19 settembre 2023

"Biometano, l'impianto ha crescenti criticità: salute (ATS chiede la Valutazione d'Impatto Sanitario), odori, viabilità (servirebbe una nuova strada), ambiente". Il Comitato dopo la conferenza

Sempre più rischi e contraddizioni nella realizzazione dell'impianto di biometano nel Parco del Po e del Morbasco al confine di Cremona con Gerre Caprioli. Ats ha chiesto la Valutazione di impatto sanitario con approccio epidemiologico e tossicologico, è confermata l'incompatibilità con le norme urbanistiche, proposto anche un fotovoltaico a terra e un impianto ad alghe in una zona in cui l'inedificabilità è al 100%, assenza di una zonizzazione acustica, non idoneità delle strade esistenti. Dopo la prima seduta della Conferenza dei Servizi del 15 settembre, il Comitato BiometaNO tira le somme della riunione con un comunicato durissimo. Eccolo

"Gli elementi emersi nel corso della Conferenza dei Servizi svoltasi in Provincia il 15 settembre scorso confermano su tutta la linea e con forza crescente le criticità denunciate da cittadini e Comitato BiometaNO sin dall'inizio di questa battaglia.

È significativo che ATS abbia richiesto ai proponenti di produrre una Valutazione di impatto Sanitario dell'impianto con approccio epidemiologico e tossicologico della popolazione esposta che tenga conto anche del rischio derivante dal cumulo di esposizione a numerose sostanze inquinanti. Altrettanto significativo è il passaggio in cui la stessa ATS afferma che "dal confronto dei valori di concentrazione degli inquinanti riportati nello studio di impatto sulla qualità dell'aria con i valori guida dell'OMS, già nello scenario ante opera si rileva un generale superamento di quest'ultimi in particolare per PM10 e N02".

Le Autorità preposte accertano quindi nero su bianco quanto stiamo ripetendo da mesi, di fatto sgretolando la narrazione di un impianto che non avrebbe emissioni significative e ponendo automaticamente l’opera in contrasto con i parametri della Direttiva aria recentemente approvata dal Parlamento europeo.

Anche sotto il profilo delle emissioni odorigene viene rilevato un dimensionamento poco cautelativo del sistema di filtri previsto dal progetto presentato da A2A.

Con riguardo a questi rilievi, il Comitato non condivide la posizione assunta da ASST che, sebbene non abbia competenze dirette nella procedura, di certo rappresenta un legittimo portatore di interesse che non può sottrarsi alla partita, soprattutto a fronte delle nuove mappe presentate da cui emerge con chiarezza che sia il vecchio che il costruendo nuovo Ospedale ricadono nell’elenco dei recettori delle sostanze inquinanti ed odorigene emesse con possibile pregiudizio per la salute di personale e pazienti.

Eclatante è anche la conferma dell’incompatibilità del progetto con le regole urbanistiche vigenti, come osservato dagli Uffici del Comune di Cremona. Per tutta risposta, A2A ha annunciato il progetto di un ulteriore ampliamento dell’impianto con la posa di un parco fotovoltaico e di una struttura sperimentale per la produzione di microalghe, sebbene nella documentazione agli atti dell’iter in corso non ve ne sia traccia. 

Dubitiamo che una trasformazione di tale portata, attuata secondo la logica della colonizzazione progressiva del Parco del Po e del Morbasco operata a “pezzettini” su terreni attualmente sottoposti a vincolo di inedificabilità al 100%, possa essere compatibile con la normativa in materia di consumo di suolo. Riteniamo che la scorciatoia dell’Autorizzazione Unica adottata da A2A imponga in città una riflessione seria e approfondita sulla democraticità di operazioni industriali che, se attuate, devasterebbero decine di migliaia di metri quadrati di parco ad esclusivo vantaggio di un soggetto privato. 

In Conferenza dei Servizi abbiamo inoltre preso atto che i proponenti avrebbero contestato al Comune di Cremona l’assenza nel piano della zonizzazione acustica di una fascia “cuscinetto” tra l’area dell’inceneritore e quella oggetto del nuovo intervento. Il Comitato ricorda che quel preciso sistema di vincoli era stato appositamente studiato dalle amministrazioni che, dopo aver forzato la volontà popolare espressa nel referendum sulla costruzione dell’inceneritore in quel sito, avevano inteso garantire l’impossibilità di ulteriore espansione dell’area industriale all’interno del Parco. Non si tratta di un errore! Quell’area fu a tutti gli effetti “blindata” per salvare la faccia e impedire, una volta raggiunto l’obiettivo di allora, di violentare ulteriormente un territorio di altissimo pregio ecologico.

Infine, benché il tema sia stato posto sin dal principio da parte del Comitato, riteniamo dirompente l’osservazione sollevata dai tecnici dell’Ufficio strade del Comune di Cremona relativa alla non idoneità della viabilità esistente (via San Rocco – via Diritta) a supportare il carico veicolare dell’impianto, soprattutto laddove indica la riserva di richiesta di “soluzioni alternative” per l’accesso al sito. Pare ovvio che tali soluzioni possano tradursi solo nella realizzazione di una nuova strada che colleghi l’impianto alla tangenzialina. Ciò comporterebbe, quindi, ulteriore consumo di suolo, oltre che il riproporsi dello spettro di un’opera di fatto già presente nel tracciato della famigerata “strada sud”, stralciata dal PGT dalla stessa amministrazione attualmente in carica.

Sempre sotto il profilo viabilistico, inoltre, destano allarme le previsioni dell’impatto sulle direttrici che attraversano, oltre che il Comune di Cremona, anche quelli di Bonemerse, Stagno Lombardo e Gerre de Caprioli.

Durante la seduta del 15 settembre il Comitato ha depositato agli atti un documento in cui si espongono per punti le motivazioni di contrarietà all’impianto e si indicano carenze documentali nella progettazione presentata in parte già confermate anche dai tecnici dei vari Enti coinvolti. A breve sarà resa nota la data della prossima assemblea pubblica finalizzata a condividere tutti gli aggiornamenti e a presentare le prossime iniziative volte a sensibilizzare sempre più i cittadini sulla gravità di quanto sta emergendo in sede tecnica e sulla necessità di fermare questo progetto".

Il Presidente del Comitato 

BiometaNO Cremona

Luigi Lipara

La foto è di Riccardo Rizzi Maverick

 


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