6 febbraio 2025

A Credera Rubbiano (terre di misteri) oggi si vive che è una favola. Ma un tempo da quelle parti si favoleggiava del mostro Rubby. Ne parlò tutta Italia

"Rubby? L'ho inventato io". Ecco cosa ha scritto, o meglio, specificato (a Crema On Line), tempo fa, il grande "nerista" e giornalista cremasco Pier Giorgio Ruggeri: "Luglio 1978, la Provincia esaurì le copie in edicole per sette volte, fatto mai più accaduto. Anche il nome Rubby è stato inventato da me, per fare il verso a Nessy. La notizia e gli articoli fecero gran scalpore in quel mese. Molti giornali nazionali mi chiamarono per avere ragguagli e dritte e in parecchi mandarono inviati per cercare di scoprire che cosa ci fosse dietro a Rubby. Fu un luglio infuocato, pieno di curiosità. Per seguire la vicenda e inviare gli articoli, allora c'era il fuorisacco, arrivai persino in ritardo al matrimonio di mia sorella (ero il testimone). La storia sarebbe potuta andare avanti per tutta l'estate, ma il 23 luglio ricevetti la cartolina precetto: dovevo presentarmi a Cesano di Roma per il giorno seguente. Ero stato accettato al corso ufficiali. Con quella cartolina finì la storia di Rubby, che però è rimasta nel cuore di tante persone. E anche per me è sempre un bel ricordo, tanto che ancora oggi qualcuno mi ferma e mi chiede conto di quella incredibile avventura. Nella ricostruzione che Dossena fa ci sono alcuni particolari errati, come la ricostruzione della donnona che testimoniava del mostro. Non è così, andate a rivedere gli articoli e troverete la vera storia di questa donna". 

A cosa si riferisce Ruggeri? Ebbene, oggi Credera Rubbiano, con Rovereto e Cascine San Carlo, è il comune più vivibile d'Italia, secondo l'ultimo rapporto City Vision sullo "smart living" , rapporto stilato dalla società Blum in collaborazione con l'azienda Prokalos. Ma, ci fu un tempo, (ovviamente trattatasi di sana leggenda paesana, molto pre - social), come ha ricordato Ruggeri e, come a seguire, scrisse lo storico, ricercatore, contestato, nella fattispecie, dal cronista, Luigi Dossena, in cui da quelle parti del Granducato del Tortello, viveva nientepopodimenoche, un mostro. Leggiamo quanto segue: "Estate 1978. Rubbiano sembrava Lock Ness. Venne avvistato un mostro che per la storia divenne Rubby, il mostro di Rubbiano. Era sul finir di giugno, nel cremasco il sole picchiava, Domenico Sangiovanni di Scannabue di anni 38 stava eseguendo dei lavori di sbancamento a bordo di una ruspa nei pressi di Rubbiano, quando improvvisamente sbucò dal fogliame un grosso serpente che i cremaschi ben conoscono e che chiamato ànguila:questo, strisciando velocissimo, si diresse in un prato attiguo ove stava armeggiando un contadino. Ebbene il signor Domenico diede la voce da campo a campo di quel serpentone nero che stava giungendo. Questi i fatti quasi certamente avvenuti. Poi non sappiamo chi dei due o magari altri lì appresso abbiano gonfiato gli eventi. In quei luoghi sorgeva il costone del fu Lago Gerundo coperto da una rigogliosa vegetazione. Sempre in quella località aleggia ancora il fantasma di un paese oggi oramai scomparso Plazanum(Piazzano). In quell'area si possono riconoscere le rovine di un antico mulino e di un monastero ove le leggende locali parlavano di cunicoli lunghissimi, in più per rendere altamente suggestivo il sito, galleggia un piccolo lago circondato da ruscelletti gorgoglianti e irrorato da una cascatella. Questo luogo si può vedere dall'alto di una stradina di campagna da circa 15/20 metri di altezza. Da sempre, quando la gente del luogo passa, si ferma e si fa il segno della croce. Insomma gli ingredienti c'erano tutti. Bastò solo che un giornalista locale (Ruggeri, ndr), accennando in un trafiletto l'avvistamento di una creatura di circa 50 centimetri di circonferenza, avente due zampe artigliate, testa crestata e che fece fuggire due bambini terrorizzati che scatenò un putifarre di notizie. E così il brivido caldo che avvampò i malcapitati investì migliaia di persone che giunsero in quei luoghi da tutta la Lombardia. In un fine settimana di luglio si contarono circa 5.000 turisti in Rubbiano e limitrofi. Le voci correvano fantasiosissime, chi parlava di coccodrilli, di lucertoloni con possenti artigli, di squame e puntute creste, insomma non si poteva più parcheggiare, torme di curiosi passeggiavano a caccia di notizie. I rubbianesi erano sornionamente sorpresi, ma contenti di vedere così tanta bella gente bighellonare fra le cascine. I commercianti si fregavano le mani, le osterie, le trattorie, tutti facevano affari d'oro".

 




© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti