevano ancora da padroni. Nel contesto attuale, che spazio si è ritagliato e che vantaggi gli ha portato quello che appare a tutti gli effetti il suo più acerrimo nemico, internet.

M: ‘In verità l’avvento di Internet è stata la fiamma che ha riacceso il contatto tra i tanti giocatori sparsi per l’Italia. Fu un illuminato fiorentino che fondò un forum (oggi decisamente anacronistico per i giovani) che però consentì ai tanti che iniziavano a muoversi nel web di scoprire che il calciotavolo esisteva ancora, c’erano tanti giocatori e c’era una federazione (che federazione non è, ma è un’associazione di associazioni) che organizzava tornei, campionati ed eventi. Così anche noi scoprimmo che il subbuteo era ancora vivo e nel 2008 (dopo che avevamo sospeso l’attività nel 2000 per tanti motivi, lavoro, matrimonio, l’arrivo dei figli, ecc.) il club riaprì! Quest’anno è il quindicesimo anno che il Subbuteo Club Stradivari ha riaperto le iscrizioni e faremo di sicuro una bella festa aperta a tutti!’.

D: Di cosa deve armarsi un giocatore di Subbuteo, per arrivare ad impegnarsi per divertirsi in un club come il vostro.

M: ‘Per prima cosa cerchiamo persone che abbiano voglia di condividere tempo, buonumore e risate. Il gioco è parte integrante di tutto quanto. Pensa che prima del 2020 c’erano ragazzi che a volte venivano al club e non giocavano perché, magari, avevano solo voglia di stare insieme agli altri, bere un birra e chiacchierare. Non abbiamo mai basato la frequentazione del club con l’obbligo di giocare. È naturale che chi viene desidera giocare, ma non è solo questo. Si sono creati rapporti di amicizia molto profondi (al di là del mio con Carlo che è fraterno) che hanno fatto sì che anche se lontani ci sia sempre un legame, una voce se serve ed un aiuto al bisogno. Abbiamo dei compagni di squadra a Viareggio, ad esempio, o ex compagni di squadra di Torino (che non fanno mancare il loro sostegno restando soci sostenitori). La distanza non è mai stato un problema. Quando si va a giocare si programma la trasferta e in base alla sede del torneo ci si trova direttamente oppure si parte tutti insieme da casa di qualcuno, Insomma la tecnica, il gioco, la qualità delle giocate viene da sé e non sono fondamentali per giocare al Subbuteo club Stradivari’.

D: Come scorre la vita sociale ed agonistica nel vostro Club e quali sono i momenti più importanti di una stagione sportiva.

M: ‘La programmazione agonistica viene fatta ad inizio stagione. La federazione dirama un calendario con tutte le date degli eventi nazionali, inclusi i campionati di categoria (serie A,B, C e interregionale) e noi ci sediamo a tavolino e decidiamo a quali potremmo partecipare. Solamente prediligiamo i tornei a squadre, dove si gioca in quattro contemporaneamente su quattro campi ed il risultato della partita è la somma delle vittorie di ogni campo (quindi al massimo si può vincere 4-0), mentre i tornei individuali vengono definiti successivamente e i base agli impegni di ognuno. Se ad esempio volessi andare a giocare un torneo individuale a Conegliano Veneto, chiederei sulla chat di gruppo se qualcuno volesse aggregarsi e ognuno deciderebbe per sé. Non c’è mai obbligo di nulla nel club (se non la quota sociale)’.

D: In un mondo del calcio dove la maggior parte dei giocatori cambiano maglia come ‘cambiarsi le mutande’, quali sono i valori più importanti che incarna un gioco che si può giocare a tutte le età.

M: ‘Purtroppo anche nel calciotavolo c’è questa moda del cambiare casacca. Ovviamente non ci sono soldi (se non trasferte pagate nelle associazioni più importanti di serie A e qualcuna di serie B), ma questo vale solo per i giocatori più quotati e più ricercati. A Cremona abbiamo sempre basato tutto sul gruppo e sui cremonesi. Abbiamo anche noi avuto giocatori extra Cremona (Torino e Brescia), ma tutto nasceva sempre dai rapporti che venivano creati ai tornei. Ci si conosceva, si stava bene insieme e i valori che ci accomunano erano gli stessi. Oggi, come ti dicevo prima, abbiamo due giocatori a Viareggio (che stanno sviluppando un bel gruppo e presto cresceremo anche là) con i quali c’è unità di valori, non di abilità di gioco! Quando siamo insieme stiamo bene e questo ci basta. Poi ai tornei si vince e si perde, ma alla sera, a cena dopo il torneo, siamo sempre vincitori!!’.

D: Quanto la passione per il Subbuteo è in qualche modo legata a quella del calcio e quanto se ne discute quando ci si ritrova.

M: ‘Non è così scontato. Ti sembrerà strano, ma abbiamo avuto una giocatrice, mia figlia, che vinse il campionato italiano individuale categoria ladies ed un mondiale a squadre, che non ha mai seguito il calcio in modo particolare, anzi. Da qualche anno ha smesso di giocare, ma solo dopo ha iniziato a seguire la Cremonese (giustamente). Quindi è vero che la grande maggioranza ha una fede calcistica, ma ne ho sempre sentito discutere o discusso in prima persona sui canoni della sportività e rispetto reciproco’.

D: Tu sei anche blogger di ‘calciotavolo.net’, quanto è utile ed importante mantenere una sorta di ‘memoria storica’ per diffondere e tramandare la passione per questo gioco che ha unito direttamente almeno un paio di generazioni.

M: ‘A mio parere è importantissimo. Con il blog mi sono reso conto che ci sono tantissimi papà che acquistano il gioco per i loro figli, ma poi si trovano spaesati perché non sanno come gestirlo. Vedo tantissimi accessi agli articoli dei tutorial e delle spiegazioni del gioco e questo mi fa piacere perché mi rendo utile a qualche papà che passerà del tempo con i propri figli giocando e perpetuando la passione per il calciotavolo. Io ho avuto la grande fortuna di aver avuto entrambi i mie ragazzi che per diversi anni hanno giocato con me e noi al club. Il gioco mi ha regalato tantissimi momenti con loro, trasferte in Italia ed Europa. Con la scusa del subbuteo, oltre ad aver visitato davvero mezza Italia, siamo stati a Mons e Charleroi in Belgio, a Parigi, a Manchester ed a Madrid. Ovviamente ne abbiamo sempre approfittato per attaccare un paio di giorni di vacanza per visitare le città e la scusa del subbuteo si è trasformata nell’occasione per passare quattro giorni tutti insieme divertendoci giocando e facendo turismo’.

D: Quale è il motivo che potrebbe indurmi a provare almeno una volta a ‘fare due tiri sul panno verde’ del Club Stradivari.

M: ‘Per tutto quanto ti ho raccontato sopra! Ognuno di noi deve avere il suo “giovedì’ del calcetto”, uno spazio proprio per lasciare fuori dalla porta i casini quotidiani della vita. Se poi in questo spazio trovi gente simpatica che ha voglia come te di divertirsi, bè non vedo perché tu non sia ancora venuto a trovarci!!’.

D: Negli anni come e quanto siete riusciti a coinvolgere i giovani (e le giovani) e con che risultati.

M: ‘È stata fortuna, lo ammetto. Tutto è nato dai miei figli e quelli di Paolo, il nostro tesoriere, che già amici a scuola hanno iniziato a giocare al club che all’epoca era all’oratorio di Cristo Re. Da lì hanno coinvolti altri loro amici e sono nate le squadre juniores e primavera che ha sempre gestito Carlo, coach per squadre di subbuteo giovanile nato! L’unico ragazzo capitato casualmente è stato Rocco. Ha iniziato per provare e poi si è appassionato. Ancora oggi è un nostro giocatore, ma soprattutto l’abbiamo letteralmente visto crescere e diventare uomo. Oggi c’è un legame molto forte con lui, di grande affetto e amicizia’.

D: Cosa vuol dire in termini emotivi e sportivi, allenare dei giovani condividendo vittorie e sconfitte fuori e dentro il panno da gioco?

M: ’Non è spiegabile, davvero. Quando i nostri under giocavano, vederli concentrati, attenti, competitivi era qualcosa di magico. Vincevano, perdevano, non era importante. Era importante sapere che si erano divertiti ed era la prima domanda che facevamo. Poi sono arrivati anche i risultati: secondo posto per la squadra primavera alla coppa Italia, due nostri ragazzi più volte campioni del mondo a squadre e convocati in nazionale. Giulia campionessa italiana individuale categoria ladies e campionessa del mondo a squadre. Insomma, se dovessimo fare un albo d’oro di squadra, meno male che c’erano loro!!!’.

D: Vedi un campo di Subbuteo e pensi al calcio, alle sue mirabili e tecniche e tattiche. Anche nel piccolo di un panno vere queste magie possono essere ‘emulate’.

M: ‘Il calciotavolo non è il calcio. Ne riprende tanto, ma è un gioco diverso. Se volessimo trovare un paragone, il calciotavolo è un mix tra scacchi e biliardo dove la tattica la fa spesso da padrona, ma anche la tecnica fa la differenza. Comprendere le dinamiche del gioco e padroneggiare tecnica e tattica ti fa vincere i tornei. Poi è vero che sembra di giocare a calcio comandando un’intera squadra e questo è il 90% del fascino del calciotavolo!’.

D: Cosa serve per iniziare a giocare a Subbuteo e dove si possono trovare le nozioni di base, tra cui ovviamente il regolamento ufficiale.

M: ‘Serve la voglia di perdere qualche ora per capire come si gioca, allenare la mano a posizionarsi in modo corretto e scoprire come si dosa la forza quando si colpiscono le miniature. Non bisogna avere paura di sbagliare e soprattutto pensare di fare “brutta figura” (mi han detto anche questo). È un gioco e come tale va preso. Ci sarà sempre qualcuno più predisposto e qualcuno meno (vedi me e Carlo, lui attacca ed io difendo, ma giochiamo ogni giovedì), ma alla fine l’obiettivo è divertirsi.'

In ogni caso sul mio blog www.calciotavolo.net, nella sezione “gioco & regole” si trova il regolamento con le regole ufficiali da torneo e quelle semplificate per neofiti e ragazzi. Sul sito, poi, si trovano i tutorial, le prove del materiale (prove su campo) e centinaia di articoli su qualsiasi argomento inerente il gioco (dalla storia alla politica calciotavolistica, passando per la narrativa). Sul gruppo facebook (https://www.facebook.com/groups/251097309936684) e il canale Telegram (https://t.me/calciotavolonet), tante offerte di materiale di gioco che trovo online e condivido con chi mi segue’.

D: Siamo quasi giunti alla fine, e mi ritrovo a tagliare alcune delle domande che mi ero prefissato di fare, perchè più che un'intervista diventerebbe un bellissimo racconto. Torniamo sempre lì, ma è necessario per capire da dove e cosa serve per ripartire. Come ha cambiato la storia recente del club con l’arrivo del Covid.

M:’ Beh tanto, prima del suo arrivo, eravamo un gruppo di una trentina di persone, ci ritrovavamo numerosi al giovedì sera per confrontarsi e giocare. Poi lo stop ed una ripartenza lenta a cui in molti si sono sottratti, da parte nostra il lavoro promozionale attraverso fiere ed eventi è continuo, sono tanti i ragazzi che si avvicinano (come al recente Ultracon Cremona’), ma poi non avere una sede vera, magari in città dove sarebbe raggiungibile a piedi, che ci permetta di organizzare corsi e tornei tra soci, ci penalizza tantissimo.  Avere un luogo con cui identificarci e dare una casa alla nostra lunga storia, rappresenterebbe un grande potenziale di rilancio, ma non è facile trovare uno spazio anche non troppo grande. Di sedi nel tempo ne abbiamo avute tante, da S.Sigimondo, alla casa della Gioventù a Castelvetrano P.no, al Palabosco a Gerre, senza mai creare problemi e sempre con lo spirito giusto, ma poi le cose e le persone cambiano e da un giorno all’altro ti ritrovi a raccogliere i tavoli e fare le valigie. Ora siamo al Bocciodromo che gentilmente ci offre uno spazio al giovedì sera, l’unico giorno in cui gli orari di chiusura ci permettono di ‘tirarla un pò più alla lunga’, ma servirebbe uno spazio da poter gestire autonomamente. Non demordiamo, non l’abbiamo mai fatto in trent’anni figurati se lo faremo ora!’.

Di quest’ultima domanda la risposta l’ho avuta di persona davanti al panno verde dove una ragazza ed un ragazzo, si sono sfidati per la prima volta a calciotavolo e Maurizio, con l’occhio, la pazienza e l’entusiasmo di un ragazzino, li ha guidati fino al triplice fischio (quello di un cronometro digitale): il classico ‘cappotto’ da 6 a 0. Chi è stato il vincitore? Non siate troppo scontati nel decretarlo, sappiate però che si son dati già appuntamento per la rivincita, ma prima appuntamento al ‘Trofeo delle 3T’ del 19 marzo, aperto anche agli amatori che vorranno cimentarsi in una partita tra amici. L'ingresso è libero.

 

http://www.scstradivari.eu/index.htm

https://www.facebook.com/groups/251097309936684

https://t.me/calciotavolonet

https://www.calciotavolo.net/

Daniele Gazzaniga


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti