Il Distretto Cremasco del Cibo, bella idea, ma non diventi una bancarellata e coinvolga le aziende: tutte, e la Casearia
"Venerdì scorso, ero Pandino per 'il lancio' del Distretto Cremasco del Cibo.
Quando, due anni fa, feci questa proposta al territorio avevo proprio in mente che dovesse diventare un progetto dei Sindaci. E così è stato, attraverso l'arra omogenea cremasca che l'ha fatto proprio, e il supporto del Consorzio Cremasco e dell'impegno e la competenza di Emanuele Cabini, presidente dell'ordine degli agronomi della provincia di Cremona.
La sfida è partita: ora tocca alle aziende e alle tante realtà del territorio dare gambe e prospettiva al Distretto.
Che può essere una straordinaria occasione di sviluppo del nostro territorio, dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Avanti!"
Così postò via social Matteo Piloni, consigliere regionale Dem e ha ragione: il "Distretto" deve coinvolgere le aziende (compreso i "Big" Carioni e Pozzali Bella Lodi), tutte e la Scuola Casearia di Pandino. A proposito, l'istituto pandinese, nell'ambito del progetto La Scuola in Campo, ha creato il formaggio prodotto con latte di vacche della zona, alimentate con fieno dei prati stabili del pandinasco, aromatizzato con fieno e stagionato in fieno degli stessi prati. Si tratta di un formaggio di tipo Canestrella, semiduro, aromatizzato con fieno di prato liofilizzato aggiunto durante la lavorazione e maturato su un letto di fieno e di un formaggio di tipo Caciotta, dalla struttura più morbida rispetto al primo, ma aromatizzato ed affinato in modo analogo. Per concludere, tornando al discorso iniziale, Il Distretto Cremasco del Cibo, è una bella idea, ma non diventi una bancarellata (con tutto il rispetto per i vari mercati e mercatini) e coinvolga le aziende: tutte, e la Casearia pandinese, la scuola che crea occupazione e ha un caseificio interno.
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