«Abbiamo bisogno di coscienze inquiete!». Don Ciotti commenta la “Laudato si'” tra pace, ecologia e accoglienza dei poveri
Un intervento appassionato, coinvolgente e a tutto tondo quello tenuto da don Luigi Ciotti nella chiesa parrocchiale del Maristella a Cremona nel pomeriggio di giovedì 21 aprile. L’evento dal titolo “Laudato si’, laudato qui: pace, giustizia, cura del creato” è stato organizzato nell’ambito della rassegna “La Trama dei Diritti” da Pax Christi, Comunità “Laudato si’” di Cremona, Tavola della Pace di Cremona, Libera contro le mafie e in collaborazione con CSV Lombardia Sud.
Al suo arrivo don Ciotti è stato accolto con tanto affetto, al quale non si è sottratto a scambiando qualche parola con tutti e scattando foto con le tante persone presenti. Dopo l’introduzione di Fabrizio Aroldi e don Antonio Agnelli, sacerdote collaboratore nelle parrocchie dell’unità pastorale Madre Nostra, hanno preso la parola per una presentazione e per un saluto i rappresentanti delle diverse associazioni organizzatrici.
L’ampio intervento del sacerdote fondatore del Gruppo Abele e di Libera contro le mafie è iniziato con una condanna alla guerra e alla corsa al riarmo: «Negli anni scorsi, anche durante la terribile pandemia, sempre più risorse economiche sono state investite per il riarmo e questo è uno scandalo». Non è quindi mancato un affondo sulla situazione Ucraina e in particolare sull’accoglienza dei profughi: «Giusto accogliere fratelli e sorelle in fuga dalla guerra, ma come mai non abbiamo messo la testa sulle altre trentatre guerre in atto nel mondo. Perché non toccano i nostri interessi. Questa è una riflessione che si impone».
Dal tema della guerra è stato, quindi, collegato anche il tema dei profughi e dei poveri: «Nell’enciclica “Laudato si’” il papa si dimostra preoccupato ancora una volta per quello che sta avvenendo e per la qualità della vita di tutti. Siamo chiamati anche noi a diventare attivi per occuparci insieme del futuro, che è un tempo che va vissuto, non sprecato perché la vita è un tempo imprevedibile e inafferrabile».
«La crisi è unica, una crisi socio-ambientale, la strada tracciata dal Papa è quella della conversione ecologica: tutela della natura e dei diritti umani. È in gioco la vita! – ha così proseguito don Luigi nel commentare l’ecologia integrale, tema centrale dell’enciclica – con l’aggettivo integrale il Papa sottolinea come il nostro rapporto con la natura deve essere esteso a tutti gli ambiti della vita a cominciare da quello sociale e relazionale: c’è allora un grande richiamo all’accoglienza, perché non basta accorgersi che gli altri esistono intorno a noi. Non basta però accogliere gli altri perché dobbiamo anche sentirli dentro di noi e anche politici in Europa dovranno un giorno rendere conto di come mai l’Europa paga miliardi perché la Turchia si tenga i profughi, come qualcuno dovrà dirci di tutti questi investimenti che abbiamo fatto per la guardia costiera libica che continua a tenere nei lager tantissime persone, come qualcuno dovrà spiegare perché abbiamo venduto armi all’Egitto con cinquemila persone nelle carceri e che non ci consegna la verità su Giulio Regeni».
Il lungo intervento è terminato con un invito forte e sincero: «Vi auguro il conflitto delle coscienze: con la coscienza è sempre bene dialogare, a volte anche litigare in modo acceso, perché non sia una coscienza inerme che porta a mafia e guerra. Abbiamo bisogno di coscienze inquiete!».
(www.diocesidicremona.it)
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