"Caso Bresciani", l'opposizione non molla la presa e chiede un approfondimento: "Perché a pagare devono essere i cittadini?"
“Stupisce il totale silenzio su questa vicenda da parte di una amministrazione che, almeno sulla carta, dovrebbe essere molto attenta a tutelare i lavoratori. Stupisce anche il tentativo di declassare l’intera vicenda a fatto meramente tecnico, tralasciando peraltro il fatto che stiamo parlando di 44 mila euro a carico della collettività”.
Così il capogruppo di Forza Italia, Carlo Malvezzi, che torna con determinazione sul “caso Bresciani”, ossia il dirigente comunale di lungo corso demansionato e arrivato alla pensione dopo una causa vinta contro il Comune di Cremona. Caso, come si capisce facilmente, ben lontano dal chiudersi, quantomeno dal punto di vista politico, dal momento che l’opposizione in Consiglio comunale è intenzionata a non mollare la presa e a vederci chiaro in tutta la vicenda. Dell’argomento si è discusso il 20 aprile il commissione Bilancio convocata per approvare il prelievo dal Fondo di riserva per far fronte al debito fuori bilancio, registrato appunto a seguito della sentenza del giudice del lavoro che ha condannato il Comune al pagamento di 44mila euro (tra risarcimento e oneri vari) a beneficio di Enrico Bresciani.
Dell’argomento si è tornati a parlare anche ieri, durante una riunione dell’ufficio di presidenza (ossia i capigruppo dei vari gruppi in Consiglio) in vista della seduta del Consiglio in agenda per giovedì prossimo. Il centrodestra è tornato sul “caso Bresciani” e ha chiesto (e ottenuto) un approfondimento da tenersi in una nuova riunione dell’ufficio di presidenza che verrà convocata dopo la seduta del Consiglio. In Consiglio si discuterà infatti del "Riconoscimento di un debito fuori bilancio" (oggetto in cui rientra la sentenza Bresciani), ma l’opposizione non ha nessuna intenzione di lasciar cadere la vicenda che ha coinvolto, suo malgrado, l’ex dirigente.
Spiega Malvezzi: “Abbiamo chiesto e ottenuto un approfondimento in una ulteriore seduta dell’ufficio di presidenza. Lo riteniamo un passaggio necessario, dal momento che stiamo parlando di 44 mila euro della collettività che il Comune, a seguito di una condanna del giudice del lavoro, dovrà esborsare. Lo riteniamo necessario, però, anche perché la vicenda è grave e riguarda un demansionamento in un ente pubblico”. “Vogliamo capire - incalza Malvezzi - se vi siano stati errori nella gestione della vicenda, vogliamo capire perché il Comune non ha ritenuto necessario ricorrere in appello contro la sentenza e, soprattutto, capire come sia possibile evitare che qualcosa del genere possa accadere ancora in futuro”.
Alla seduta di “approfondimento” dell’ufficio di presidenza chiesta e ottenuta dall’opposizione prenderanno parte anche l’attuale assessore al Bilancio, Maurizio Manzi, e il segretario generale del Comune.
“Stupisce - conclude Malvezzi - il totale silenzio della maggioranza su questa grave vicenda e il tentativo di declassarla a fatto meramente tecnico”.
LA VICENDA - Della vicenda abbiamo dato conto alla fine di gennaio, dopo la scadenza dei termini, da parte del Comune, per impugnare la sentenza di condanna per il demansionamento di Enrico Bresciani (qui l'articolo con gli stralci della sentenza). La sentenza risale al 16 dicembre 2021 e condanna il Comune a risarcire a Bresciani una somma complessiva pari a quasi 45 mila euro oltre rivalutazione monetaria e interessi, cui si aggiungono 7 mila euro di spese processuali. Tutto ruota attorno al demansionamento e allo “svuotamento di mansioni” subìto da Bresciani a partire dal mese di giugno 2014 (primo mandato Galimberti), con un trattamento, da quanto emerge dalla sentenza, offensivo da parte dell’amministrazione.
Il dirigente di lungo corso, stando a quanto emerso dal giudizio, è stato privato della sua professionalità e confinato, lavorativamente, in un angolo. Alla sentenza di primo grado non ha fatto seguito nessuna opposizione dall’amministrazione, segno che non si è ritenuto di poter controbattere efficacemente su quella che è a tutti gli effetti una triste vicenda - ai confini con il mobbing - consumata ai danni dell’ex dirigente del settore Mobilità, traffico e trasporti (dal 2003 al 2011), poi Responsabile della posizione organizzativa del servizio ambiente e trasporti e, dal 2013 al giugno 2014, dirigente dell'unità di progetto ambiente e mobilità sostenibile.
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commenti
Marco
22 aprile 2022 11:10
Mah...vorrei avere anche io un trattamento cosi'..dirigente e declassato, non credo che abbiano toccato lo stipendio.
Nicolini Gualtiero
22 aprile 2022 19:13
Inaccettabile che i cittadini paghino gli errori della amministrazione
michele de crecchio
23 aprile 2022 22:48
Negli anni 90, sindaci, vicesindaci ed assessori del comune di Cremona, di varie parti politiche, tra i quali anche il sottoscritto, fummo sottoposti, attraverso un procedimento durato molti anni e impostato, credo con eccessivo rigore, dalla Corte dei Conti, che contestava all'amministrazione comunale una applicazione troppo "leggera" della imposta sulla pubblicità, al rischio di dover rimborsare allo Stato una grossa somma di denaro. Le somme che la Corte dei Conti pretendeva, in proporzione alla durata dell'impegno amministrativo degli imputati, venissero rimborsate all'Erario dagli amministratori in proporzione alla durata del loro impegno amministrativo erano davvero imponenti. Nel caso che qualcuno degli amministratori fosse poi nel frattempo venuto a mancare, la somma da lui dovuta, sarebbe stata ripartita tra gli amministratori superstiti, evitando così qualsiasi residuo danno all'erario pubblico. Per fortuna mia e dei miei colleghi, al termine un lungo e tormentato iter istruttorio, il tribunale competente ci fece tirare un grosso sospiro di sollievo, assolvendoci tutti.