23 dicembre 2025

Gli auguri di Abel Dezotti da "Bar Sport": "Grazie a tutti, per avermi fatto passare i cinque anni più belli della mia vita. Mi voleva il Genoa ma da Cremona tutti andavano alla Samp"

In un tempo in cui il calcio corre sempre più veloce, Giorgio Barbieri, decano del giornalismo sportivo cremonese, ha confermato ancora una volta il suo ruolo fondamentale di "presidio" della memoria storica di Cremona e della Cremonese. È esattamente questo che è accaduto durante l'ultima puntata di 'Bar Sport', diventata ormai un 'rito laico' per il popolo grigiorosso.

Sarà stata la vicinanza del Natale, sarà perché la Cremonese in questo momento ci sta regalando tante soddisfazioni, ma per la puntata pre-natalizia ha preparato una sorpresa speciale a tutti i tifosi grigiorossi, percependo anche nei suoi sguardi e sentito dalle sue parole un'emozione particolare.

Con una semplice telefonata, ha costruito un ponte che ci ha fatto arrivare dall'altra parte del mondo, esattamente in Argentina. Dall'altro capo del filo, la voce di Abel Dezotti, "El Galgo" (il levriero), che in quel suo italiano incredibilmente chiaro nonostante gli anni di assenza, ci regala non solo ricordi, ma anche antefatti che si sono svolti lontano dagli sguardi indiscreti di media e tifosi.

C'è un'immagine che a Cremona non sbiadirà mai, custodita tra i ricordi più cari di chi frequenta lo stadio Zini: quella di un ragazzo con i capelli riccioluti e una corsa con o senza palla al piede, verso la porta avversaria. Quel ragazzo è, e sarà sempre, Gustavo Abel Dezotti che ha vestito la maglia grigiorossa per 5 stagioni e 154 partite.

Il legame tra Dezotti e la Cremonese nasce nell'estate del 1989, quando l'attaccante argentino, dopo un'esperienza in chiaroscuro alla Lazio, viene dato in prestito ai grigiorossi. Da quel momento, inizia la l’ascesa che lo porterà a diventare uno dei beniamini dei tifosi grigiorossi, perché nonostante le possibilità e le altalene tra Serie A e Serie B di quegli anni,, Dezotti non ha mai abbandonato la squadra e i suoi tifosi.

Parte da qui il dialogo tra due amici che hanno condiviso un percorso su due binari paralleli, ma molto vicini, e che la distanza ed il passare del tempo, non hanno mai interrotto in modo definitivo.

Le parole del cuore. Durante la telefonata con Giorgio Barbieri, Dezotti ha aperto il suo cuore, regalando dichiarazioni che sicuramente hanno emozionato tutti i tifosi grigiorossi. L'attaccante argentino ha subito ricordato l'intensità di quegli anni vissuti in grigiorosso: "Quelli di Cremona sono i cinque anni più belli della mia carriera da calciatore. Nonostante le due retrocessioni, la gente mi ha fatto sentire a casa mia."

La figura di Domenico Luzzara. Tra i ricordi più toccanti emersi durante la conversazione, Abel ha voluto rendere omaggio a una figura fondamentale della sua esperienza cremonese: il Presidente Domenico Luzzara. "Luzzara era una persona incredibile. Quando non giocavo restavo al suo fianco a guardare e commentare le partite. Se sono restato a Cremona dopo il Mondiale di Italia '90 è stato per lui."

Un contratto 'in bianco' nelle tasche del Presidente. Dezotti ha poi svelato un retroscena inedito sulla volontà condivisa di trasformare il prestito con la Lazio in una permanenza in grigiorosso dopo il mondiale di Italia '90: "Dopo la Lazio mi cercò una squadra svizzera, ma quando arrivò la Cremonese non ebbi dubbi, volevo restare in Italia. Dopo soli tre mesi Favalli e Luzzara mi chiamarono e mi dissero che volevano riscattarmi, anche se avevano tempo fino a fine stagione. Il contratto depositato era per un prestito, ma io ne firmai un altro 'in bianco' che tenne Luzzara."

La scelta del cuore dopo Italia '90. Uno dei momenti più significativi della telefonata è stato il racconto della permanenza a Cremona dopo la partecipazione al Mondiale di Italia '90, l'unico giocatore a vestire la maglia grigiorossa in una finale mondiale: "Nonostante la retrocessione io andai al Mondiale, grazie alla Cremonese e ai miei compagni di squadra. Quando tornai, Favalli mi disse che volevano tenermi, e io gli dissi che c'erano un paio di squadre che mi cercavano. Una di quelle squadre era il Genoa, ma io sapevo bene che i giocatori della Cremonese che andavano a Genova era per andare alla Sampdoria."

Una trattativa tutt'altro che semplice. Arrivò il momento di trattare il rinnovo, questione di cui si occupava Erminio Favalli, uomo di grande cuore e di grande passione, che però aveva il compito di far quadrare i conti, che con Dezotti sembravano non tornare: "Ho fatto un paio di riunioni con Favalli. Alla terza riunione litigai, perché io volevo rimanere a Cremona ma con un contratto più vicino alle condizioni che mi offrivano le altre squadre. Non ricordo il perché, ma in quel momento arrivò Domenico Luzzara e mi disse: 'Abel! Hai firmato il contratto?' Io risposi: 'No presidente, con Erminio non riesco a mettermi d'accordo perché c'è una distanza tra quello che offre lui e quello che voglio io ed è troppo grande'. E intanto che Favalli si lamentava con me, lui rispose: 'Quanto è una parte e quanto è l'altra?' Parlammo delle cifre e alla fine Domenico disse: 'Va bene, facciamo a metà, sei d'accordo?' Io risposi: 'Presidente, sono d'accordo, perché io sono andato al Mondiale grazie a voi che mi avete fatto rimanere qui a Cremona'. Così firmai quel famoso contratto 'in bianco' con le cifre che avevamo deciso insieme."

I ricordi sul campo. Non sono mancati i ricordi che hanno visto Dezotti giocare in quello che veniva chiamato il campionato più bello del mondo, per i tanti campioni che arrivavano in Italia. Delle 154 partite e dei 51 gol segnati in grigiorosso, c'è una partita in particolare, ed è quella contro il Milan di Van Basten: "Ci sono cose che ricorderò per tutta la mia vita, come il gol al Milan di Van Basten (1989/90, 1-0), che era partito in panchina per un problema. Quello che ricordo benissimo è che sull'1-0, quando è entrato, Van Basten fa una rovesciata che colpisce la traversa e noi ci guardavamo chiedendoci come faceva dopo venti giorni che non giocava. Quello era il Milan che aveva vinto tutto".

Alviero Chiorri, un giocatore ed un compagno straordinario. Dezotti ha giocato contro tanti campioni, ma ha anche giocato in una Cremonese che faceva sudare e correre gli avversari, con compagni che adesso farebbero ancora la differenza. Dovrei citarli tutti, ma la lista è troppo lunga. Lo fa lui, un po' a sorpresa, quando fa quello di Alviero Chiorri: "...un ragazzo e un compagno straordinario". Barbieri lo incalza: "Oggi quando ho scritto — sui social — che c'eri anche tu, Alviero mi ha messo un 'Mi piace'. Non si fa più trovare, ma magari in questo momento ci sta guardando e lo salutiamo". Abel va anche oltre: "Certo, senz'altro, saluto Alviero e magari spero di rincontrarci dopo molto tempo".

Cremona nel cuore. Prima di chiudere la telefonata, Dezotti ha voluto mandare un messaggio carico di emozione a tutti i tifosi cremonesi: "Tante grazie e un saluto di Buon Natale a tutti i cremonesi e a tutta Cremona che è nel mio cuore, che è grigiorosso, e loro lo sanno. Grazie a tutti per avermi fatto passare i cinque anni più belli della mia vita."

Un augurio, ma soprattutto una testimonianza di un legame non solo con una maglia, ma con una città intera, che rende onore e merito a un campione che a Cremona ha lasciato bellissimi ricordi ai tifosi grigiorossi. Sarebbe molto emozionante rivedere presto Dezotti tornare a calcare il campo del suo Zini, magari con i compagni e magari in occasione di un traguardo che in Serie A ha già raggiunto. Sarebbe l’occasione per riabbracciare la sua Cremona ed i suoi tifosi.

Ne approfitto, a nome di tutti coloro che lo seguono, per ringraziare Giorgio Barbieri per la sua instancabile passione, che ci permette, attraverso testimonianze come questa, di riassaporare valori che il calcio moderno sembra aver smarrito, ma che a Cremona, attraverso testimonianze come questa, continuano a vivere.

Daniele Gazzaniga


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