Un organo Tamburini all'ex Cavalli, la "Dossenata" di Luigi Dossena. Il Granducato del Tortello terra di organi... papali e mondiali
Saverio Anselmi Tamburini rappresenta la IV generazione di costruttori d'organi che discendono dal leggendario, Commendator Tamburini. Da ragazzino, nei periodi estivi, si occupava di piccoli lavori nella fabbrica di famiglia, per cimentarsi con le prime accordature a 18 anni. Conclusi gli studi, ha iniziato a lavorare nella fabbrica paterna, lavorando a restauri di organi a canne e alla messa a punto e all'accordatura degli organi nuovi. Ebbene, l'organo è uno strumento musicale con una storia antica. E Crema è la città nella quale appuntoGiovanni Tamburini fondò la propria fabbrica d'organi nel 1893. La tradizione della famiglia prosegue da ben 4 generazioni, col laboratorio della Fabbrica d'Organi Tamburini, attivo da tempo a Pianengo, dopo aver caratterizzato per anni la capitale del Granducato del Tortello, come ricorda il monumento, all'arte organaria, ubicato alle porte della cittadina cremasca, in via Treviglio. La più antica testimonianza scritta comunque, ricorda l'aggiornatissimo sito internet: www.tamburini.org, riguardante la presenza di un organo nel territorio di Crema risale al 1465, in merito ad alcune informazioni concernenti la manutenzione dell'organo della cattedrale. Nel XIX secolo nacquero le prime, pionieristiche, imprese organarie cremasche. Le botteghe organarie attive nel territorio cremasco erano gli Antegnati di Brescia (1400); i Serassi di Bergamo (1500); i Lingiardi di Pavia (fino al 1800). E più precisamente, gli organari presenti nel territorio cremasco nel 1800 erano: Franceschini, Nicolini, Cadei, Inzoli e Tamburini. Gli ultimi due si contraddistinsero per le loro doti imprenditoriali e artistiche, dando vita a imprese artigiane che in poco tempo divennero famose in tutto il mondo, Vaticano compreso. Tra i dipendenti della Inzoli vi era il poc'anzi menzionato Giovanni Tamburini, che presto si distinse per le sue qualità, lanciando la mitica storia dellaFabbrica d'Organi Tamburini, ufficialmente fondata a Crema nel 1893. Eh già... il visionario Giovanni (1857-1942) ha fondato la fabbrica d'organi omonima. Nato a Bagnacavallo (provincia di Ravenna) da origini umili, iniziò il proprio apprendistato nel corso dell'adolescenza come costruttore e riparatore di fisarmoniche. Trasferitosi a Milano trascorse un periodo di formazione presso la Società Elettrica Industriale e si occupò d'ideare l'importante trasformazione dell'organo da meccanico a elettrico. La sua premiata e premiante Fabbrica d'Organi Tamburini cremasca, in seguito, si dedicò alla costruzione di organi grandiosi, installati a Milano, a Roma, nelle più importanti cattedrali italiane e fuori dai confini nazionali. Giovanni Tamburini morì il 23 novembre 1942. L''eredità della fabbrica d'organi passò alla figlia Cecilia e a suo marito Umberto Anselmi, quindi al figlio Franco Anselmi Tamburini, il quale, proseguì sulla strada delineata dai genitori diventando una figura di spicco nella famiglia e nella storia dell'azienda. Fin da giovane si è dedicato con grande entusiasmo a varie attività, dallo sport allo studio della musica. Studiò diversi strumenti, il pianoforte, il mandolino, il volino, il clavicembalo, per poi dedicarsi esclusivamente all'organo. Sotto la sua conduzione, l'azienda ha realizzato strumenti di grande prestigio, con i quali instaurava un legame quasi affettivo, così, in tutta Italia e in gran parte del mondo suonano organi, artigianali e unici, cremaschi, Made in Tamburini. Ebbene, Luigi Dossena, in quel gioiello, CulturalArtistico, da lui rilanciato e riattivato (e qualcosa si muove per un futuro step di rilancio) dell'ex Auditorium Cavalli (già Chiesa Santo Spirito, gioiello firmato da Agostino De' Fondulis in piazza Trento e Trieste), in bella mostra, in questi giorni si trova pure un pregiatissimo organo Tamburini.
E sabato 11 ottobre, dalle 17.00, in un pomeriggio ad hoc, tra quadri leonardeschi, ospitati in quel magico luogo, il gioiello organario in oggetto, verrà svelato e raccontato. E mentre tutto scorre, la tradizione organaria cremasca, sopravvive, coi gioielli Tamburini sempre in auge, la bottega Inzoli-Bonizzi impegnata nel restauro dell'organo monumentale del duomo di Urbino, col grande organo di Tamburini, un tempo degna cornice musicale del Duomo cremasco, smontato e ospitato in un magazzino, sostituito da un organo a canne positivo.
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