L’effetto ‘Zang Tumb Tumb’ dice che parlare di locali non solo tipici, al ‘Brand Crema’ può giovare…

“Beh, diciamo che si dà sempre ampio spazio a locali che non trasmettono nulla dell’anima di Crema, della sua identità e del suo territorio.

Le Villette hanno un senso, il Via Vai pure… il resto, pur essendo locali ‘pregevoli’, (ho un debole per Botero e Anima Romita, ottimi per portarci clienti e colleghi) poco hanno a che fare con le nostre radici e la nostra identità culturale che potrebbero essere valorizzate maggiormente proprio con un buon marketing gastronomico.

Che senso ha vendere il brand Crema attraverso ristoranti che trovi anche a Milano o New York? Sarebbe più coerente venderlo attraverso le vere eccellenze locali”.

Così postò (i suoi post illuminano sempre) via social la dottoressa Michela Bettinelli Rossi: appassionata ed esperta (collabora anche col senatore Renato Ancorotti) in politica, professionista capace e sul pezzo nel campo della comunicazione, del marketing e delle pubbliche relazioni. E con questo intervento, nell’ambito della discussione, relativa al fatto che, quando i media nazionali si occupano di Crema, più o meno si finisce col parlare e scrivere sempre e solo dei soliti locali, beh, forse la brava e acuta Michela tocca un bel tasto, no? Detto ciò comunque, forse un senso comunque c’è, poiché se, per cenare al ‘Vitium’, piuttosto che all’Anima Romita o al ‘Botero’ arriva gente nel Granducato del Tortello e magari, prima di mangiare fa un giro nel Cremasco per negozi, ecco, la missione è compiuta, che ne dite? Ricordate l’effetto ‘Zang Tumb Tumb’: il mitico ‘locale – laboratorio’ dell’ArtDesigner Beppe Riboli che, il fine settimana di anni or sono, animava la movida notturna cremasca attirando gente dalle provincie limitrofe? Tanti nottambuli poi tornavano in città di giorno per fare shopping o concedersi un aperitivo.

Post Scriptum: vi piace la fotografia in pagina? E’ quella della Pagina Facebook … ‘Chei dei turtei cremasc, dal salam, dal pipetto e la bertulina!’