"Cremona e i Mc Crimmon". L'origine cremonese delle cornamuse scozzesi nel nuovo libro di Fabrizio Loffi. I documenti che confermano la tradizione. Il viaggio della cornamusa fino alle Highland
"Cremona e i Mc Crimmon. L'incredibile viaggio della cornamusa dal Po alle Highland" è il titolo del nuovo libro di Fabrizio Loffi edito da Cremonasera (con la copertina di Maddalena Franguelli) da oggi nelle librerie. Si tratta di una straordinaria ricerca del giornalista-scrittore cremonese che ha rintracciato una serie di documenti che confermano che proprio qui, sulle sponde del Po, sono nate le cornamuse scozzesi, leggenda che diventa così storia. La presentazione del libro avverrà sabato prossimo in occasione della Festa del Torrone al Palatorrone di piazza Roma alle 15 alla presenza dell'autore, Fabrizio Loffi e del giornalista e musicologo Roberto Fiorentini. Per festeggiare l'evento, sfileranno per le vie del centro, provenienti da Nonantola (Modena), gli Heart of Italy Pipe Band che porteranno la tradizione dei suoni scozzesi nel cuore di Cremona. Nati da un gruppo di appassionati musicisti del Nord e del Centro Italia, la loro band di cornamuse e tamburi unisce una rigorosa formazione musicale a uno stile potente e ricco di emozione.
Dalla formella del ’400 in piazza del Comune (sul palazzo della Banca Popolare, in alto a sinistra, all'angolo di via Solferino ) fino alle Highlands, la ricerca ricostruisce vicende, personaggi e tradizioni che intrecciano Cremona con la Scozia. Un racconto che arricchisce l’identità musicale della città, non solo patria dei grandi liutai ma anche culla di una tradizione che è diventata simbolo della cultura scozzese.
Fabrizio Loffi è partito proprio da quella formella per raccontare lo straordinario intreccio tra l'antica Cremona e la Scozia. In un intreccio tra musica, fuga di musicisti eretici da Cremona per la Scozia e storia scozzese con i segreti della famiglia Mc Crimmon di origini cremonesi.
Circa due secoli fa, nel 1826, il capitano scozzese Neil MacCleod scrisse una storia della cornamusa e della famiglia MacCrimmon, sostenendone l’origine cremonese. Fu però costretto a sospenderne la pubblicazione in quanto quel testo fu ritenuto offensivo nei confronti del clero scozzese. MacCleod aveva ricevuto informazioni sull’origine della dinastia di musicisti dall’ultimo suo discendente, Ian Dubh MacCrimmon, anche se la tradizione sull’origine cremonese dei MacCrimmon era diffusa in Scozia fin dal XVII secolo. Nel 1937, dando notizia della scomparsa avvenuta nel 1914 a Dunvegan in Scozia della musicista Rachel McCrimmon, Carlo Schmidl nel suo Dizionario universale dei musicisti, ne sostiene l’origine italiana. Negli stessi anni G.C.B. Poulter, avendo avuto l’opportunità di consultare l’archivio privato della famiglia MacCrimmon, oggi perduto, riuscì a ricostruirne l’intera genealogia. Ma prima che Thomas Pearston, segretario del College of Piping di Glasgow, il 30 dicembre 1951 scrivesse all’Ente provinciale del Turismo di Cremona per avere una conferma di quanto in Scozia si sapeva sulla discendenza cremonese dei MacCrimmon, nessuno storico locale se ne era mai occupato. Si restò stupiti di fronte alla richiesta di mister Pearston, tant’è che il ricercatore scozzese ricevette uno scarso aiuto da parte delle autorità locali. Qualche anno dopo Agostino Cavalcabò, stimolato dagli studi di Pearston, si dedicò alle ricerche sui pifferai cremonesi, oggetto di un interessante articolo pubblicato sul Bollettino storico cremonese del 1961, rimasto interrotto per la scomparsa dell’autore. E’ stato grazie alla segnalazione dell’esistenza di una serie di lettere di Simon Fraser, scritte all’inizio del secolo scorso sulla rivista Oban Times, ripubblicate sul periodico The International Piper nel corso di diversi mesi tra il 1980 e il 1981, che si sono ottenuti nuovi elementi i quali consentono oggi di rafforzare l’ipotesi di una origine cremonese della cornamusa, giunta nelle Highlands grazie ad un eretico, Pietro Bruno, fuggito in seguito alle persecuzioni in patria che, agli inizi del XVI secolo, trovò rifugio e accoglienza in Irlanda presso il musicista MacKinnon, di cui avrebbe sposato la figlia, dando origine alla più importante dinastia di cornamusisti scozzesi. Pietro, fuggendo da Cremona, avrebbe portato con sé un nuovo tipo di notazione musicale improntato ad una profonda religiosità che celava tra le note un messaggio fortemente ereticale ispirato al cristianesimo delle origini. Questa notazione, in grado di rivoluzionare la tecnica utilizzata fino ad allora dai piping, sarebbe risultata incomprensibile ai non addetti ed avrebbe costituito il segreto dei MacCrimmon, tramandato di generazione in generazione fino all’ultimo che ne comprese il significato, Simon Fraser. E’ sembrato, dunque, doveroso riprendere le ricerche dando conto dei nuovi elementi che consentono oggi di avere un quadro più completo di questa straordinaria vicenda riportando l’attenzione su Cremona, patria della liuteria, ma anche di una tradizione musicale che ha varcato i confini nazionali per diventare patrimonio e simbolo della Scozia.
Nelle foto la copertina del libro e la sfilata di Heart of Italy Pipe Band, poi la formella di piazza del Comune con il suonatore di zampogna nel transetto sud della Cattedrale di Cremona (fine XV secolo) e l'angelo con la zampogna di Santa Maria delle Grazie a Soncino (1530 circa)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti